domenica 20 giugno 2010

da "FUORIREGISTRO"

DENTRO LA SCUOLA

ATTIVITA' ALTERNATIVE ALL'INSEGNAMENTO RELIGIONE CATTOLICA

Qualche informazione utile su come e quando operare la scelta, cosa programmare, a chi affidare le attività alternative
di Francesco Mele

Dopo la campagna di informazione condotta in primavera sui fondi consistenti che il MIUR stanzia ogni anno per il finanziamento delle attività alternative all'Insegnamento della Religione Cattolica (IRC), molte scuole finalmente si avviano a programmare tali attività per il prossimo anno scolastico, rispondendo ad un preciso diritto di studenti e famiglie, sapendo di poter contare sulla possibilità di avere fondi a disposizione e nel caso di potere anche nominare supplenti. Provo allora a riassumere alcune informazioni utili che possano servire alle scuole per raggiungere lo scopo.

1) COME E QUANDO SI OPERANO LE SCELTE

Innanzitutto la raccolta delle decisioni di studenti/famiglie va fatta su due distinti moduli e in due tempi:
- prima si raccoglie la scelta se seguire o meno l'insegnamento dell'IRC; tale scelta va fatta all'atto dell'iscrizione alla prima classe di ogni ciclo e vale per tutto quel ciclo di studi; resta la possibilità però, ogni anno, entro la data di scadenza delle iscrizioni, di cambiare tale scelta, mediante apposito modulo fornito dalla scuola. Faccio notare che fino al primo ciclo sono i genitori a scegliere, ma alle superiori scelgono gli studenti, anche se minorenni:

CM 4 del 15-01-10 scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) ...
4. Insegnamento della religione cattolica e attività alternative
La facoltà di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica viene esercitata dai genitori, al momento dell'iscrizione, mediante la compilazione di apposita richiesta, secondo il modello D allegato. La scelta ha valore per l'intero corso di studi e comunque in tutti i casi in cui sia prevista l'iscrizione d'ufficio, fatto salvo il diritto di modificare tale scelta per l'anno successivo entro il termine delle iscrizioni.

CM 17 del 18-02-10 scuole secondarie di II grado ...
8. Insegnamento della religione cattolica
Al momento dell'iscrizione gli studenti esercitano la facoltà di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica. L'esercizio di tale facoltà si attua mediante la compilazione di apposita richiesta, secondo il modello B allegato. La scelta ha valore per l'intero corso di studi e comunque in tutti i casi in cui sia prevista l'iscrizione d'ufficio, fatto salvo il diritto di modificare tale scelta per l'anno successivo entro il termine delle iscrizioni.


- a coloro che scelgono di non avvalersi dell'IRC (e solo a loro), viene richiesto di scegliere tra un ventaglio di 4 opzioni (3 nelle scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione) che sono: o attività didattiche e formative, o attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente, o libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente (solo superiori), o non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica. La scelta va fatta all'inizio delle lezioni e vale per tutto l'anno scolastico di riferimento, che vuol dire che ogni anno posso scegliere cosa fare in alternativa all'IRC.

CM 4 del 15-01-10 scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado) ...
4. Insegnamento della religione cattolica e attività alternative ...
La scelta specifica di attività alternative è operata, mediante il relativo modello e allegato, al momento dell'iscrizione e ha effetto per l'intero anno scolastico di riferimento.

CM 17 del 18-02-10 scuole secondarie di II grado ...
8. Insegnamento della religione cattolica ...
La scelta specifica di attività alternative è operata mediante l'allegato modello C all'inizio delle lezioni e ha effetto per l'intero anno scolastico cui si riferisce. La firma del genitore dell'alunno minorenne è richiesta solo nell'ipotesi in cui venga scelta l'opzione "non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica".


2) COSA INSEGNARE NELLE ATTIVITA' ALTERNATIVE ALL'IRC

E ora veniamo a cosa i collegi possono programmare per coloro che non si avvalgono dell'IRC e scelgono attività alternative o attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente. Riferiscono da varie scuole che alcuni DS, ma anche qualche sindacato, dicono che non si possano programmare attività afferenti a discipline curricolari. Proviamo a seguire l'evoluzione della normativa per capire meglio i termini della questione. In effetti, fino all'AS 84-85, dalle attività alternative all'IRC erano escluse le attività curricolari comuni a tutti gli studenti:

CM 368 del 20-12-1985 ...
2. Modalità di organizzazione in dipendenza della scelta di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica...
Il rispetto dell'anzidetto principio implica che lo scuola, e per essa il capo di istituto e il Collegio dei docenti ai quali compete lo responsabilità complessiva della programmazione educativa e didattica ai sensi dell' art. 4 del Dpr 31 marzo 1974, n. 416, assicura agli alunni che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica, ogni opportuna attività culturale, con l'assistenza degli insegnanti, escluse le attività curricolari comuni a tutti gli alunni.


