martedì 23 agosto 2011



Quali condizioni amministrative, didattiche ed organizzative, per una nuova governance dell'istruzione nei territori montani: buone pratiche a confronto
http://umbria.legambiente.it/contenuti/comunicati/salviamo-le-scuole-di-montagna-lappello-di-anci-umbria-uncem-umbria-comune-di-m
Seminario nazionale

Montegabbione, 7 maggio 2011
FONTE: LEGAMBIENTE
Centro storico

Salviamo le scuole di montagna. L'appello di Anci Umbria, Uncem Umbria, Comune di Montegabbione, Provincia di Terni e Legambiente.


Scuola e Territorio

“La montagna necessita di leggi specifiche e non di deroghe – commenta Simone Guerra, Coordinatore Commissione Istruzione e Politiche formative Anci Umbria - a cominciare dalle politiche per la scuola e dal diritto ad un'istruzione di qualità per chi vive in zone fragili. Infatti la scuola di montagna non può essere pensata come semplice trasposizione del modello impoverito delle scuole di città. Ed è per questo che abbiamo deciso di inviare al Ministero, ai Presidenti delle Regioni, alle Anci regionali, ma anche ai dirigenti scolastici e ai genitori il Documento di Montegabbione, scaturito dal seminario che abbiamo organizzato in Umbria lo scorso maggio dedicato proprio alle scuole montane; tale carta vuole essere una utile piattaforma per confrontarsi con una tematica che pur sembrando marginale, risulta fondamentale per l'istruzione di qualità nelle zone più fragili del Paese”.
“Crediamo che intorno alla riorganizzazione della rete scolastica territoriale - continua la Marchino - occorra intervenire con una metodologia che tenga conto non solo degli aspetti finanziari, ma di una strategia di tutela e valorizzazione della permanenza delle popolazioni su territori definiti geograficamente marginali, ma di grande importanza in merito alla gestione delle risorse naturali, alla qualità territoriale e alla coesione sociale”.
La maggior parte dei comuni italiani è classificata montana, il 52% degli 8.101 comuni; tra questi, 655 sono parzialmente montani e i rimanenti 3.546 totalmente montani. Se poi si considera la conformazione geografica risulta che l'Italia è costituita da montagna e collina per il 74% del territorio nazionale (fonte: Censimento ISTAT 2001). E la montagna italiana, oltre ad offrire scenari e paesaggi di meravigliosa bellezza, costituisce una preziosa riserva di energia e risorse insostituibili, nonché un patrimonio unico di storia, cultura e tradizioni, ma è anche uno dei contesti geografici più fragili: rischio spopolamento, nonché dello sfruttamento indiscriminato delle risorse e della distruzione di un risorsa naturale, plasmata e conservata, con risultati alterni, per millenni dall'opera dell'uomo, oggi sempre più esposta alle continue catastrofi e al dissesto idrogeologico.
"Se consideriamo che il patrimonio italiano rurale - dichiara Massimo Bianchi, Presidente Uncem Umbria - sia una risorsa economica e sociale in grado di migliorare la qualità della vita dei residenti, allora le politiche devono essere consequenziali e quindi il territorio con vocazione turistica deve essere anche un territorio abitato. Oggi siamo ancora in tempo per fare una riflessione e tradurlo in agibilità politica".
“L'ultima manovra finanziaria contiene ulteriori pesanti tagli per l'istruzione e le risorse degli Enti Locali – interviene Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria - che colpiscono proprio le scuole situate nelle piccole isole e nei comuni montani. Chi ha formulato queste norme dimostra di non conoscere il funzionamento reale della scuola e di non avere a cuore la promozione e conservazione di presidi scolastici di qualità anche nelle aree montane, così strategiche per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del Paese. Chi ha proposto questi ulteriori tagli alle spese per l'istruzione, dimostra di non voler realizzare quei principi di inclusione e pari opportunità previsti dalla Costituzione. Come Legambiente abbiamo chiesto il ritiro di questi provvedimenti e la ripresa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni di una seria riflessione sui problemi del dimensionamento scolastico, che tenga conto delle competenze in questo campo degli Enti Locali e della necessità di riorganizzare la rete scolastica nei piccoli comuni e nelle aree montane superando la fase delle "deroghe", ed elaborando invece, parametri specifici per queste realtà territoriali che sono a rischio di spopolamento e isolamento”
Il Documento di Montegabbione, presentato in conferenza stampa, oltre ad illustrare le criticità e i bisogni delle scuole di montagna, pone l'attenzione anche sul grande valore che queste hanno in quanto sono presidi socio-culturali di un territorio, attenti ai mutamenti e capaci di interagire nell'immediato con le persone, veri e propri “laboratori didattici” capaci di favorire l’apprendimento cooperativo, l’autonomia, la responsabilità, l’iniziativa, doti di cui c’è un gran bisogno per affrontare le complesse sfide cognitive e sociali del presente e del futuro.
“Perchè le scuole di montagna possano essere dei presidi educativi di eccellenza – dichiara Tiziana De Angelis, responsabile Servizio Istruzione della Provincia di Terni, intervenuta in rappresentanza dell’Assessore Stefania Cherubini– occorre partire dal documento per avviare una programmazione e quindi avanziamo la proposta che in Umbria venga istituito un gruppo di lavoro inter-istituzionale su "La scuola di montagna e la montanità" che individuando i bisogni formativi delle comunità delle zone montane, sia utile strumento per la programmazione educativa sul territorio e che sia istituito in sede di Conferenza Unificata un tavolo che affronti in maniera specifica la situazione e i bisogni dei presidi scolastici montani e delle piccole isole”.
“I provvedimenti legislativi degli ultimi anni hanno messo in difficoltà un sistema di istruzione di qualità per i cittadini delle aree montane ed isolane del nostro Paese” è quanto dichiarato questa mattina da Isabella Marchino, Vicesindaco di Montegabbione in occasione della conferenza stampa promossa da Anci Umbria, Uncem Umbria, Comune di Montegabbione, Provincia di Terni e Legambiente per presentare il documento scaturito dal seminario “Le scuole montane come presidi educativi di eccellenza. Quali condizioni amministrative, didattiche ed organizzative per una nuova governance dell’istruzione nei territori montani: buone pratiche a confronto”, organizzato il 7 maggio scorso nell'ambito di Voler bene all'italia, la campagna di Legambiente dedicata ai piccoli comuni.

