lunedì 28 febbraio 2011

STATI GENERALI DELLA CONOSCENZA


C’è oggi nel nostro Paese, in dimensioni decisamente maggiori rispetto agli altri paesi, una vera e propria emergenza educativa,sociale, culturale e occupazionale che riguarda i giovani e il loro futuro.

Lavoro, sapere e diritti devono tornare al centro delle scelte strategiche per restituire fiducia e futuro al paese.

Nei prossimi dieci anni l’Unione europea è impegnata a raggiungere alcuni obiettivi essenziali: triplicare gli investimenti nella ricerca, raggiungere il 40% dei laureati nella fascia di età 30-34 anni, dimezzare la dispersione scolastica e migliorare gli esiti di apprendimento, raddoppiare il numero degli adulti in formazione, raggiungere il 33% di bambini nei servizi educativi per l’infanzia.

Fino ad oggi il nostro paese non ha superato il gap negli investimenti in conoscenza che lo divide dai paesi più sviluppati e non ha realizzato riforme utili a innalzare i livelli di inclusione e la qualità dei sistemi della conoscenza.

Si è così prodotto un epocale disinvestimento, economico e politico, nei sistemi di istruzione,formazione e ricerca che acuisce la divisione dei cittadini sulla base delle disponibilità economiche, dell’appartenenza sociale, culturale, etnica e territoriale.

In questo quadro i sistemi pubblici rischiano di assumere una funzione residuale: istruzione e formazione pubblica per coloro che non possono permettersi percorsi di qualità a pagamento e ricercatori costretti a trovare occupazione all’estero.

Tutto ciò sta allontanando l’Italia da quei paesi che, con lungimiranza, considerano, invece, la conoscenza l’elemento su cui puntare per uscire dalla crisi.

E’ necessario arrestare questa china, aumentando gli investimenti in istruzione, formazione e ricerca, adeguandoli velocemente agli standard europei. Il sapere è, infatti, volano decisivo per affermare un nuovo modello di sviluppo, alternativo alle logiche neo liberiste fino ad oggi egemoni.

Siamo sottoposti a una sollecitazione cognitiva inedita: la straordinaria crescita delle conoscenze e la velocità del loro continuo cambiamento implicano una profonda rivisitazione dei sistemi della conoscenza e una profonda riconversione dei sistemi produttivi. Oggi, infatti, le prospettive di sviluppo si giocano sull’attivazione di un circolo virtuoso tra potenziamento della ricerca, innalzamento dei livelli di istruzione e formazione della popolazione, riposizionamento dei sistemi produttivi in direzione dell’innovazione, della qualità e della sostenibilità. Istruzione, formazione e ricerca assumono,quindi, un ruolo decisivo all’interno di un moderno concetto di cittadinanza e di programmazione economica e, in questa prospettiva, il lavoro cognitivo riacquista senso, dignità e valore.

I valori fondamentali della Costituzione devono guidare le necessarie riforme dei sistemi della conoscenza: il sapere come diritto essenziale per l’esercizio della cittadinanza attiva, la scuola pubblica come fattore primario di inclusione e di mobilità sociale, la libertà di insegnamento e di ricerca, la laicità sono i punti di riferimento delle trasformazioni da realizzare.

La conoscenza, in quanto bene comune, deve costituire la base del progetto di rinnovamento sociale e di ricostruzione democratica ed etica del nostro Paese. Occorre fare spazio alle nuove generazioni ed è necessaria la “ripubblicizzazione” dei sistemi della conoscenza. Ripubblicizzazione intesa come riappropriazione collettiva dei processi formativi e come nuova assunzione condivisa di responsabilità da parte dell’intera comunità e di tutti i soggetti che vivono la scuola, l’Università e gli enti di ricerca.

Democrazia, partecipazione, rispetto della persona, delle differenze e comprensione dell’altro sono valori che vanno riaffermati e trasmessi alle future generazioni, per costruire “un mondo migliore di quello che abbiamo trovato”.

