lunedì 18 aprile 2011

E la scuola va in tribunale. Tutte le cause e i ricorsi al ministero dell’Istruzione



Bidelli, precari, professori a contratto, aule-pollaio, ore di sostegno: l'elenco dei contenziosi legali che coinvolgono il ministro Gelmini cresce ogni giorno

Insomma: il diritto si configura come baluardo di civiltà in un Paese in cui non è ancora possibile costruire, con concordi azioni unitarie, opposizione costante ed intransigente ai tagli che il governo camuffa con una sigla buona per ogni stagione: “riforma”. Che i tribunali arrivino là dove la mancata coesione tra forze democratiche non contrasta in maniera adeguata una politica dissennata che ha individuato nella scuola una fonte di profitto, anziché di investimento, è triste ed evidente. Altrettanto evidente è che la scuola delle molte T ci rimanda alla formula della Moratti, riveduta e corretta: I come inadempienza, improvvisazione, inanità. Dilettanti allo sbaraglio, che imperversano aggiungendo una quarta e più grave I: illegittimità.

"il fatto quotidiano"

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