FONTE: cronache anconetane
Loreto: la giornata di protesta degli studenti dell’Istituto Einstein-Nebbia
LORETO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa inviatoci dai docenti dell’’Einstein-Nebbia’ di Loreto, Carla Cesari, Virginia Grande, Alessia Mancini, Mario De Mauro, Patrizia MassaQuando arriviamo alle 8 gli studenti sono già lì: parte del cortile è stata transennata, le ragioni della protesta sono esposte sugli striscioni, ci consegnano un comunicato stampa. Lamentano la mancanza di modernità e tecnologie, di investimenti per l’edilizia scolastica, l’assenza di strumenti per una didattica innovativa. Da giorni discutono di diritto allo studio per il quale in Italia non esiste una legge nazionale: la spesa annua che ogni studente sostiene varia tra i 900 e i 1600 euro, le borse di studio sono un miraggio per la stragrande maggioranza dei ragazzi italiani. Carolina P., della IV B commerciale, ci dice: “Protestiamo per proteggere la nostra scuola, la scuola pubblica, alla quale da anni vengono tagliati i fondi. Abbiamo deciso che è ora di dire basta: vogliamo uno Stato che si curi della scuola pubblica e la rispetti, vogliamo una scuola europea, vogliamo garanzie per la nostra istruzione che è il nostro futuro. E vogliamo essere ascoltati, quella di oggi è una protesta nella quale crediamo e che porteremo avanti fino a quando sarà necessario.” Gli studenti sono tanti, sembrano più consapevoli del solito, i più grandi si dicono preoccupati per il futuro dei piccoli, chi è entrato quest’anno a scuola, dicono, non si rende conto di quanto sia pesante, per un istituto alberghiero, il taglio di ore pratiche previsto dall’attuale riforma. Lorenzo G., classe V B alberghiero, prende la parola: “Difendiamo il nostro Istituto che ci prepara per un settore lavorativo che non risente eccessivamente della crisi. Non ci servono altri tagli, ma più strumenti per superare le difficoltà del presente e risultare più competitivi nella società globalizzata.” “Secondo me i tagli sono tagli ai nostri diritti”, grida Guglielmo D., “questo renderà tutti più poveri, si tornerà al medioevo, si finirà per non garantire più l’istruzione pubblica”. I ragazzi denunciano come l’attuale disegno di legge (DDL stabilità) da un lato svuoti di senso la rappresentanza studentesca e dall’altro permetta l’ingresso nella scuola di enti privati con poteri decisionali che riguarderanno anche le attività di programmazione e valutazione. E noi docenti? Cosa chiediamo? Chiediamo prima di tutto rispetto per una professione che viene spesso privata della propria dignità. L’articolo 3 dell’attuale Legge di stabilità in discussione in Parlamento prevede un incremento, a costo zero, del nostro orario di lavoro che passerebbe da 18 a 24 ore di lezione frontale. Riteniamo tale provvedimento incostituzionale. Facciamo presente che, mentre l’orario di lezione in aula risulta essere superiore alla media europea, il livello di retribuzione dei docenti italiani, fermo da anni, è inferiore agli standard europei. A fronte di un lavoro “visibile”, svolto in classe, esiste un lavoro “sommerso” che comprende la preparazione delle lezioni, la preparazione delle verifiche e la loro correzione, il ricevimento delle famiglie antimeridiano, l’auto-aggiornamento. Il docente svolge normalmente queste attività all’interno delle mura domestiche, contando esclusivamente sui propri mezzi. La funzione docente prevede inoltre 80 ore annue destinate a programmazioni, consigli di classe, collegi docenti, scrutini, ciascuna di tali attività produce una serie di adempimenti burocratici ulteriori. Denunciamo la grave ripercussione che l’aumento orario avrebbe nei confronti dei docenti precari, nelle Marche più di un migliaio di insegnanti si troverebbe senza lavoro. La legge 135/12 prevede, in più, per i precari, la mancata monetizzazione delle ferie, introducendo una modifica unilaterale del CCNL. La professoressa Patrizia Massa denuncia inoltre come il provvedimento che fissa un tetto all’organico dei docenti di sostegno per il prossimo anno scolastico vada a colpire i diritti degli alunni disabili, i quali si vedrebbero ulteriormente privati della possibilità di essere seguiti da docenti specializzati e, in definitiva, privati dell’opportunità di una reale integrazione . Il 25 ottobre scorso, il Collegio docenti, dopo un ampio e partecipato confronto sui contenuti della Legge di stabilità, ha deciso di ritirare la propria disponibilità a ricoprire qualsiasi incarico e/o funzione all’interno dell’Istituto non previsti dal CCNL e di promuovere iniziative che sensibilizzino la comunità per la difesa della scuola pubblica. Oggi, qui a Loreto, studenti e docenti, uniti, hanno prestato la loro voce ad una scuola pubblica che chiede di essere ascoltata: ridurci al silenzio vuol dire spegnere la speranza dei nostri ragazzi, del nostro futuro.
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