Con l'AS 86-87, in virtù di un ddl che non ha mai visto la luce, una circolare del maggio 86 parla di libera programmazione dei collegi (che lascia aperta quindi ogni possibilità, OGNI!), e consiglia "particolarmente" (ma non prescrittivamente) alcune discipline a cui dovrebbero afferire le attività alternative, che vengono intese come "approfondimento" delle stesse relativamente ai "documenti del pensiero e dell'esperienza umana". Ma si tratta di consigli. Il fatto rilevante è che si parla di discipline curricolari:

CM 131 del 3-5-86 ...
ALLEGATO B
ISTITUTI DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO ED ARTISTICA
Attività culturali e di studio per gli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica ...
Fermo restando il carattere di libera programmazione, queste attività culturali e di studio devono concorrere al processo formativo della personalità degli studenti. Esse saranno particolarmente rivolte all'approfondimento di quelle parti dei programmi, in particolare di storia, di filosofia, di educazione civica, che hanno più stretta attinenza con i documenti del pensiero e della esperienza umana relativi ai valori fondamentali della vita e della convivenza civile.


Questo sconfinamento nel curricolare viene poi confermato nell'AS 87-88 con la CM 316/87, una circolare che ha specificamente per oggetto: Insegnamento della religione cattolica - Attività alternative - Altre opportunità - Istruzioni per l'anno scolastico 1987/88. In tale circolare si stabiliscono possibili scenari per gli alunni che scelgono lo studio individuale assistito. In questo caso il testo lascia pensare a vere e proprie azioni di sportello/recupero/approfondimento curricolare e ribadisce quanto già previsto in precedenza e cioè che gli studenti segnalino "propri bisogni formativi"

CM 316 del 23-10-87 ...
II - Attività alternative all'insegnamento della religione cattolica - fruizione di spazi e servizi scolastici ...
Relativamente alle esigenze connesse con lo svolgimento dello studio o delle attività individuali per gli alunni che ne facciano richiesta, da svolgere nei locali scolastici in modo coerente con le finalità della scuola, il capo di istituto deve sottoporre all'esame ed alle deliberazioni degli organi collegiali la necessità di attrezzare spazi, ove possibile, nonché organizzare servizi, assicurando idonea assistenza agli alunni, compito questo che discende dalla natura stessa dell'istituzione scolastica. L'assistenza può configurarsi come attività volta ad offrire contributi formativi ed opportunità di riflessione per corrispondere agli interessi anche di natura applicativa che siano eventualmente rappresentati dagli studenti. Infatti non si esclude la possibilità che gli studenti stessi segnalino propri bisogni formativi, nonché le modalità di intervento della scuola.


Nella stessa circolare si cerca di agevolare la programmazione delle scuole fornendo un percorso didattico "quale contributo di indirizzo alla programmazione didattica di competenza dei docenti e in attesa che si completi l'iter parlamentare del disegno di legge preannunciato, mirato anche a definire i contenuti delle attività didattiche e formative, si allega un documento di lavoro che rappresenta una riflessione e sistemazione critica sul tema: I diritti dell'uomo".

Come già detto il disegno di legge di cui si parla non ha mai visto la luce per cui la normativa è ferma a quest'ultima circolare e anno per anno le circolari che si susseguono si limitano a specificare le modalità per esprimere le due scelte di cui si è parlato sopra.
Nel frattempo sono intervenute alcune sentenze della Corte Costituzionale (203/89, 13/91, 290/92) che però si riferiscono alle opzioni di chi non si avvale, stabilendo dapprima la non obbligatorietà dell'attività alternativa (gli studenti possono decidere di non fare nulla, che nelle circolari è stato poi tradotto in "libera attività di studio e/o di ricerca individuale senza assistenza di personale docente") e introducendo poi la possibilità di decidere di uscire dalla scuola. Le sentenze però, riguardo alla programmazione delle attività alternative, non esplicitano alcun limite e fanno invece espresso riferimento al rispetto delle richieste di genitori e studenti.