Per questo occorre ridefinire finalità, ruolo e funzioni dei sistemi pubblici della conoscenza, attualizzandone la funzione sociale nell’ottica della costruzione di un nuovo modello di sviluppo fondato sulla solidarietà e giustizia e sulla sostenibilità ambientale.

Il ruolo delle istituzioni della conoscenza oggi si gioca sul terreno della cittadinanza, sulla capacità cioè di formare persone in grado di governare la propria vita, educando ai valori condivisi, alla legalità ed alla consapevolezza dei propri diritti. E’ dunque compito prioritario dei processi educativi, da un lato, formare mentalità critiche, capaci di risolvere problemi, abituando al dubbio, all’imprevisto, alla curiosità; dall’altro, educare ad un pensiero razionale e scientifico, individuando i saperi di cittadinanza indispensabili per vivere, lavorare, continuare a studiare. 1

Ne deriva che è necessario: 1. sapere di più e meglio in ogni fase della vita; 2. ripensare al sapere che serve; 3. riorganizzare profondamente i percorsi di istruzione, formazione e ricerca ed i sistemi di valutazione ad essi collegati.

L’apprendimento permanente, inteso come capacità ed effettiva possibilità di apprendere lungo tutto il corso della vita, deve costituire la strategia delle trasformazioni dei sistemi formativi del nostro paese. E’ indispensabile, pertanto, garantire l’effettiva possibilità di partecipare, in tutte le età ad attività formative (lifelong learning) rispondenti all’insieme delle esigenze di vita delle persone (lifewide learning).

Occorre costruire un nuovo sistema di welfare universale in grado di assicurare sia il diritto allo studio e l'accesso ai saperi, rimuovendo le disuguaglianze economiche e sociali di partenza, sia la continuità del reddito come fondamento dell'autonomia sociale per il superamento della precarietà lavorativa ed esistenziale delle giovani generazioni. Occorre, perciò: 1. definire i livelli essenziali delle prestazioni, non riducibili a standard minimi di servizio; 2. garantire l'accesso ai saperi su tutto il territorio nazionale, all'interno e all'esterno dei luoghi formali della formazione; 3. individuare strumenti universali di welfare che promuovano opportunità, scelte, spazi di cittadinanza, autodeterminazione e libertà, superando gli attuali modelli di tipo prevalentemente familistico e risarcitorio.

Il superamento di ogni forma di precarietà è presupposto per la reale garanzia della libertà di insegnamento e di ricerca ed è fattore decisivo per la qualità dei sistemi, unitamente all’autonomia sociale, alle retribuzioni adeguate e alla certezza dei diritti del lavoro.

La conoscenza è strumento fondamentale per la crescita personale, il superamento delle disuguaglianze e la qualificazione del modello di sviluppo del paese.

Ridare futuro, speranza e fiducia al paese (come indica l’ultimo Rapporto Censis) è la priorità.

La conoscenza è lo strumento per farlo.

Sulla base di questo Documento, i soggetti firmatari, a partire dalla complessità e dalla ricchezza delle proprie differenze, si impegnano ad aprire un dibattito pubblico verso gli Stati Generali della conoscenza.

Si costituisce, pertanto, il Comitato promotore per gli Stati Generali della Conoscenza che, facendo forza sulla parte viva del paese e sui giovani scesi in piazza per difendere il loro futuro, rimane aperto ad adesioni e contributi alla discussione da parte di realtà associative, esperienze di movimento ed iniziative pubbliche, con l’obiettivo di definire proposte di rilancio e innovazione dei sistemi di istruzione, formazione e ricerca.