lunedì 15 agosto 2011

fonte: NONUNODIMENO
IL DUO TREMONTI-GELMINI BATTUTO DUE VOLTE: Il Consiglio di Stato conferma L'ILLEGITTIMITA' dei tagli agli organici del Personale della Scuola.


All'udienza del 29 luglio 2011 sono stati discussi in Consiglio di Stato gli appelli della Ministra Gelmini contro le sentenze del TAR Lazio che avevano dichiarato illegittimi i tagli agli organici della scuola;il CdS anzitutto ha riconosciuto il pieno diritto dei genitori e dei lavoratori della scuola e dei Comitati della scuola ad impugnare gli organici anche per far valere le prerogative delle Regioni,nonostante la loro acquiescenza alle illegittimità della Ministra; nel merito ha accolto le censure dedotte dai difensori dei genitori e dei lavoratori della scuola ( Avv C. Mauceri anche per il Comune di Fiesole, M, Virgilio,F. Buccellato,P. Pupino per la Provincia di Pistoia .F. Giuffrè e Scaringella per il Comune di Imola) ,dichiarando l'illegittimità dei Decreti interministeriali con ì quali sono stati determinati i tagli agli organici del personale della scuola ( nel triennio oltre 87000 posti!).
Finora si sono impegnati, con il sostegno dei Comuni e delle Province prima indicate e soprattutto dei Comitati Scuola, solo i Genitori, i Lavoratori della Scuola e la FLC-CGIL.

ORA SPETTA ALLE FORZE POLITICHE ED ALLE ISTITUZIONI REGIONALI E LOCALI IMPEGNARSI CONCRETAMENTE PER IL RISPETTO DELLE SENTENZE DEI GIUDICI.

fonte: COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI

mercoledì 10 agosto 2011

UN PO' DI CHIAREZZA SUL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ULTRADICIOTTENNI CON DISABILITA'
Salvatore Nocera vicepresidente del FISH

FONTE: GRUSOL.IT
La scuola che perde la memoria, perde se stessa


L'idea gelminiana della scuola, superficiale, tutta ipercompetitiva e senza più i tempi necessari per l'apprendimento, produce mostri come la bocciatura di una bambina di 6 anni in prima elementare (di Angela Nava)

pubblicato il 13 luglio 2011 , 67 letture
di Angela Nava Mambretti, Presidente CGD- Coordinamento Genitori Democratici