3) CHI INSEGNA NELLE ATTIVITA' ALTERNATIVE

Le varie circolari che si sono succedute nel tempo hanno stabilito che per le attività alternative la scuola deve utilizzare "prioritariamente" e nell'ordine (CM 316 del 23-10-87 tuttora valida):
- docenti totalmente o parzialmente in soprannumero o comunque tenuti al completamento in quanto impegnati con orario inferiore a quello d'obbligo
- docenti dichiaratisi disponibili a prestare ore eccedenti.
A proposito di tali docenti la circolare dice che "debbono essere scelti fra quelli della scuola che non insegnano nella classe o nelle classi degli alunni interessati alle attività in parola, atteso che così viene assicurato, per gli alunni avvalentisi e per quelli non avvalentisi, il rispetto del principio della par condicio."
La stessa circolare, però, dice anche che "Allo scopo di assicurare l'effettivo svolgimento delle predette attività si potrà, tuttavia, procedere all'assunzione di supplenti nella misura in cui non si renda possibile provvedere con l'utilizzazione del personale già in servizio."
Dopo l'87, però, si sono via via ridotte a zero le possibilità per le scuole di ricorrere a personale docente totalmente o parzialmente in soprannumero e inoltre aver portato le cattedre a 18 ore ha reso cosa veramente rara i docenti con ore a disposizione. Negli anni, poi, si è persa l'abitudine ad organizzare attività alternative nelle scuole superiori, dove l'età degli allievi consentiva di lasciarli in giro per la scuola in situazioni più o meno protette a seconda dei casi. Parallelamente si è persa completamente memoria della possibilità di nominare supplenti ed è stata completamente cancellata, se mai qualcuno ne è stato a conoscenza, l'esistenza di specifici fondi per finanziare anno dopo anno le attività alternative, tanto che, quando quest'anno abbiamo scoperto i relativi capitoli di spesa nel bilancio del MIUR, molti dirigenti scolastici non ci credevano e la stessa direttore regionale del Veneto ha detto di dover studiare meglio la situazione: potenza dell'oblio lento e inesorabile.
Ma evidentemente qualcosa deve essere accaduto, la nostra azione di controinformazione ha avuto successo, si sono resi conto che ormai anche su questo il re è nudo, e infatti molte scuole ritornano di nuovo a programmare attività alternative all'IRC e a chiedere personale supplente su tali attività, sapendo che verrà pagato coi fondi appositamente stanziati e non con quelli destinati ai supplenti nominati dalla scuola.

Buon lavoro
Francesco
sito www.scuolaecostituzione.it

A conclusione di questo anno scolastico segnato da una politica governativa
caratterizzata da una dissennata riduzione delle risorse finanziarie e da
insensati provvedimenti amministrativi spesso contraddittori, l'Associazione
per la Scuola della Repubblica nelle schede allegate ne denuncia
l'illegalità e illegittimità evidente negli:

ATTACCHI ALLA COSTITUZIONE

AL DIRITTO ALLO STUDIO E AL LAVORO

ALLA LAICITÀ DELLA SCUOLA



ATTACCO AL DIRITTO ALLO STUDIO E AL LAVORO

L'’attacco al DIRITTO ALLO STUDIO si configura:
A) Nella recessione dell’obbligo scolastico alla fine della Scuola secondaria di primo grado, con la possibilità di essere considerato assolvimento dell’obbligo (di istruzione, non scolastico), il percorso nella F. P. regionale, nonché la previsione nel ddl collegato sul lavoro (finanziaria 2009) di riconoscere espletamento dell’obbligo anche l’attività di apprendistato dai 15 anni.

B) Nella discriminazione rispetto ai tagli orari e nelle indicazioni disciplinari degli Istituti Superiori con evidenti privilegi riservati ai licei tradizionali, evidenti anche nell’ipotesi di soppressione della qualifica triennale degli Istituti Professionali, e della loro sottomissione alle Regioni, tramite accordi di svendita da parte del MIUR alle Regioni nell’ottica di un federalismo scolastico, che isolerebbe questi istituti, parte del sistema scolastico nazionale dagli altri ordini di scuole, creando ,al contempo, almeno 20 sistemi di istruzione professionale a marce differenti, a seconda delle variabili riferibili a ciascuna singola regione. In ogni caso, si tratta di palesi violazioni al principio di uguaglianza e di un attacco senza precedenti al principio di unitarietà del sistema scolastico nazionale.

C) Nella soppressione di richieste di Tempo Pieno nella Scuola primaria e di Tempo Prolungato nella Secondaria di primo grado, nel numero di insegnanti di sostegno , nelle restrizioni relative all’accoglimento degli immigrati, nella gravissima assenza di normative relative al mantenimento delle graduatorie permanenti , a nuove forme di reclutamento e ai percorsi formativi dei giovani laureandi che intendono rivolgersi all’insegnamento. Tutto ciò rappresenta un attacco al DIRITTO AL LAVORO, così come la direttiva del novembre 2009 sui “pensionamenti forzati”.

D) I finanziamenti alle scuole private continuano spudoratamente, e le scuole paritarie, come ci risulta da varie testimonianze , non si sottomettono alla normativa che prevede il loro inserimento nel sistema scolastico nazionale dimostrando ancora una volta la trasgressione all’art.33/Cost rappresentata dalla legge 62/2000, istitutiva delle scuole private paritarie.

ATTACCO ALLA LAICITÀ DELLA SCUOLA

L’'attacco alla LAICITÀ DELLA SCUOLA si configura:
A) Nel Regolamento sulla valutazione degli alunni (questo sì pubblicato in G.U. nell’agosto 2009!) vengono esclusi i docenti di attività alternativa dal Consiglio di Classe, lasciando libero il campo al solo docente di r. c.