ADI, AIMC, ARCI, ARCI RAGAZZI, AUSER, CGD, CGIL, CIDI, EDAFORUM, FLC CGIL, FNISM, LEGAMBIENTE, LEGAMBIENTE Scuola e Formazione, LIBERA, LINK Coordinamento Universitario, MCE, MSAC, PROTEO Fare Sapere, RETE DEGLI STUDENTI, RETE DELLA CONOSCENZA, RETE 29 APRILE, TAVOLA DELLA PACE, UNIONE DEGLI STUDENTI, UDU 2
http://www.grusol.it/eventi/seminari2011.pdf

Gruppo Solidarietà

aprile - giugno 2011
Seminari di approfondimento



Persone con disabilità. I diritti, i bisogni, i servizi

Obiettivi e contenuti. I problemi connessi con la riduzione dei finanziamenti per interventi e servizi sociali e sociosanitari rischiano di far trascurare i temi dell´integrazione delle persone con disabilità nella società, dei crescenti rischi di istituzionalizzazione, della qualità dei servizi. Il pericolo, impegnati nella resistenza, è quello di non avere tempo di analizzare le evoluzioni, le necessità, le strade cui ci si incammina. Parlare di diritti, di servizi rispondenti ai bisogni, di qualità degli interventi è oggi decisamente fuori moda. Porre l´esigenza della necessità di un maggiore impegno finanziario sembra ai più, il vaneggiamento di mitomani. Intanto il ritorno alla logica della beneficenza appare essere molto più di una minaccia. Riteniamo, invece, irrinunciabile continuare a riflettere e confrontarsi su questioni importanti che richiedono un ulteriore approfondimento. In questa prospettiva proponiamo un ciclo di incontri con l´obiettivo di analizzare tre temi che, sulla scorta della nostra esperienza, ci paiono di estremo rilievo. Da un lato, l´analisi della situazione, dall´altro mantenere alto il profilo della proposta e della riflessione.



Integrazione scolastica. A che punto siamo?

A partire da un bilancio della integrazione, capire in quale direzione è opportuno agire. Tra tagli e richieste di coperture ad orario completo quale futuro per l´integrazione?

Jesi, 8 aprile 2011. Ore 9.00 - 13.00
Si confrontano

Andrea Canevaro, Docente di pedagogia speciale; Università di Bologna, sede di Rimini

Marisa Faloppa, Comitato integrazione scolastica, rivista "Handicap & scuola", Torino

Danilo Massi, Dirigente Scolastico Istituto Omnicomprensivo S.Egidio alla V. e Ancarano, Teramo

Salvatore Nocera, Vice presidente Fish (Federazione italiana superamento handicap), Roma

sabato 5 febbraio 2011

SECONDO L'ISTAT, L'ISTRUZIONE IN ITALIA PERDE IL PASSO RISPETTO ALL'EUROPA

a cura della Redazione NEWSLETTER GENITORI E SCUOLA
http://www.genitoriescuola.it/newsletters/news1102.htm

Troppi abbandoni scolastici, e troppi giovani “abbandonati”.
Si potrebbero sintetizzare così le cifre fornite il 19 gennaio dall’ISTAT, che rivelano un’Italia “giovane” così sfiduciata al punto da registrare due milioni di persone nelle condizioni che un acronimo inglese definisce Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. Una cifra impressionante, visto che si tratta del 21,2 per cento della popolazione tra i 15 ed i 29 anni: uno dei nostri ragazzi su 5, la quota più elevata a livello europeo.
Anche tra chi studia le cose non vanno meglio: la quota dei più giovani (18-24enni) che ha abbandonato gli studi senza conseguire un titolo di scuola media superiore, è pari al 19,2 per cento (media Ue27 14,4 per cento).
L’Italia è anche il paese dove il 46 % della popolazione tra i 25 ed i 64 anni non ha superato il livello di istruzione pari alla scuola media inferiore (percentuale che è solo al 27% nella media dell’Unione Europea).
Il 19 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente), con un incremento, tra il 2004 e il 2009, di 3,3 punti percentuali: una quota ancora molto contenuta rispetto all’obiettivo del 40 per cento fissato da “Europa 2020”.
Per fortuna, emerge anche un dato positivo: i dati più recenti sul livello delle competenze (indagine Pisa dell’Ocse), mettono in luce un recupero rispetto al passato dello svantaggio degli studenti 15enni italiani in tutte le materie considerate.
Potete esaminare il dettaglio del rapporto ISTAT sull’istruzione su questo link
http://noi-italia.istat.it/index.php?id=6&user_100ind_pi1[uid_categoria]=5
FONTE: VIVEREMACERATA
Studenti maceratesi contro la Gelmini al salone dell'orientamento

