sabato 25 giugno 2011

FONTE: UNACREPAINCOMUNE

Aule pollaio, bocciata la Gelmini

Suonata, oramai quasi dappertutto, la campanella di fine anno scolastico, è ora tempo di fare i conti con promozioni e bocciature e anche il ministero della Pubblica Istruzione, guidato dalla bresciana Maria Stella Gelmini non può sottrarsi.
Soprattutto dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato (datata 9 giugno) nella quale, così come aveva già fatto il Tar del Lazio in gennaio, viene accolta una class action proposta dal Codacons contro le cosiddette “classi pollaio”, ovvero quelle aule scolastiche nelle quali il numero di alunni supera i limiti fissati dalla legge

macerata: turisti non a caso (per bambini)

CONTRIBUTO A STUDENTI UNIVERSITARI FIGLI DI DISOCCUPATI

L'Invalsi manda in tilt gli esami

FONTE: IL MANIFESTO


ISTRUZIONE L'Ente di ricerca sbaglia le griglie di correzione per i test di
terza media. È rivolta
22/06/2011
ROMA
Invalsi bocciato. Ennesima figuraccia dell'Ente di valutazione del sistema
scolastico che ieri ha letteralmente mandato in tilt il complesso sistema
degli esami di terza media, appena approdati alla "sessione" degli orali.
Per gli insegnanti che si sono presentati mattinata a scuola una pessima
sorpresa. Li attendeva una nota dell'Invalsi, inviata verso le 20 di lunedì
sera, in cui si informava che c'erano degli errori nelle griglie di
correzione delle prove. E dunque bisognava fare tutto da capo. «Ci siamo
messi le mani nei capelli - ci racconta una professoressa che sta svolgendo
al funzione di presidente di Commissione in una scuola privata, e per questo
preferisce mantenere l'anonimato - dovevamo partire con gli orali, e invece
io mi sono chiusa in una stanza con la segretaria per fare le correzioni.
Mentre i miei colleghi interrogavano i ragazzi». L'insegnante osserva che
oltre al danno, si è aggiunta la beffa: «Abbiamo ricevuto una seconda nota
in cui si annunciava, con tante scuse, l'invio entro le 13,30 di una griglia
di correzione che ci avrebbe consentito di segnalare eventuali variazioni di
punteggio. Alle 15 ancora non era arrivato niente. Per fortuna non ci
avevamo creduto, e abbiamo provveduto a fare tutto a mano». Per dire della
fiducia nell'Ente.
Ma cosa è accaduto? L'Invalsi non ha rilasciato note ufficiali di
spiegazione, a quanto pare la questione viene liquidata come un "disguido".
Ma a volerla raccontare tutta, già ieri si era verificato un problema:
«Durante la somministrazione delle prove - racconta ancora la presidente di
Commissione che abbiamo interpellato - ci siamo accorti che una delle
domande di matematica era sbagliata, perché erano stati misurati in modo
errato i lati di un triangolo. Abbiamo immediatamente inviato un quesito
all'Invalsi che ci ha risposto dicendoci che avevamo ragione. E quindi non
abbiamo avuto problemi, in quel caso, a correggere le prove. Mai avremmo
immaginato che ci sarebbe stato un altro intoppo». E un intoppo non da poco.
Da due anni, infatti, le prove nazionali Invalsi "fanno media". E
correggendo le prove con le indicazioni giuste è risultato che alcuni
studenti hanno accumulato ben cinque punti in più. L'errore è stato rilevato
in due domande di matematica e in una di italiano. Il flop non ha mancato di
scatenare polemiche. La tensione nelle scuole nei confronti dell'Invalsi è
molto alta. Insegnanti e genitori si oppongono alla decisione del Miur di
dare molto spazio all'Ente di valutazione, che annualmente sottopone a test
gli studenti, a partire dalle scuole elementari, con l'intenzione di
costruire un paradigma valutativo del sistema di istruzione italiano.
Progetto anche condivisibile, ma certamente calato dall'alto, e tra l'altro
esercitato con strumenti criticati da molti addetti ai lavori.
Ieri il sindacato Gilda ha proposto di eliminare le prove Invalsi dagli
esami. E anche la Flc Cgil ci è andata giù dura «Piove sul bagnato! Dopo
aver sbagliato i tempi di emanazione delle norme sugli esami di stato del I
ciclo, aver dato indicazioni contraddittorie sulla prova scritta della
seconda lingua comunitaria, il Miur naufraga sulla prova nazionale
predisposta dall'Invalsi». Un Ente che, tra l'altro, è sull'orlo del
collasso. Proprio ieri mattina i ricercatori erano in presidio sotto al
Miur: solo 22 persone hanno un contratto a tempo indeterminato, 46 invece
hanno vinto un concorso per un tempo determinato che è in scadenza tra la
fine di quest'anno e l'inizio del prossimo. Sono stati ricevuti dal
ministero e sono stati rassicurati sul futuro. Ma i precari ritengono che si
tratti «solo di parole».
Scheda n. 340 Ribadito il divieto di utilizzazione dei docenti per il sostegno in supplenze a colleghi curricolari assenti (Nota USP Bari 76/01)

http://www.aipd.it/sportello_informativo/scuola/scuola_view.php?id=348

giovedì 23 giugno 2011

MACERATA: il sindacato dice no alle classi-pollaio

DALLA FLC-CGIL DI MACERATA

Scuola pubblica ancora un penalizzante e illegittimo aumento del numero di allievi per classe



Anche quest’anno ci tocca affrontare e con crescente preoccupazione, il problema del taglio agli organici e il conseguente “aumento del numero di allievi per classe” .

