*La scuola pubblica italiana e il modello lombardo *
Strani movimenti di truppe in Lombardia sul fronte della scuola pubblica: un disegno di legge regionale che istituisce concorsi di istituto per arruolare direttamente gli insegnanti e la nomina di Valentina Aprea all’assessorato all’istruzione. Se il disegno di legge diventerà effettivamente legge della Regione, dall’anno scolastico 2012/2013 in Lombardia la scuola pubblica della Repubblica Italiana si avvierà irreversibilmente verso una deriva paritaria, ultima figura della tanto decantata autonomia scolastica.
Non è forse inutile rammentare che sotto l’anodina espressione di ‘concorso di istituto’ si cela la famigerata ‘chiamata diretta’ che in questi ultimi anni è stata spesso e volentieri invocata come la panacea di tutti i mali
della scuola italiana. Il corpo sacrificale di questa ‘soluzione definitiva’ è ovviamente quello dell’insegnante precario, colpevole di aver supplito se stesso per anni e non essere ancora ‘entrato di ruolo’: va da sé infatti che se ogni istituto potrà indire concorsi il singolo insegnante precario che ogni anno attende la chiamata dal sistema delle graduatorie, si troverà schiacciato nell’impresa impossibile di dover partecipare a tutti i concorsi possibili ed immaginabili per avere la speranza di continuare a fare il suo lavoro. Ma questo accanimento ai limiti del sadismo nei confronti dell’insegnante precario non è ovviamente fine a se stesso. Tralasciamo qualsiasi discussione circa la possibilità che un sistema di questo tipo possa realmente selezionare i ‘migliori’ e quindi far ‘crescere’ la qualità della scuola italiana, lasciamo questo ridicolo esercizio argomentativo alla cortina fumogena del 90% della carta stampata italiana. Concentriamoci su quali potrebbero essere le reali ricadute della messa in opera di un dispositivo di reclutamento che nei fatti assoggetta definitivamente l’insegnante all’arbitrio del dirigente scolastico e del suo staff. In primo luogo verrebbe meno un principio cardine della nostra Costituzione che è la libertà di insegnamento, in secondo luogo si porrebbero le basi per la lottizzazione delle istituzioni scolastiche da parte di differenti agenzie e potentati di natura politica, ideologica o confessionale, in terzo luogo verrebbe meno un principio cardine fondamentale della nostra Repubblica che è quello della scuola pubblica uguale per tutti.
Il sistema delle graduatorie è l’unico che permette trasparenza, pubblicità e indipendenza. Non ci si stancherà mai di ripeterlo: non è il sistema in sé che non funziona, ma il fatto che in quel sistema ci si sta per decenni
e che quindi in quel limbo sono iscritte 300.000 persone. Il dispositivo del concorso d’istituto, realizzando nei fatti un rapporto privatistico tra scuola – sempre più identificata con la figura del dirigente - e docente, è il grimaldello essenziale per avviare la scuola pubblica verso una deriva paritaria e mettere in crisi definitivamente il senso originario della scuola pubblica italiana, come luogo di formazione di cittadinanza
all’interno di un quadro culturale condiviso di valori laici, costituzionali e repubblicani. In questo senso, tale dispositivo non può che mettere d’accordo tutte le forze politiche e ideologiche presenti attualmente al governo della Regione Lombardia: Comunione e Liberazione per evidenti interessi di natura confessionale e ideologica manifesta da sempre un’insofferenza viscerale nei confronti della scuola pubblica, la Lega Nord
dovrebbe vedere in essa un tassello essenziale del progetto unitario da abbattere, ma la identifica semplicemente come luogo colonizzato dai meridionali, il Pdl e Confindustria caldeggiano da tempo il modello della chiamata diretta come momento essenziale verso la trasformazione delle istituzioni scolastiche in fondazioni (vedi progetto di legge Aprea). La strada è spianata, sembra che le consultazioni con il governo siano già iniziate o siano imminenti: saremo spettatori dell’ennesima decisione ‘tecnica’ o troveremo le risorse, ancora una volta, di tornare in piazza e sui tetti? La posta in gioco è veramente alta, la primavera è quasi alle porte e la neve fra un po’ si scioglierà.
Movimento Scuola Precaria - CPS Milano
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