Venerdì mattina il Movimento degli studenti maceratesi, è intervenuto all’ annuale salone dell’orientamento organizzato dall’Università di Macerata, per ribadire le proprie rivendicazioni, il dissenso nei confronti delle politiche governative in materia di istruzione e ricerca e la critica al modello sociale autoritario che si sta delineando.

L’iniziativa è stata ben accolta sia dai rappresentanti delle istituzioni universitarie presenti, le quali hanno ringraziato i ragazzi del movimento per aver sollevato la questione, sia dagli studenti medi e insegnanti. Inoltre, è stato letto con il megafono e distribuito ai presenti il comunicato che segue.
Il dis-orientamento dei senza futuro. L’università di Macerata ha organizzato il 3 e 4 febbraio l’annuale salone dell’orientamento, per indirizzare gli studenti medi verso una “scelta consapevole degli studi universitari”.
Noi studenti che a Macerata fin dal novembre scorso abbiamo dato inizio, a partire dall’occupazione dell’aula A della facoltà di Filosofia, ad un ciclo di mobilitazioni contro il ddl Gelmini che hanno coinvolto anche precari, professori e studenti medi, siamo “consapevoli” del fatto che oggi come non mai viene seriamente messa in discussione per tutti la reale possibilità di scegliere un futuro. Perché sappiamo che finiti gli studi è la precarietà delle nostre vite quello che ci aspetta e che il nostro stesso diritto allo studio viene minato alle fondamenta dai tagli imposti da Gelmini e Tremonti.

Anche durante il salone dell’orientamento quindi, crediamo sia importante continuare una discussione sulla possibilità di una riforma dal basso dell’università che renda il sapere libero ed accessibile a tutti, e per il ripensamento di una forma di welfare in grado di garantire diritti e reddito a tutta quella parte della società costretta a lavorare e vivere in una condizione di sempre più grave precarietà. In questi mesi abbiamo condiviso le lotte degli operai FIOM, dei centri sociali e dei movimenti per i beni comuni e i diritti dei migranti, e di tutte quelle organizzazioni e movimenti che hanno ora deciso di collaborare in “Uniti contro la crisi”, per lottare contro un sistema che intende utilizzarla, questa crisi da esso stesso generata, per rafforzare il controllo sulle nostre vite e sbilanciare i rapporti tra le parti sociali in direzione sempre più autoritaria.
Le conseguenze del ddl, ormai approvato, si fanno sempre più sentire nei nostri territori. È infatti di questi giorni la notizia dello sgombero, avvenuto con la forza, degli spazi occupati all’università di Napoli, Zero81 e Fanon, ai quali esprimiamo la nostra solidarietà. A Macerata assistiamo invece, ad esempio, allo stravolgimento nell’organizzazione e alla diminuzione dei fondi per le attività culturali, che saranno concentrate in una sola settimana e su un tema imposto dal rettore. Uno dei pochi mezzi che gli studenti avevano per tentare di fare autoformazione a Macerata, viene quindi drasticamente ridimensionato e sottoposto ad un maggiore controllo da parte delle istituzioni universitarie.