Un settimanale femminile, dignitoso e di grande tiratura, mi chiedeva ieri di trovare delle motivazioni che giustificassero e rendessero plausibile (auspicabile?) la bocciatura in prima elementare di una bambina di Ischia, quella di cui tutti i giornali hanno parlato. Ovviamente non ho risposto, ma il mio sconcerto riguarda la domanda.
Cosa è successo a questo paese e a tutti noi perché si possa anche solo pensare di ricercare e trovare delle motivazioni ad un errore pedagogico di questa entità?
La scuola che boccia in prima elementare è una scuola primaria che parla di PROGRAMMI (ovviamente maiuscoli nella loro imperiosità); è una scuola che misura con un voto il cammino di apprendimento di un bambino di sei anni; è una scuola che fa le somme; che ritiene che i nostri bambini debbano avere un percorso di apprendimento unilineare e che essi non siano, come sono, “bambini a zig-zag”, a volte in pausa, a volte con grandi balzi; è una scuola che non conosce il tempo della pazienza, indispensabile in educazione; è una scuola che ritiene che i conti si facciano sulla base di una semplice equazione: tot ore di insegnamento erogato = tot risultati attesi.
E’ una scuola che ha perso la memoria di sé e quindi perde se stessa. E’ la scuola di Tremonti-Gelmini : una scuola senza storia e senz’anima; una scuola smemorata per un paese di smemorati.
Chi ricorderà nel 2020 (per assumere un parametro europeo) cosa è stata, cosa a gran fatica, talvolta, continua oggi ad essere la scuola italiana? Non i genitori che ne conosceranno una povera e senza tempo, dove ognuno cerca il meglio per suo figlio all’insegna del “si salvi chi può”; non più i docenti in perenne affanno con un numero di alunni sempre crescente ed un tempo scuola che diventa sempre più esiguo e non consente attenzioni alle diversità di cui sono portatori i bambini e a cui i bambini stessi hanno diritto.
Il nostro invidiabile modello di scuola primaria, il grande lavoro pedagogico che l’ha attraversata diventerà il ricordo di un gruppo di testimoni nostalgici. Ma la nostalgia da reduci alla lunga è fastidiosa e rimane inascoltata.
Ed intanto cresce proprio nella scuola primaria, la prima ad essere stata tragicamente colpita dai tagli gelminiani, il numero di bambini cui viene frettolosamente diagnosticato dalla scuola un disturbo aspecifico di apprendimento. Una generazione di “bambini difettati”? un’anomalia genetica , un virus che si diffonde?
Bambini che avrebbero solo bisogno di essere seguiti con i tempi distesi che l’educazione reclama e che solo tre anni fa non facevano statistica. La scuola stessa non può occuparsene: si vada dallo specialista! Chi si farà carico dei “bambini difettati” e dei loro ritardi o della loro espulsione dal circuito della scuola? Quale costo morale e sociale rappresenteranno per il nostro paese?
La battaglia per una scuola italiana che riconosca le sue radici e la sua storia è una battaglia che ci riguarda tutti indistintamente. E’ una battaglia morale e di civiltà ancor prima che politica
fonte: DISABILI.COM

diritti degli alunni disabili e delle loro famiglie devono essere difesi nei mesi estivi


Nella scuola italiana il personale docente viene comunemente distinto in organico di diritto (personale a tempo indeterminato) ed organico di fatto (docenti con nomina annuale).
Le situazioni legate al numero eccessivo di allievi per classe in presenza di alunni con disabilità vengono generalmente risolte in organico di fatto, dato che all’occorrenza dev’essere nominato il personale necessario. In presenza delle condizioni individuate dalle norme, occorre infatti sdoppiare o ridurre di numero le prime classi con alunni con disabilità, le quali non possono avere più di 20 alunni, elevabili a 22, come stabilito dagli artt. 4 e 5 del DPR n. 81/09. Anche per le classi successive alla prima, in caso di accorpamenti di due classi, occorre rispettare la medesima logica di tale decreto.

LE RECENTI CIRCOLARI MINISTERIALI – Nel caso in cui nella stessa classe siano presenti più di due alunni con disabilità o siano presenti alunni certificati con gravità, la classe deve fermarsi a venti alunni, come stabilito dalla Circolare Ministeriale n. 21/11. Solo in tali condizioni è infatti pensabile il progetto di integrazione e inclusione individuale previsto dalle Linee Guida Ministeriali del 2009. Tutto ciò è stato ribadito dalla recente Circolare Ministeriale n. 63/11, nella quale viene riaffermato il limite di 20 alunni in presenza di due allievi disabili o di disabilità grave, nonché il diritto ai posti in deroga, in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 80/10.