B) Nel medesimo Regolamento sulla valutazione non viene menzionata la particolare posizione del docente di r.c., il cui voto per la promozione o bocciatura di un alunno che ha seguito l’irc, se determinante, non viene computato secondo la normativa vigente, in base al principio di non discriminazione.

C) nella scheda relativa alla scelta delle attività alternative per coloro che non si avvalgono dell’irc, nel modulo di iscrizione alla Scuola primaria e secondaria di primo grado per il prossimo anno scolastico è scomparso l’allegato E per l’opzione di attività didattiche e formative

D) La ministra Gelmini si è manifestata ostile a qualsiasi forma di laicità della scuola, sia con l’impugnativa presso il Consiglio di Stato dell’esemplare sentenza del TAR del Lazio che aveva giudicato discriminante l’attribuzione del credito scolastico da parte del docente di r. c.,sia col ricorso del governo italiano presso la Corte di Strasburgo contro la sentenza di quella stessa Corte che aveva giudicato inammissibile l’esposizione dei simboli religiosi nella scuola pubblica ( a tutto ciò si deve aggiungere il trattamento privilegiato ai docenti di r. c. sia nella ricostruzione della carriera, che nel mantenimento di tutte le cattedre da essi ricoperte a fronte degli ingenti tagli in tutte le discipline).


L’anno scolastico 2009-10 si conclude tra

ILLEGALITÀ, ATTACCHI ALLA COSTITUZIONE
E ALLA LAICITA’ DELLA SCUOLA



Illegalità
Il fatto che la Corte dei Conti abbia registrato in questi ultimi giorni i regolamenti relativi al riordino del segmento della scuola superiore-licei, tecnici,professionali- non deve scoraggiarci dal sottolineare con forza provvedimenti, atteggiamenti, elusioni che hanno configurato illegittimi attacchi alla scuola della Costituzione e alla laicità della scuola.
Tali attacchi rimangono validi anche se - come probabilmente accadrà- i regolamenti venissero presto pubblicati in Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione, come da iter e normativa vigente.
Proprio questa normativa, infatti, che prevede che i regolamenti seguano un percorso obbligatorio prima di essere pubblicati, è stata disinvoltamente disattesa da questo Governo.

1 - La C.M. n. 17/2010 sulle iscrizioni nelle scuole secondarie di II grado è stata emanata (ha dato il via alle iscrizioni e le ha chiuse) senza che fosse concluso l’iter legislativo che ne è il presupposto. Pertanto abbiamo iscritto studenti ad una scuola totalmente inesistente, poiché priva di un quadro normativo di riferimento.
Avallare un criterio di sistemazione posteriore ad atti formali quali l’apertura e la chiusura delle iscrizioni avvenuta tramite una circolare ministeriale significa avallare un criterio di arbitrarietà assoluta, che ora è stato adottato per la scuola, in futuro potrebbe essere adottato per qualsiasi altro campo

2 - L’assegnazione dei “nuovi indirizzi” da parte del MIUR è avvenuta senza che si sia tenuto conto delle proposte dei singoli istituti - in contrasto con quanto stabilito negli stessi regolamenti- costringendo le scuole a improvvisare POF privi di contenuti certi e i genitori a iscrivere i figli in una situazione di incertezza del diritto. Si ricorda peraltro che la materia specifica è di competenza regionale.

3 - La C.M. n.37/2010 sugli Organici è stata emanata in assenza del compimento dell’iter dei regolamenti relativi al riordino del sistema scolastico per il quale la circolare stessa prevedeva gli organici. Inoltre non sono state sentite le Commissioni parlamentari e la Conferenza Unificata Stato-Regioni-EE.LL. e manca la firma del previsto decreto interministeriale. Questo provvedimento prevede tagli e riduzioni a danno della qualità dell’istruzione. E configura, come già la C.M. 38 dello scorso anno (peraltro impugnata), gravi difficoltà nella pianificazione dell’organico e una palese violazione delle procedure legittime.

4 - I Regolamenti relativi al riordino degli ordinamenti della Secondaria Superiore hanno raccolto – nel corso dell’iter obbligatorio cui sono stati sottoposti - pareri negativi o quanto meno critici nei diversi livelli delle sedi consultive, comprese le osservazioni, per gran parte inascoltate, del Consiglio di Stato. Su questa pseudo-riforma non è stato condotto nessun dibattito parlamentare.

5 - Per non bloccare l’avvio dell’a. s. 2010-11 sono stati emanati “decreti “ relativi a quadri orari, che prevedono curricula in una scuola che ancora oggi non esiste, non essendo concluso l’iter legislativo.