A settembre le scuole della provincia di Macerata ripartiranno con circa 120 docenti in meno. Il ministro si spende per convincere che questi interventi non sono penalizzanti per la scuola pubblica , ma tralascia colpevolmente di far notare che in questi due anni è cresciuta la dispersione scolastica, è diminuita la possibilità di scelta delle famiglie, sono diminuiti i percorsi scolastici a tempo pieno, mentre è costantemente aumentato li numero degli allievi per classe .

Certo non ce la sentiamo di definire le classi della nostra provincia con più di 25 allievi “classi pollaio“ così come fa la stampa nazionale in questi giorni nel commentare la prima class action contro la pubblica amministrazione autorizzata dai giudici di questo Paese, ma certamente non intendiamo avallare questa situazione restando in silenzio .

Nonostante le pronunce favorevoli dei giudici e le denunce della FLC CGIL Il prossimo settembre in provincia di Macerata avremo classi con un numero di allievi maggiore ai 25 in una grande quantità di scuole, e non in una percentuale inferiore al 4%, come sostiene il ministro ma in :

· più del 40% nella scuola dell’infanzia

· più del 10% della scuola primaria

· circa il 10% nella scuola secondaria primo grado

· più del 30% nella scuola secondaria di secondo grado,

con punte del 60% nelle classi prime

Facendo riferimento alla situazione dello scorso anno, ecco le conseguenze della terza trance di tagli voluti dal ministro:


Sono numeri che peggioreranno la qualità del servizio e che faranno risultare le aule scolastiche e i laboratori fuori norma, sia in riferimento agli indici minimi di funzionalità didattica (D.M. 18 dicembre 1975 – Norme tecniche per l’edilizia Scolastica, che stabilisce i parametri spaziali minimi a disposizione di ogni persona presente nei locali scolastici, e cioè: 1,80 metri quadri netti per la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I grado; 1,96 metri quadri netti per le scuole secondarie di II grado), sia per quanto riguarda la prevenzione incendi (D.M. 26 agosto 1992 – Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica). Quest’ultimo decreto, infatti, al punto 5.0 (Affollamento) stabilisce il limite massimo di persone presenti in un'aula nel numero di 26. (si veda in dettaglio la scheda tecnica informativa riportata di seguito)

Tali norme sono tutt’ora in vigore: se il Governo considera siano norme sbagliate, le cambi , altrimenti metta le scuole nella condizione di rispettarle, cominciando con l’attribuire numero di classi e organici adeguati.

La FLC CGIL di Macerata chiede quindi il rispetto delle norme vigenti nell’assegnazione degli organici. Lo chiederà nei prossimi giorni al Ministero, all’USP di Macerata e all’USR Marche con una apposita comunicazione nella quale elencherà tutte le classi che a settembre supereranno questo indice numerico.

Macerata 20 giugno 2011

Il Segretario della FLC CGIL di Macerata

Giampaolo Cingolani




NORMATIVA SULLA SICUREZZA DI RIFERIMENTO

brevemente commentata



- il DM 18 dicembre 1975 “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici di funzionalità urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”

