sabato 26 luglio 2014

edilizia scolastica

fonte: "una crepa in comune"

Edilizia scolastica, il piano del governo



Ricordate il discorso di fiducia alle Camere del 24 febbraio 2014 del presidente del Consiglio Matteo Renzi e la replica del giorno seguente [clicca qui]? "La stabilità delle aule scolastiche è un fatto di credibilità, è un fatto di dignità, è un fatto di onore". Bene, lunedì 21 luglio ha finalmente preso il via il piano di edilizia scolastica voluto dal Governo che coinvolgerà 20.845 edifici scolastici per investimenti pari a 1.094.000.000 di euro. 
Il piano è articolato in tre filoni:

  • #scuolebelle: nel 2014 è previsto un finanziamento di 150 milioni per gli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale in 7.801 plessi (sul sito del Miur è disponibile l’elenco  delle istituzioni scolastiche interessate). Il Miur verserà gli importi direttamente alle scuole. Saranno poi i dirigenti scolastici ad ordinare i lavori attraverso gli appalti Consip o ricorrendo ai vecchi appalti dove quelli nuovi non sono ancora stati attivati. Nel 2015 dovrebbero essere sbloccati altri 300 milioni per interventi che riguarderanno ulteriori 10.160 plessi.
  • #scuolesicure: sono stati destinati 400 milioni di euro a interventi di messa in sicurezza ed agibilità delle scuole per un totale di 2.480 interventi: interventi già resi ammissibili e presenti in graduatorie, ma che ora sono finanziati e che potranno partire terminato l’iter di registrazione delle delibere. Per acquisire i relativi finanziamenti Comuni e Province dovranno aggiudicare gli appalti entro il 30 ottobre 2014, esaurendo i primi 1.635 interventi previsti dal DL Fare. In seguito agli accertati ribassi d’asta, saranno finanziati altri 845 progetti previsti dal DDG 267 del MIUR.
  • #scuolenuove: con lo sblocco del Patto di stabilità saranno disponibili 244 milioni (elenco dei Comuni per il quali viene sbloccato il patto di stabilità: DCPM 13 giu 2014 e DCPM 30 giu 2014) che consentiranno di aprire immediatamente cantieri in 389 scuole. Si tratta di una prima tranche perché con la Legge di stabilità si potranno ricomprendere nell’operazione anche quei Comuni (e quindi un altro pacchetto di scuole) che chiedono lo sblocco del Patto di stabilità dal 2015. 

- Documento riassuntivo finanziamenti regione per regione [clicca qui]
- Regione Lombardia: elenco finanziamenti comune per comune [clicca qui]
- Finanziamenti, per provincia, del piano per il ripristino del decoro e della funzionalità degli immobili scolastici [clicca qui]
#scuolebelle: Piano Ripartizione Interventi Edifici Scolastici 2014 e 2015/2016 [clicca qui]
  #scuolebelle: dettaglio MILANO Piano Ripartizione Interventi Edifici Scolastici 2014 e 2015/2016 [clicca qui] (nostro filtro dal documento precedente)