6 - Sono ancora allo stato di bozza tanto il Regolamento sulle “classi di concorso” (dal quale dipendono gli stessi organici), quanto le nuove Indicazioni Nazionali definite sul sito del MIUR “in attesa di una vasta consultazione”. Tuttavia, la circolare sull’adozione dei libri di testo (scaduta il 1 giugno) ha chiamato gli insegnanti a compiere una scelta di carattere culturale, pedagogica e didattica come se il quadro legislativo di riferimento esistesse.

sabato 19 giugno 2010






L’Associazione "NonUnodiMeno" si è fatta promotrice, insieme ad altre Reti, di questo Appello per la difesa e la riqualificazione della SCUOLA PUBBLICA. Crediamo che la situazione sia particolarmente grave e tale da esigere una mobilitazione delle coscienze di ognuno e delle varie espressioni delle realtà associative e di movimento, con l’impegno a partecipare a tutte le mobilitazioni di protesta e autoconvocate in difesa dei principi alla base di questo Appello, compreso lo SCIOPERO GENERALE del 25 giugno. Vi chiediamo perciò di aderire a questo Appello in forma collettiva o individuale per dare un forte segnale di controtendenza.

PER L’ASSOCIAZIONE "NONUNODIMENO" - IL PRESIDENTE - GIANSANDRO BARZAGHI

********************************************************** Appello per la scuola pubblica.

Sulla scuola si gioca un’idea di società e di futuro. Lo sanno bene i molti insegnanti che, nonostante tutto, ogni giorno danno vita alle tante buone pratiche, che oggi vengono profondamente umiliate dai tagli micidiali e dalla manovra finanziaria. Una manovra che va a colpire pesantemente i lavoratori del comparto pubblico e la loro professionalità, così come la qualità dello stato sociale che abbiamo fino a oggi conosciuto in Europa e in Italia. Una politica capace di guardare lontano, una politica di progetto e di tensione ideale, dovrebbe essere in grado di comprendere che la scuola, la formazione lungo tutto l’arco della vita, la conoscenza sono delle priorità strategiche per il nostro Paese, soprattutto in una fase di grave crisi economica e sociale. Invece la riproposizione delle fallimentari strategie neo-liberiste vorrebbe ridurre anche la formazione e gli stessi diritti civili e sociali a una merce che sottostà alle regole del mercato e della concorrenza tra pubblico e privato. Contro questa riduzione di tutto a merce, noi opponiamo una concezione alta, secondo la quale la cultura e il sapere sono dei beni comuni e perciò non mercificabili e non alienabili, come l’acqua, l’aria, la salute, la terra, la biodiversità e la vita stessa. In questo senso la cultura e il sapere sono un diritto universale e non un privilegio di pochi. La cultura e la conoscenza possono essere uno strumento di riscatto sociale, che permette di capire la nostra storia e di dialogare con quella degli altri, di capire il passato e di costruire il futuro per sé e con gli altri. Pertanto rifiutiamo concezioni e pratiche discriminatorie nei confronti di studenti che provengono da altri Paesi, in quanto la scuola è il luogo per eccellenza di incontro tra storie e culture diverse e come tale non può che essere il luogo dell’accoglienza e dell’integrazione reciproche. Per queste ragioni continuiamo a sostenere che la scuola della Costituzione è una frontiera strategica per la democrazia, un presidio di partecipazione, di collegialità e di sapere critico. È un laboratorio di democrazia e di formazione della cittadinanza attiva e consapevole. Così la vollero i nostri padri costituenti. Così noi oggi dobbiamo vivificarla, secondo una nuova concezione della stessa cittadinanza che si basi sullo ius soli e non sullo ius sanguinis. Ed è per questi motivi che la scuola pubblica va sostenuta, qualificata e non smantellata. Di fronte a questa vera e propria deriva culturale e sociale che degrada la qualità della scuola pubblica italiana, a partire dai suoi livelli di eccellenza - come il tempo pieno della scuola primaria, occorre domandarsi se il disegno strategico dell’attuale Governo sia solo quello delle ragioni economiche e finanziarie, oppure se ci sia un progetto reazionario ben più pericoloso, che va indagato:

1) La scuola torna a essere il luogo della separazione sociale, violando i principi e i valori della nostra Costituzione, svilendo la professionalità dei docenti e licenziando migliaia di precari con 16 anni di lavoro in media alle spalle, il più grande licenziamento di massa che la storia del nostro Paese ricordi.

2) Si parte dalla scuola per ridefinire le gerarchie sociali, stabilendo: a) un percorso formativo per le future classi dirigenti (liceizzazione); b) un altro per le figure tecnico-specialistiche (istituti tecnici); c) un terzo che conduce direttamente al lavoro – addirittura con lo scandalo dell’assolvimento a 15 anni dell’obbligo scolastico nell’apprendistato. Pertanto questa Controriforma non ha nulla di epocale, se non i tagli devastanti. Ripropone, cioè, il modello rigido di tipo gentiliano, cosiddetto “a canne d’organo”, con la classica tripartizione tanto cara a certa imprenditoria, che impedisce ogni elasticità nel passaggio da un canale all’altro, stroncando definitivamente il “Biennio Unitario” e riproponendo la divisione tra il sapere e il saper fare.