Noi pensiamo invece di poter contrastare il ddl e uscire da questa crisi, culturale oltre che economica, sociale e ambientale, anche attraverso percorsi di autoformazione. E’ per questo che sentiamo il bisogno di reclamare spazi di autogestione e confronto all’interno degli atenei. Saremo in piazza, nelle università, nelle fabbriche, ovunque, come abbiamo sempre fatto fino ad oggi, come il 16 ottobre e il 14 dicembre a Roma e come il 28 gennaio ad Ancona ed in tutta Italia, finché non sconfiggeremo questa crisi e chi la sta usando per sottometterci e ricattarci.
Uniti contro la crisi!
da Movimento Studenti Macerata
FONTE: EDUCATION2.0

http://www.educationduepuntozero.it/community/pof-partecipato-territoriale-401595634.shtml

POF PARTECIPATO E TERRITORIALE
Il Piano dell’Offerta Formativa come strumento di autonomia, tra aspirazioni e prorogatio.


modelli esemplari di “governo” partecipato del territorio in questa fase di transizione, come la Consulta provinciale dei genitori di Bolzano e la Consulta dei Genitori di Trento.


http://www.provincia.bz.it/intendenza-scolastica/scuole/organi-consulta-provinciale-genitori.asp
 
http://www.vivoscuola.it/Genitori/Consulte-d/index.asp

giovedì 3 febbraio 2011

Alle cittadine ed ai cittadini della provincia di Ancona
Le scelte politiche del governo stanno facendo pagare un prezzo altissimo alla scuola sul
versante della qualità dell’offerta formativa e su quello dei diritti, sia degli studenti sia del
personale. È stata fotografata la situazione attuale della scuola in seguito ai tagli operati
dal governo che possono essere così riassunti e schematizzati:
nelle Marche sono stati tagliati in due anni 2394 posti di lavoro tra personale


docente ed A.T.A., nella provincia di Ancona 399 docenti e 259 ATA.


- nel nostro Istituto ……………………. non è stato sostituito tutto il personale in


quiescenza;


- negli ultimi due anni il personale A.T.A. è stato ridotto di ……. (indicare quanti


collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici sono stati tagliati)


- il personale docente è stato ridotto di……………………
sono state tagliate le risorse economiche: c’è stata una drastica riduzione del



finanziamento per l’acquisto di materiale per il funzionamento scolastico tanto che il


contributo dei genitori è passato da €________ a €__________


• è stato ridotto il finanziamento in dotazione alle scuole per pagare le ore di


supplenza dei docenti interni, quello per gli esterni è stato ripristinato ma i


Dirigenti Scolastici, ancora in forte difficoltà per il credito contratto con lo Stato a


seguito di somme anticipate e mai reintegrate, malgrado le proteste del personale


della scuola e delle famiglie, in molti casi continuano a non nominare e a distribuire


gli alunni nelle classi o a sospendere le lezioni, con gravi ripercussioni sul diritto allo


studio.


• è diminuito il tempo scuola degli studenti:


- nella scuola dell’infanzia…………


- nella scuola primaria, per ora, si è passati da _____ ore a _____ (speriamo mai


24!)


- nella secondaria siamo passati da ______ a _______ e sono scomparse le ore


opzionali;


• è mediamente aumentato il numero di alunni per classe;


• non viene rispettato il limite massimo di 20 alunni per classe in presenza di


disabili, infatti non sono stati istituiti tutti i posti per il sostegno che sarebbero


necessari per rispettare almeno il rapporto di un docente ogni due alunni previsto


dalla normativa vigente: nelle Marche mancano 279 docenti di sostegno, nella


provincia di Ancona 99, sebbene la Corte Costituzionale, con la sentenza del 22


febbraio 2010, abbia escluso la possibilità di stabilire un tetto nazionale per il


sostegno.


• Intanto, la manovra finanziaria per il 2011 ha confermato l’attuazione dei tagli


di 8 miliardi nel triennio 2009/11 approvati con la legge 133/2008, ma tornano 245


milioni alle scuole non statali che raggiungono così 526 milioni di euro annui di


finanziamento statali rispetto ai 323 milioni del 2001, mentre per la scuola pubblica


le risorse non si trovano nemmeno per il fondo a sostegno dell’autonomia scolastica


(legge 440/97) il cui finanziamento passa dai 258 milioni di euro del 2001 agli 88


milioni del 2011.