COSA POSSONO FARE I GENITORI – A fine luglio, quando gli Ambiti Territoriali (ex Provveditorati agli Studi) comunicano i posti di sostegno effettivamente assegnati ad ogni scuola, i genitori possono chiedere ai Dirigenti Scolastici che vengano comunicate loro le ore effettivamente assegnate al proprio figlio, per poter verificare se esse rispondono alle effettive esigenze previste in sede normativa ed eventualmente richiedere le necessarie ore di sostegno in deroga, nonché le ore di assistenza per l'autonomia e la comunicazione. In caso di inadempienze, sarà necessario ricorrere al Tribunale Amministrativo (TAR). I genitori hanno inoltre il diritto di conoscere il numero di alunni previsto per la classe di riferimento, delle singole classi, nonché il numero di alunni con disabilità presenti in ciascuna di esse e potranno richiederne eventuale sdoppiamento o distribuzione in altre classi, nel caso in cui si superino i limiti citati. Dopo il 31 agosto la composizione delle classi non può essere più modificata e pertanto, i genitori che non avessero ottenuto quanto richiesto nell’imminenza di tale scadenza, potranno eventualmente presentare ricorso al TAR, sempre non oltre tale data.



Sostegno agli alunni con disabilità in Lombardia: istruzioni per lo smontaggio.
Con la pubblicazione ufficiale degli organici di Sostegno per il prossimo anno scolastico, l'Ufficio Scolastico Territoriale di Milano (ex Provveditorato agli Studi) sembra mettere in atto un vero e proprio piano di dismissione. Rispetto alle direttive nazionali Milano e la Lombardia si sono superati portando i tagli a livelli mai visti in precedenza e superiori alle indicazioni della Finanziaria "lacrime e sangue" di Tremonti.


I dati sugli organici non lasciano adito a dubbi: l'integrazione di alunne e alunni con disabilità rischia il colpo del ko. Si va verso una drastica riduzione delle ore di sostegno, se non l'azzeramento del sostegno stesso. In media, indipendentemente dalla gravità dell'handicap, ogni allievo milanese con disabilità avrà diritto a meno di sette ore (6,7) di sostegno a settimana, poco più di un'ora per ogni giorno di scuola. In presenza di problematiche anche gravi come, ad esempio, l'autismo o le disabilità sensoriali, che richiedono interventi di figure specializzate e un maggior numero di ore, la situazione rischia di precipitare. Di contro, casi considerati più lievi rischiano di essere abbandonati a se stessi, per far fronte alle situazioni più critiche.

Un quadro che non sembra destinato a subire un'inversione di tendenza in futuro. La proposta di "privatizzazione del sostegno" che il parlamento discuterà a settembre, non lascia presagire nulla di buono e la manovra economica recentemente approvata parla chiaro: nei prossimi anni la dotazione complessiva degli insegnanti non dovrà superare quella dell'a.s 2011/2012. In questa prospettiva, una robusta sforbiciata al sostegno sembra costituire "un'occasione" da non perdere.

Paradossalmente, però, applicando i parametri della Finanziaria di Tremonti (una media di un insegnante ogni due allievi certificati), ci dovrebbero essere in Lombardia 3613 docenti di sostegno in più (1581 di questi a Milano e provincia).

I tagli colpiscono tutti gli ordini di scuola a partire dalla scuola dell'infanzia. Ai Ctp, i centri per la formazione degli adulti dai 16 anni in su (ultima spiaggia per chi vuol prendere la terza media) lavorerà un solo insegnante di sostegno per 13 allievi con disabilità. Penalizzate le scuole più attive nel campo dell'integrazione. La situazione è esplosiva nei professionali, mentre i rinomati licei del centro di Milano restano ancora praticamente off limits.

Di fronte a questi dati è prevedibile il moltiplicarsi di casi di famiglie che, sulla scia di quanto già avvenuto lo scorso anno, chiederanno alla magistratura di tutelare i sacrosanti diritti dei propri figli. Altrettanto prevedibile è il moltiplicarsi delle condanne per l'ufficio scolastico lombardo. Il gruppo sostegnoNOtagli, composto da genitori, docenti ed educatori, si augura che detto ufficio e il Ministero dell'Istruzione vogliano rimediare alla situazione, integrando opportunamente gli organici, prima dell'inizio dell'anno scolastico. Vigileremo inoltre affinché non si provi ad alimentare una "guerra tra poveri", garantendo i diritti di chi ha fatto o saprà far valere le proprie giuste ragioni, ma soltanto trasferendo su questi le già esigue risorse destinate ad altri.



SostegnoNOtagli-Milano

Per informazioni: sostegnonotagli@yahoo.it