la scuola ed i pifferai magici

fonte: micromega

la scuola non abboccherà ai pifferai magici

lunedì 14 luglio 2014

apprendere per creare

fonte: comune.info

Apprendere per creare


ridef
Si chiama Rencontre internationale des educateirs Freinet e si svolge ogni due anni, ma è più nota come Ridef e raccoglie insegnanti ed educatori di tutto il mondo che si scambiano tecniche didattiche e pratiche educative in cui al centro c’è il protagonismo e la cratività dei bambini e delle bambine. La prossima Ridef si svolge in Italia, dal 21 al 3o luglio 2014, a Reggio Emilia, e si intitola “Abitare insieme le città delle bambine e dei bambini“.
“La Ridef è un crocicchio di culture, di lingue, di paesi, di tradizioni scolastiche, di volti e di gruppi che si incontrano nell’arco di dieci giorni intensi – scrivono quelli del Movimento di cooperazione ecudcativa (fondato da Freinet) – in cui esigenze formative di giovani insegnanti e pratica di ricerca-azione devono combinarsi e convivere alla luce delle invarianti della pedagogia Freinet: l’espressione-comunicazione, il tatonnement, l’adeguamento dell’insegnamento all’apprendimento, il metodo naturale, la co-costruzione di conoscenze, la festa, l’incontro, l’intercultura come asse del lavoro educativo”.
Di seguito il video di presentazione della Ridef e alcuni link per approfondire.
http://www.ridefitalia.org/
http://www.mce-fimem.it/home.html
http://www.facebook.com/events/1446247648934492/
DA LEGGERE
Il “Ribellarsi facendo” spiegato ai bambini 
“Ribellarsi facendo” non è solo il titolo della campagna promossa da Comune. Prima di tutto è un mondo che vogliamo raccontare, accompagnare e difendere insieme ai molti e molte, bambini e ragazzi inclusi. Un mondo diverso fatto, ad esempio, di autogestione, di cose messe in comune, di conflitti gestiti, di città e scuole a misura di bambino e di bambina, di rabbia e di affetto, di forme nuove di apprendimento e, soprattutto, di cooperazione.
La città senza orologi
| Città e bambini: il cambiamento è prima di tutto riappropriazione del tempo
Ci vuole il tempo che ci vuole
“A scuola non si ride più, abbiamo dimenticato la saggezza di Gianni Rodari, come se in aula non potessero entrare la calma, un po’ di leggerezza e di allegria. Le cose non vanno meglio a casa. Almeno a scuola i bambini dovrebbero rallentare – scrive Luciana Bertinato, maestra -, imparare e fare le cose con il tempo che ci vuole, avere occasioni per parlare e ascoltare, giocare con la sabbia e le foglie, percepire i profumi e gli odori, scoprire il silenzio, cogliere le sfumature”. La ribellione ai domini della velocità, del Pil e della competitività comincia a scuola
La gioia di educare. Il maestro Zavalloni
Per una scuola che sappia riscoprire manualità e contatto con la terra
Una Casa delle arti e del gioco per tutti
C’è una Casa dedicata alla pedagogia e al pensiero del maestro Mario-Lodi
Un apprendimento diverso al centro
Niente voti, appprendimento individualizzato, decisioni per consenso, passeggiate ed eplorazioni nel parco, pochi libri di testo, laboratori di musica e cucina, coinvolgimento dei genitori. Accade in una scuola di Torino
Cosa bolle nelle nostre pentole?
Le buone ragioni per giocare con vecchie pentole e scarti da cucina
L’educazione sottosopra
Incontro della Rete di cooperazione educativa “C’è speranza se questo accade…”

Le buone ragioni per giocare con vecchie pentole e scarti da cucina

martedì 1 luglio 2014

la scuola del vento

fonte: ics don orione

la scuola del vento: deve essere bello vedere una scuola che vola

Cosenza, campo rom, sponda sinistra del fiume Crati. E' il 5 gennaio 2010. Con una grande festa nel villaggio viene inaugurata la nuova sede della Scuola del Vento, una struttura formativa scolastica che sostiene il sogno d'integrazione della comunità nomade insediata nella città calabrese. 
Banchi, sedie e materiali didattici sono stati forniti dall’Istituto Comprensivo “Gioacchino da Fiore” di Celico, un piccolo comune della provincia.
La Scuola del Vento si chiama così perché una delle prime volte che un gruppo di professori e operatori volontari dell'associazione Coessenza sono entrati nel villaggio, un vento dispettoso si è divertito a lanciare in aria il loro gazebo che ha cominciato a rotolare tra le baracche, inseguito da tutti.
Deve essere bello vedere una scuola che vola.
Ma questo piccolo inconveniente non ha impedito, giorno dopo giorno, di portare avanti uno straordinario progetto di integrazione e pedagogia infantile.
Con il tempo il gazebo è diventato una baracca costruita, nel campo lungo il fiume, con l’aiuto dei bambini.
La Scuola del Vento è un’istituzione dal basso per la formazione autonoma e la compatibilità culturale. In essa operano insegnanti di strada e promotori di cultura che hanno come finalità la gioia, la sperimentazione didattica, la prassi antirazzista e la costruzione di un’Altra scuola.
Il pomeriggio dalle 17 in poi i professori impartiscono ai bambini lezioni di italiano, matematica, artigianato, decoupage.
Nel rapporto con le famiglie rom, l’approccio relazionale mira inizialmente a favorire la frequenza dei bambini nelle scuole statali italiane. E tuttavia, a fronte dei numerosissimi casi di dispersione, la Scuola del Vento cerca di garantire ai ragazzi che vivono nella baraccopoli elementi di alfabetizzazione di base.
Nella sede della scuola oltre alle lezioni si svolgono incontri, pubblici dibattiti, conferenze. Vi sono stati celebrati anche battesimi e funerali.
Ma quello stesso vento che qualche anno fa ha battezzato la scuola, pochi giorni fa, il 3 giugno, ha alimentato un incendio, scoppiato probabilmente per cause accidentali, che ha distrutto 90 baracche su un totale di 190 [clicca qui], tra queste anche la sede della “Scuola del Vento”. Non si contano vittime.
E’ la prima cosa che i bambini hanno detto ai volontari giunti al campo dopo l’incendio: “La Scuola del Vento non c’è più”.

dal sito di coessenza.it: "Tornerà il vento di levante" [clicca qui

Coessenza è una casa editrice nata dal basso. È un'associazione culturale per la formazione e la comunicazione autonome. Promuove un'editoria estranea a logiche di profitto e sfruttamento degli autori e delle autrici. Lotta contro il copy right. Si fonda sui principi di condivisione della conoscenza, beni comuni, reciproco ascolto e antirazzismo. 
Il sito dell'associazione Coessenza e la pagina Facebook.