3) Secondo i Ministri Tremonti e Gelmini, la scuola deve tornare a essere autoritaria e repressiva, con il solo effetto di aumentare la dispersione e l’abbandono scolastico e cioè penalizzando quegli studenti che hanno un ben preciso retroterra culturale e sociale. “Ma se si perde loro – la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati” (Don Milani). Infine non possiamo non sottolineare, con il massimo della preoccupazione, la pericolosità di un disegno lucido che vorrebbe smantellare “quell’organo costituzionale” di cui ci parlava Calamandrei, ovvero la scuola pubblica, statale. Si vorrebbe, cioè, trasferire a livello nazionale il “Modello Lombardo” dei “Bonus” alle famiglie che mandano i figli alle scuole private (famiglie benestanti fino a 200.000 €), mettendo sullo stesso piano settore pubblico e settore privato, in regime di concorrenza tra loro, come è avvenuto per la sanità lombarda. Insomma “mandando in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle scuole private” (Calamandrei). Pertanto, le Associazioni aderenti al presente APPELLO, pienamente consapevoli del disegno che questo Governo sta portando avanti nella direzione dello smantellamento della scuola pubblica statale, si propongono di dare vita alla più ampia opposizione sociale e culturale unitariamente a tutti quei movimenti, organizzazioni sindacali e forze politiche che vorranno sostenere questa battaglia per il futuro del nostro Paese e della nostra democrazia.

Questo APPELLO lo rivolgiamo anche a tutti i lavoratori della scuola, a tutti gli studenti e ai genitori affinché alta si alzi la voce di chi la scuola contribuisce a farla e a costruirla ogni giorno. Le ragioni per una scuola pubblica di qualità e per uno stato sociale degno di questo nome, le ragioni della buona scuola e di tante buone pratiche, sono di gran lunga superiori alla miseria di chi vorrebbe ridurre questo Paese all’ ignoranza. Noi non ci stiamo. E per questo sosterremo tutte le mobilitazioni di protesta e autoconvocate in difesa dei principi alla base del presente APPELLO, compreso lo sciopero generale del 25 giugno.

IL NOSTRO APPELLO E’ STATO RILANCIATO ANCHE DA RETE SCUOLE. Ecco il link: http://www.retescuole.net/contenuto?id=20100616210135

Primi firmatari dell’appello:

- NonUnoDiMeno-

Per il Gruppo ONG lombarde “Portare il mondo a scuola”: Sofia Borri. Alessandra Botta. Carlo Capello. Gabriela Cattaneo. Silvana Citterio. Christian Elevati. Valeria Emmi. Massimiliano Lepratti. Marina Medi. Chiara Paganuzzi. Giacomo Petitti. Manuela Pursumal. Mariangela Querin. Marilena Salvarezza. Pina Sardella. Cinzia Turla. Patrizia Minella.

e le Associazioni, i Coordinamenti, i Centri Studi e di Ricerca: . Direttivo dell’ Associazione EducaCi . CESPI (Centro Studi Problemi Internazionali) · AsPem · CRES (Centro Ricerca Educazione allo Sviluppo) · Gruppo “Educazione allo Sviluppo” di CoLomba (Cooperazione Lombardia) · Intervita Onlus · Mani Tese· · Rete Ellis (Educazioni, Letterature e Musiche, Lingue, Scienze storiche e geografiche) · SIEM (Società Italiana Educazione Musicale) di Milano . MCE Nazionale (Movimento Cooperazione Educativa) . CGD Lombardia (Coordinamento Genitori Democratici della Lombardia) . CMA (Comitato Milanese per l’ Acqua) . Fondazione Roberto Franceschi Onlus

Per aderire: info@nonunodimeno.net

Aderiscono all’appello:

- Jole Garuti: Direttrice Associazione Saveria Antochia Omicron
- Giovanna Capelli: Segreteria Rifondazione Comunista
- Amalia Navoni: Il Coordinamento Nord Sud del Mondo .
- Vincenzo Viola, docente, Milano
- Sandra Cangemi, giornalista, Milano
- Giorgio Riolo: Associazione Culturale Punto Rosso
- Nicola Iannaccone: Arci Ragazzi, Milano
- Anna Miculan: Associazione Adesso Basta
- Giulio Leghissa: Associazione Adesso Basta
- Liliana Leotta, docente e counselor professionale
- Attilio Paparazzo: Segreteria FLC-CGL
- Gemma De Magistris, docente filosofia Ist. Artemisia Gentileschi, Milano
- Vicenzo Cutolo, ex docente, Presidente Associazione EducaCi, Milano
- Raffaele Di Paolo, ex dirigente scolastico
- Roberto D’Avoglio, RSU Ist. Galileo Galilei, Milano
- Marco Fassino, docente Liceo Carducci, Milano
- Paola Tramezzani, Coordinamento Genitori Democratici Lombardia
- Patrizia Minella, Centro Studi Problemi Internazionali
- Basilio Rizzo, Consigliere Comunale Lista Dario Fo, Milano
- Roberto Biorcio, docente facoltà di Sociologia U. Bicocca, Milano
- Giuseppe Deiana, docente, Presidente Centro Culturale Puecher, Milano
- Giovanna Procacci, docente sociologia Scienze Politiche U. Statale, Milano
- Dina Rimauro, Dipartimento della Conoscenza PRC, Vicenza
- Barbara Cattaneo, docente scuola infanzia, Milano
- Gianna Baresi, docente Istituto Tecnico Commerciale Abba Ballini, Brescia
- Giancarlo Vitali Ambrogio, giornalista, Consigliere IC8, Bologna
- Maria Luisa Vecchi, docente Liceo Artistico Statale Brera, Milano
- Maria Lenti, scrittrice, Dipartimento della Conoscenza PRC, Urbino
- Sergio Corradi, ex docente, Segreteria circolo PRC, Rho
- Roberto Fogagnoli, docente Liceo Classico/Linguistico Zanella, Schio
- Vito Meloni, Responsabile Nazionale Scuola PRC
- Paolo Magliani, giornalista, La Spezia
- Claudia Rancati, Responsabile Dipartimento Scuola PRC, Vicenza
- Orazio Sturniolo, docente Liceo Scientifico Copernico, RSU, Bologna
- Maria Cristina Visioli, Bologna
- Beppe Nicollini, docente scuola superiore secondo grado, Roma
- Viviana Codemo, docente Ist. Classico/Scientifico Virgilio, Milano
- Pinuccia Silicati, Naga - Har Volontariato e Solidarietà, Milano
- Cesare Ungaro, docente, Milano

23 GIUGNO 2010

Facoltà di Economia “G. Fuà”

dell’Università Politecnica delle Marche

ANCONA

Aula T-27 (piano terra) - Ore 15.00

Il “Governo” della crisi

Tutto il mondo uscirà diverso dalla crisi... il problema è COME?

Presenta e Coordina il dibattito:

MANUELA CARLONI – Segretaria FLC-CGIL Provincia di Ancona

· La manovra economica del Governo: sacrificio inutile?
Prof. ENNIO PATTARIN -
Docente Universitario Facoltà di Economia

· Le classi dirigenti e la Crisi
Prof. CARLO CARBONI -
Docente Universitario Facoltà di Economia

· Gli effetti della manovra sul mondo del lavoro nella provincia di Ancona

· MARCO MANZOTTI – Segretario Generale della CGIL di Ancona

· Dal Decreto Tremonti alla Manovra Economica: quali effetti nel mondo dell’istruzione, della formazione e della ricerca
DANIELA BARBARESI -
Segretaria regionale FLC-CGIL


martedì 15 giugno 2010

campagna tutti devono sapere - bologna


La campagna TUTTI DEVONO SAPERE sale sugli autobus ed è subito successo. Lofaremo ancora e ancora. FACCIAMOLO DAPPERTUTTO
Oggi a Bologna piccoli gruppi di persone - insegnanti e genitori - in un'oradi punta sono saliti sugli autobus di alcune linee cittadine, distribuendovolantini e informando tutti i passeggeri di quel che sta accadendo allascuola pubblica.Tre quattro persone ogni gruppo. Appena saliti alcuni iniziano a distribuirei materiali informativi mentre la voce di un terzo si alza, robusta mapacata e dice:Buon giorno a tutte e tutti.Scusate il disturbo ma la cosa che dobbiamo dirvi è importante, crediamo,non solo per noi.Siamo genitori e insegnanti e vogliamo dirvi che la scuola pubblica, lascuola di tutti sta morendo.E' sottoposta a un'aggressione senza precedenti.Sui messaggi che distribuiamo sono indicate le ragioni di quello che stiamodicendo.In poche parole stanno tagliando ore di insegnamento, insegnanti e risorseeconomiche alla scuola pubblica mentre aumenta il numero degli studenti.Tutti devono sapere che una scuola pubblica sempre più povera prepara unasocietà più ignorante, più divisa e più insicura.Tutti devono sapere che presto la nostra scuola pubblica sarà di serie B.Tutti devono sapere che presto dovremo chiedere un mutuo alla banca per farstudiare i nostri figli.Contiamo che anche voi siate sensibili al disastro cui va incontro la scuoladei nostri figli.Contiamo che anche voi ci aiutate a informare tutti.Raccontate a tutti la scena a cui avete assistito oggi perchè tutti devonosapere.Grazie per l'attenzione, noi proseguiamo sul prossimo autobus.Sulle linee 27 e 30 scattano addirittura applausi scrosciante.Ovunque c'è attenzione, partecipazione, curiosità, spaesamento. Molti diconosemplicemente "grazie". I volantini vengono richiesti da tutti.È proprio vero che la scuola non è finita!E la riprova bisognerà darla ancora giovedì 10 dalle 17 in poi, quandol'Ufficio Scolastico Regionale sarà di nuovo circondato da genitori, alunnie insegnanti per una nuova "Protesta in Festa".Saremo davanti all'USR, nella piazza e nei giardini limitrofi,"impacchetteremo" la zona con i nostri volantini, assisteremo alleperformance di attori, clown e musicisti, faremo un ingresso finale nelfoyer del Teatro Comunale dove ci aspettano i giovani artisti che si battonocontro l'attacco alla cultura.Giovedì 10 saremo di nuovo a difendere la scuola di tutti e di ciascuno.Perchè noi non molleremo mai.La scuola pubblica è come l'acqua.Tutti devono sapere che non la vogliamo perdere.Per noi non è ancora finita!