• Viene di fatto azzerato il fondo di 103 milioni di euro per la gratuità dei libri


nelle scuole elementari. Infatti, dopo una prima cancellazione dello stanziamento,


con successivi emendamenti alla legge di stabilità i 103 milioni sono stati ricompresi


in un capitolo di bilancio di 350 milioni per interventi di carattere sociale destinato


anche al pagamento di 270.000 LSU (lavoratori socialmente utili) che garantiscono


la pulizia in 3.500 scuole. Sarà un futuro decreto del Presidente del Consiglio a


decidere la destinazione dello stanziamento che, prevedibilmente, cancellerà


definitivamente i libri gratuiti visto che per i soli LSU nel 2010 si sono spesi


370 milioni.


• Nessun finanziamento per l’edilizia scolastica a copertura degli interventi


sostenuti dalle Province e dagli Enti Locali: Il 2009 è l’ultima delle annualità che


ha beneficiato del finanziamento previsto nella legge Finanziaria 2007, che aveva


destinato 250 milioni di euro per i piani di edilizia scolastica previsti dalla legge


23/96, per il triennio 2007-09. La somma inizialmente prevista per il 2009, pari a


100 milioni di euro, nel Bilancio del 2009, ha visto un taglio di 23 milioni di euro. Il


patrimonio di edilizia scolastica su l’intero territorio nazionale è costituito da circa


42.000 strutture, molte delle quali, nonostante gli sforzi economici di Comuni e


Province, non ancora in regola con le norme di sicurezza e spesso carenti di aule,


laboratori, palestre.


• Eppure il nuovo regolamento per la costituzione delle classi emanato dall’attuale


Governo ha previsto un aumento generalizzato degli alunni senza tenere in nessun


conto la possibilità effettiva delle scuole di contenere più dei 25 alunni per classe


che mediamente è il numero previsto dalla nostra edilizia scolastica: abbiamo


notizia di classi che contengono fino a 30/34 alunni anche con la presenza di


disabili e in spazi non sufficienti dl punto di vista della sicurezza e dell’igiene.


Per tutto questo non è più possibile, come invece vorremmo, garantire agli studenti il diritto


ad un’istruzione di qualità che è il compito della scuola statale così come previsto dalla


Costituzione della Repubblica Italiana.


Queste infatti le principali conseguenze del quadro sopra descritto:


• i tagli all’organico pongono gravi questioni in termini di sorveglianza e di sicurezza;


• è gravemente compromesso lo svolgimento della normale attività didattica;


• sono gravemente compromesse tutte le attività laboratoriali, di recupero e di


potenziamento; diventa quindi impossibile attuare, come vorrebbero i docenti e


come giustamente chiedono i genitori, sia interventi individualizzati sugli alunni che


hanno più bisogno, sia occasioni culturali e formative, come uscite didattiche, viaggi


d’istruzione, spettacoli, manifestazioni, mostre;


• quest’anno, dopo anni di difficoltà, sono stati ripristinati i fondi per garantire l’attività


alternativa a chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica, ma non


sappiamo se saranno allo stesso modo garantiti il prossimo anno


• è gravemente compromessa la possibilità di realizzare una scuola moderna di


qualità capace di offrire agli studenti strumenti e tecnologie adeguate.