In riferimento alla funzionalità didattica il DM prevede i seguenti standard minimi di superficie:
· scuola dell’infanzia mq/alunno 1,80
· scuola primaria mq/alunno 1,80
· scuola secondaria di 1° grado mq/alunno 1,80
· scuola secondaria di 2° grado mq/alunno 1,96
per garantire condizioni igienico-sanitarie compatibili con l’attività didattica.
Inoltre l’altezza dei soffitti delle aule non può essere inferiore a 3 metri.
Una classe di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado con 26 persone, di conseguenza, dovrebbe avere una superficie di mq 46,80.
Una classe di scuola secondaria di secondo grado di 26 alunni dovrebbe avere una superficie di mq 50,96; una di 30 alunni, mq 58,80.
Pur sembrando datate, queste disposizioni tecniche risultano ancora in vigore, fino alla emanazione delle nuove norme tecniche quadro e di quelle specifiche di cui ai commi 1 e 2, dell’articolo 5 della predetta legge 23/96, in quanto richiamate sempre dall'art. 5, comma 3, della medesima legge n° 23/96.
Gli standard abitativi descritti determinano una cubatura di aria pro-capite adeguata che se non viene rispettata può causare danni alla salute per un non corretto ricambio d’aria. Inoltre la loro inosservanza comporta la decadenza dalla validità del certificato di agibilità e del certificato di prevenzione incendi rilasciati sulla base della effettiva planimetria e delle dimensioni delle aule e della scuola.
Nel caso di aule di dimensioni inferiori a quelle stabilite dalla legge, il dirigente scolastico, assolto all’obbligo di cui al comma 3 dell'art. 18 del D. L.vo 81/2009, con l’inoltro della richiesta di intervento all'Ente proprietario dell’edificio, competente in merito ai lavori di adeguamento degli edifici, attrezzature, impianti, ecc. (per la c.d. messa a norma), ha l'obbligo di adottare le misure alternative al fine di garantire un equivalente livello di sicurezza: ad esempio, nel caso specifico, una proporzionale riduzione del numero degli alunni per classe. E' necessario che i dirigenti scolastici abbiano acquisito atti della scuola tutte le certificazioni
relative all’agibilità e al condizioni igienico-sanitarie degli edifici, e, ove mancanti, di richiederne urgentemente il rilascio agli enti preposti (Enti locali e ASL).
- Il DM 26 agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” del ministero degli Interni
5.0. Affollamento.
Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in:
· aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l’indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell’attività;
· aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%;
· refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 persone/mq.
Il provvedimento in questione prevede che le aule scolastiche non devono contenere più di 26 persone (25 alunni + 1 docente o 24 alunni in caso di 2 docenti).
Il mancato rispetto degli standard indicati potrebbe costituire rischio grave per la sicurezza degli alunni e del personale in caso di necessità di evacuazione dell’edificio o dell’aula. Inoltre i Vigili del fuoco potrebbero non rilasciare o revocare il nulla osta antincendio. Anche in questo caso ribadiamo la necessità di verificare l’acquisizione del nulla-osta (anche provvisorio) che, in caso di mancanza, deve essere anch’esso immediatamente richiesto.

sabato 11 giugno 2011

"C'è una domanda da non tralasciare:



se io ogni giorno avessi detto la mia,
se avessi esplicitato il mio pensiero
ogni volta che lo ritenevo necessario,
ci saremmo ritrovati oggi in questa situazione?"

don Andrea Gallo,
dalla prefazione al libro
"Ribelliamoci L'alternativa va costruita"
di Luciana Castellina - Aliberti editore -

giovedì 2 giugno 2011

Ricorso al TAR del Lazio sui tagli del personale scolastico


In data 28 maggio 2011 è stato notificato al TAR del LAZIO il ricorso sottoscritto da oltre 2000 genitori, docenti e studenti di tutta Italia contro la CM 21 del 14/3/2011 che determina i tagli del personale per il prossimo anno scolastico: 20.000 posti docente e 14.000 non docente,dopo i 67.000 e 43.000 degli scorsi due anni, oggetto dei precedenti ricorsi.


Mai il numero dei ricorrenti è stato così elevato!

Ciò si deve principalmente alla constatazione che i tagli Tremonti - Gelmini, oltre a devastare la scuola statale, sono stati dichiarati ILLEGITTIMI dal TAR del LAZIO con la sentenza del 14 aprile u.s.
Ciononostante, a fronte di una sentenza che ANNULLA i decreti sugli organici del 2009 e del 2010 censurando l'uso delle circolari come fossero leggi, la CM 21, come le precedenti, viola gravemente lo stato  diritto e le procedure previste per l'emanazione di qualsiasi normativa .
Il ricorso è patrocinato dagli avv.ti Fata, Mauceri e Virgilio. I ricorrenti sono di Bologna, Pordenone e San Vito al Tagliamento, Roma, Firenze, Milano, Genova, Padova, Vicenza, Ferrara, Carpi e Modena, Pisa. Le associazioni sostenitrici sono l'Ass. Naz. "Per la Scuola della Repubblica", il Comitato bolognese Scuola e Costituzione, il C.R.I.D.E.S. di Roma, Scuola Daneo Genova, Rete scuole Milano, il Comitato Scuola pubblica Ferrara, l'Associazione Scuola futura Carpi.
Il ricorso è inoltre rafforzato e sostenuto da centinaia di mobilitazioni e in particolare da un inedito sciopero della fame che genitori, docenti e studenti stanno attuando in alcune località come forma di lotta per scongiurare una ulteriore dequalificazione del sistema d'istruzione-
Auspichiamo che anche questo ricorso, come quello dello scorso anno, venga sostenuto da un numero crescente di Enti Locali, danneggiati direttamente da provvedimenti che penalizzano le scuole statali e scaricano sulle comunità locali i costi dell'istruzione di competenza statale.
Il ricorso dello scorso anno era stato sostenuto da vari Comuni, intervenuti "ad adjuvandum", nonché dalle Province di Bologna, Perugia, Pistoia, Cosenza e Vibo Valentia.
Ci aspettiamo ora l'adesione dei nuovi sindaci recentemente eletti e che le Regioni non continuino a restare silenti come finora è stato. Noi le esortiamo con forza a considerare l'importanza dell'esito favorevole dei ricorsi precedenti e a prendere posizione a fianco del mondo della scuola in questa battaglia per la sopravvivenza della Scuola della Costituzione.
Compilatore: Redazione InForma
FONTE: TUTTOSCUOLA

GENITORI: COME SI UTILIZZANO LE RISORSE DELLA SCUOLA?

BILANCIO CONSUNTIVO 2011