mercoledì 26 marzo 2014

didattica di genere

fonte: comune.info

Quelle che… la scuola si può cambiare

Un gruppo facebook per ragionare intorno alla didattica di genere. “Noi, ci siamo – Donne, didattica, inclusione. Quelle che vi portano a scuola il cambiamento”. Si presenta così la pagina nata per chiamare a raccolta quante operano nella scuola italiana e sono attente alle questioni di genere   
insegnanti
di Nadia Verdile
L’idea è quella di costituire nei prossimi mesi gruppi provinciali di persone che siano disposti ad andare, a partire dal prossimo anno scolastico, nelle scuole del territorio per incontrare e formare le docenti e i docenti sulla didattica di genere.  L’allarme più volte lanciato dai media ha trovato accoglienza tra quante già sensibili al tema, ma ha lasciato nella più assoluta indifferenza la stragrande maggioranza del corpo insegnante. 
Mancanza di conoscenza dei gender studies, scarsa sensibilità all’argomento, indifferenza e superficialità sono gli ingredienti della gran parte delle programmazioni scolastiche che escludono l’universo femminile, tenendo fuori dalle conoscenze studentesche i contributi dati ai vari ambiti del sapere dalle donne.
Per uscire dai luoghi comuni, per dare corpo ad un’esigenza, per smettere di nascondere la testa sotto la sabbia dell’indifferenza, la pagina Noi, ci siamo vuole essere un richiamo all’impegno e alla partecipazione, partendo dal basso. 
I tentativi messi in campo in questi anni da alcune università e alcune associazioni sono rimasti quasi sempre sterili e improduttivi perché calati dall’alto e lontani dalle vere realtà scolastiche. 
Prima di scrivere libri dai grandi obiettivi bisogna formare le docenti e i docenti che quei libri dovrebbero adottare. Troppo spesso la distanza siderale tra chi scrive e chi legge induce al fallimento dei progetti. Non c’è consapevolezza né conoscenza dei temi in questione in molta parte del corpo insegnante.
La storia dei nostri giorni lo spiega bene. Allora che fare? 
Abbattere il muro del silenzio, fare come la montagna che andava da Maometto. Non serve a niente piangersi addosso, gridare all’ennesima tragica fine dell’ennesima donna violata e uccisa. Formare ed educare sono le parole d’ordine. 
Si andrà nelle scuole, dalle elementari alle superiori, si porteranno esempi, si raccoglieranno suggerimenti, si produrranno nuove reti e nuove aspettative, si daranno risposte, si cercheranno domande. La conta è iniziata. Si cercano disponibilità per poi procedere alla costituzione dei gruppi. 
Che sia il prossimo un anno scolastico nuovo, non solo un nuovo anno scolastico.

Fonte: Il paese delle donne on line

L'UTILITA' DELL'INUTILE



L'UTILITA' DELL'INUTILE

Si succedono appelli in difesa della cultura umanistica, dell’insegnamento della Filosofia, della Geografia, della Storia dell’Arte, della Educazione Musicale. Appelli in difesa del liceo classico (qui, qui). Il sapere non specificamente aziendalistico sta sparendo dalle nostre scuole? E la ministra Carrozza cosa dice? Leggiamo il suo Atto di indirizzo 2014 e troviamo ancora: digitalizzazione, potenziamento dell’istruzione tecnico-professionale, raccordo dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro. Inoltre: un anno in meno di scuola, e comunque una scuola per imparare a lavorare, una scuola fatta di stage e tirocini! La scuola della “alternanza scuola-lavoro” che piace tanto a Confindustria! A chi giova la diffusione di un’idea di sapere rivolto esclusivamente al profitto? A chi il potenziamento dell’analfabetismo? Poniamo il problema a partire dal libro di Nuccio Ordine L’utilità dell’inutile su cui riflette Donato Salzarulo.L’utilità dell’inutile: un florilegio di citazioni in difesa dei saperi umanistici di Donato Salzarulo