http://www.assembleascuolebo.org/Il volantinohttp://www.assembleascuolebo.org/wp-content/uploads/2010/05/VOLANTINO10-6-10.2.pdf
TAGLI AL SISTEMA SCOLASTICO NELLA FINANZIARIA: INTERVENTI SUGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO


http://www.lavoce.info/articoli/-scuola_universita/pagina1001763.html

di Daniele Checchi 10.06.2010
Per quanto riguarda la scuola, la manovra prevede tre interventi:
1) il blocco degli automatismi stipendiali, attraverso una sospensione della maturazione della anzianità necessaria alla posizione economica superiore (maturabile in sei anni). Viene stimato che questo intervento possa produrre un risparmio di circa 320 milioni di euro annui, a decrescere nell’arco dei prossimi decenni.
2) il blocco della tornata contrattuale per il triennio 2010-12, come per gli altri comparti della pubblica amministrazione, ed il trasferimento delle stesse risorse al ripianamento della situazione debitoria delle scuole e al finanziamento delle supplenze brevi. Tuttavia questo intervento è particolarmente doloroso per il settore, in quanto le risorse per la “promozione degli insegnanti meritevoli” (così il Ministro dell’Istruzione aveva annunciato in merito alla destinazione di queste risorse) erano state già accumulate (nell’ordine di un 1.400.000 euro) grazie alla “restituzione” al settore di un terzo dei risparmi attuati attraverso i tagli di organico previsti dalla finanziaria per il 2008 (articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133). Si configurerebbe insomma un “tradimento” nei confronti del personale della scuola: prima viene richiesto loro di accettare una riduzione degli organici di circa il 10% della dotazione, con il conseguente aumento dei carichi di lavoro e i disagi connessi alla difficoltà di far fronte alle carenze con supplenti, in cambio della promessa di maggiori risorse stipendiali per gli insegnanti più virtuosi. Successivamente si stornano le stesse risorse a coprire i maggiori costi creati dalla riduzione degli organici, a fronte della mancata copertura ministeriale dei debiti delle scuole (situazione che ha indotto molti dirigenti scolastici a rivolgersi alle famiglie con varie modalità, chiedendo di contribuire alla copertura dei costi stessi). Questo intervento non ha ovviamente impatto in termini di risorse risparmiate, in quanto si tratta di riallocazione di fondi.
3) la manovra interviene infine su un punto controverso relativo alle dotazioni di organico di insegnanti di sostegno. Attualmente la definizione di disabilità, del grado di intensità della stessa e il numero di ore di sostegno scolastico necessario per ciascun alunno è demandato alle ASL, mentre compete alle direzioni scolastiche regionali individuare le risorse necessarie per fronteggiare queste esigenze. La mancanza di norme nazionali di riferimento sulla disabilità, accompagnate dall’assenza di vincoli di bilancio da parte delle ASL in riferimento alle dotazioni di organico di un altro comparto, ha creato una situazione di forte squilibrio territoriale sia nell’intensità della presenza di disabili (nell’ultima pubblicazione reperibile sul sito del Ministero dell’Istruzione. La tabella sottostante (riferita all’organico di diritto per il 2009-10) mostra come l’incidenza dei disabili (che dovrebbe essere quasi uniforme sul territorio nazionale) e la loro gravità (approssimata dal rapporto tra alunni disabili e insegnanti di sostegno) sia notevolmente variabile tra regioni, a riprova di un certo grado di arbitrarietà nell’individuazione dei casi e nella attribuzione di risorse. La norma prevista dal comma 5 dell’art.10 prevede l’obbligo delle commissioni delle ASL di attenersi ad una codifica delle disabilità definita internazionalmente, con la conseguente responsabilità pecuniaria in caso di errata classificazione. Tale norma dovrebbe produrre, nelle intenzioni del legislatore, un uso più responsabile dell’utilizzo del sostegno scolastico da parte di ASL e direzioni regionali. Il risparmio realizzabile con questo intervento non viene quantificato nella relazione tecnica, in quanto si ritiene che possa aiutare a conseguire l’obiettivo delle riduzioni d’organico già previsti nella finanziaria per il 2008.