Ecco quindi ciò che vogliamo chiedere in risposta ai problemi fotografati:


istituire l’organico in base alle esigenze dell’Istituto e non in base alle necessità del


bilancio dello Stato (aumento del personale docente e non docente in funzione del


reale bisogno, della dislocazione frammentata delle strutture, dell’età degli alunni e


della presenza di bisogni formativi particolari)


monitorare le reali necessità e adeguare l’assegnazione delle risorse (materiali di


consumo e strumenti didattici)


nominare immediatamente i supplenti


riorganizzare il tempo scuola:


- riportare a 30 ore il “Modulo” nella scuola primaria


- mantenere le 40 ore per la scuola dell’infanzia e per il tempo pieno nella scuola


primaria


- reintegrare le ore opzionali sottratte alla scuola secondaria di 1° grado


mantenere la gratuità dei libri di testo per la scuola primaria


adeguare il limite degli alunni per classe:


- 20 alunni per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria


- 22 alunni per la scuola secondaria di 1° grado


rispettare la normativa sul numero degli alunni per classe in presenza di disabilità


mettere in grado gli Enti Locali di provvedere alla manutenzione ordinaria e


straordinaria degli edifici scolastici


assumere i precari su tutti i posti disponibili, come condizione essenziale per


garantire la continuità dell’intervento educativo di personale stabile e motivato


garantire il rinnovo delle RSU per una gestione democratica e trasparente delle


scuole e per una reale rappresentatività del sindacato nei luoghi di lavoro


Le nostre richieste non sono finalizzate a mantenere o richiedere privilegi o ad arroccarsi


su posizioni anacronistiche o nostalgiche, ma intendono perseguire il nostro dovere


primario di educatori: genitori che cercano di garantire le migliori possibilità per il futuro


delle nuove generazioni, insegnanti che vogliono svolgere il proprio compito di insegnare


ad apprendere e di educare al pensiero critico.


Vogliamo reagire a questo stato di cose, consapevoli che oggi noi cittadini - lavoratori,


genitori, studenti, docenti, personale della scuola – siamo chiamati a fare la nostra parte


per salvare e rilanciare la scuola pubblica.


RACCOLTA DI FIRME (da inviare alle figure competenti) e un altro FOGLIO con gli


INDIRIZZI MAIL per poter creare una rete e rimanere in contatto.


Sottoscrizione del documento:


Docenti


ATA


Genitori



 

DAL COMITATO DI ANCONA

mailto:comitatoscuolancona@libero.it

Prima di Natale ad Ancona si è costituito il Coordinamento Provinciale genitori e personale della scuola in difesa della scuola pubblica; dell´organismo suddetto fanno parte per il momento: il Comitato Scuola Ancona, il coordinamento Precari ed alcuni genitori.
abbiamo stilato un documento condiviso contro i tagli governativi (da integrare eventualmente con le problematiche di ogni realtà scolastica) da far sottoscrivere ai genitori e al personale tutto della scuola estendendolo a tutto il territorio della nostra provincia



SALVIAMO LA SCUOLA PUBBLICA

FERMIAMO I TAGLI 2011/12

FIRMA ANCHE TU! PARTECIPA CON NOI!

DAI IL TUO SOSTEGNO PER UNA SCUOLA DI QUALITA’ PER TUTTI






Nella provincia di Ancona genitori e personale della scuola, nel corso di diverse assemblee e riunioni, hanno
discusso della situazione in cui si trova oggi la scuola statale. I genitori condividono le preoccupazioni degli
operatori della scuola: i tagli stanno colpendo il diritto allo studio dei giovani.
Nella convinzione che l’argomento interessi tutti i cittadini, hanno pensato di lanciare una raccolta di firme
per raggiungere l’obiettivo di coinvolgere tutta la società civile a sostegno di questa vertenza ed una raccolta
di e-mail per formare una rete sempre al corrente delle iniziative e delle novità che riguardano la scuola.
Hanno dunque predisposto questo documento che rappresenta la sintesi delle conseguenze dei tagli
registrati finora nelle nostre scuole, con una parte dedicata al singolo istituto scolastico per evidenziare le
conseguenze specifiche in ogni realtà. Le firme saranno consegnate alle istituzioni e a tutti i nostri
rappresentanti in Parlamento per rendere visibile la nostra protesta e le nostre proposte e per tenere alta
l’attenzione su un argomento di vitale importante per il paese e per il futuro dei nostri giovani.