realizzare una comunità

fonte: ICS don orione
realizzare una comunità (di mario lodi)
"I principi sui quali ho fondato l'attività delle mie scolaresche in tutti questi anni tendono a creare una comunità in cui i bambini si sentano uguali, compagni, fratelli; essi non avvertono e non hanno al di sopra uno che li comanda e li umilia, ma un maestro che li guida all'esplorazione della vita. In questo tipo di comunità ovviamente non c'è il voto e nessun altro timore. C'è invece la motivazione a tutto ciò che si fa. E tra i fini delle attività c'è quello della felicità.
Perché dobbiamo vivere tutta la vita, in famiglia, a scuola, in fabbrica, sempre con la paura dentro e qualcuno al di sopra che ci comanda, ci umilia, ci impedisce di realizzare noi stessi?
Fondata su questa principi è stata anche l'esperienza dei cinque anni descritti nel libro: un tratto della nostra vita in cui abbiamo scoperto chi siamo, come potevamo realizzare noi stessi sviluppando le nostre capacità, i cosiddetti talenti, in modo da formare individualità che non si mettessero in competizione con le altre, ma potessero dare ogni sorta di contributi positivi al consolidarsi di rapporti sociali in una comunità che tali individualità esprime e valorizza.
Questo è il segreto, se così vogliamo definirlo, del risultato positivo dell'esperienza. Poi c'è un altro segreto, che è l'amore verso gli altri, inteso come rispetto dei singoli e impegno sociale."
Mario Lodi
da Scuola come liberazione, in Cominciare dal bambino, Einaudi 1977


Il filmato "Mario Lodi: un metodo di insegnamento", parte di una serie d’inchieste condotte da Vittorio De Seta nel 1979 sul mondo della scuola italiana [clicca qui]

lunedì 10 marzo 2014

macerata: attività motoria scuola primaria

fonte: viveremacerata
Attività motoria della scuola primaria: cresce il progetto della Provincia
immagineAumentano i bambini interessati dal progetto di educazione motoria nella scuola primaria promosso e coordinato dalla Provincia di Macerata. Per l'anno scolastico 2013/2014 salgono a 366 le classi delle elementari coinvolte e a    27 il numero dei comuni: Castelraimondo, Cingoli, Civitanova Marche, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiastra, Macerata, Matelica, Loro Piceno, Montecassiano, Mogliano, Montefano, Monte San Giusto, Morrovalle, Muccia, Petriolo, Pievebovigliana, Pieve Torina, Pollenza, Porto Recanati, Potenza Picena, Recanati, Tolentino, Serravalle di Chienti, Urbisaglia e Visso.

È apprezzata questa iniziativa che mira a favorire il corretto sviluppo psicomotorio dei giovanissimi, sempre più indotti oggi purtroppo ad una prolungata sedentarietà, e cresce. Merito dell'impegno dell'Amministrazione provinciale che, nonostante le risorse sempre più esigue, non ha rinunciato ad investire nel progetto circa 33 mila euro. Lo sottolineano, evidenziando l'importanza di un'attività fisica regolare sin dai primi anni di scuola, Leonardo Lippi, assessore provinciale ai Servizi scolastici, e Giovanni Torresi, assessore allo Sport, che in particolare auspicano un intervento del ministero per rendere finalmente obbligatoria l'educazione fisica nella scuola primaria, “considerando - dicono - che in Europa siamo tra i pochi Paesi a non averla”.

Il progetto della Provincia si avvale della collaborazione del Coni che, oltre a garantire la professionalità degli istruttori impiegati, partecipa insieme ai Comuni con un contributo per ogni classe, e si integra con l'analogo programma ministeriale di “Alfabetizzazione motoria”, coordinato dall'Ufficio scolastico provinciale.

Questo ha consentito di estendere l'educazione motoria in provincia di Macerata ad ulteriori classi, coinvolgendo così la quasi totalità degli alunni dai 6 agli 11 anni.