sgomberi a segrate, a pagare sono sempre i bambini
Alla c.a. del Sindaco di Segrate
della Giunta Comunale
del Consiglio comunale
Buongiorno,
siamo
un gruppo di cittadini che, insieme alla Comunità di Sant’Egidio,
operano come volontari nelle baraccopoli abitate da persone rom, con
compiti umanitari di sostegno alle prime necessità (alimentazione,
salute, scolarizzazione, casa o altra struttura in grado di fornire
protezione) e di avviamento a progetti di lavoro e casa.
Esprimendo
una forte preoccupazione per la violazione dei diritti umani nei
confronti specialmente di una bambina di 7 anni, facciamo presenti
alcuni avvenimenti recentemente accaduti nel territorio di questo
Comune:
1. Il giorno 07-09-2013 la
Polizia locale si reca nell'area di Via Umbria per effettuare lo
sgombero di due famiglie ivi residenti in modo abusivo. Al campo non vi è
nessuno. Il campo viene raso al suolo, tutti i beni vanno perduti e gli
occupanti, al loro ritorno scoprono di non avere più un rifugio, né
vestiti, né pentole per poter cucinare, né materassi, né coperte, né
zaino scolastico. Una bambina di 7 anni cerca il suo cane, che era
rimasto al campo. Il cane non c’è: nel rispetto delle norme è stato
accompagnato al canile di Vignate, ove avrebbe potuto avere un tetto
sotto cui dormire, cibo e cure adeguate. Nessuno, tra quanti hanno
ordinato ed eseguito lo sgombero, ha pensato di fornire le stesse
garanzie agli esseri umani, nemmeno alla bambina, che nonostante i suoi 7
anni si è vista costretta a dormire all’addiaccio e a patire la fame.
Abbiamo
provveduto a soccorrere le due famiglie e ci siamo interessati presso
il canile per restituire il cane; all'atto della restituzione, ci è
stato chiesto di pagare alla Asl 122,30 euro.
Se
scopo degli sgomberi è anche quello di ripristinare la legalità,
suscita interrogativi il fatto che gli stessi non avvengano nel
rispetto della legalità medesima. Ovviamente il fatto che queste persone
occupassero abusivamente un terreno non autorizza le Istituzioni a
trascurare le norme che regolano tali azioni, compresa l’offerta di
ospitalità in comunità per la bambina e la sua mamma, e il necessario
preavviso in forma scritta dello sgombero. In particolare, si ricordano
le Prescrizioni delle Nazioni Unite in materia di sgomberi
forzati, stabilite nelle Linee guida sugli sgomberi forzati del 20
maggio 1997 del CESCR (Comitato per l’osservanza dei diritti economici,
sociali e culturali), la Raccomandazione 2005 (4) adottata il 23
febbraio 2005 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, l’art.7
della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, l’art.8, comma
1, della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e
delle Libertà Fondamentali (CEDU), ratificata e resa esecutiva
nel nostro ordinamento con la legge 4 agosto 1955, n. 848.
2.
Il giorno successivo allo sgombero, abbiamo portato alle due famiglie
coperte, indumenti e tende che abbiamo dovuto acquistare, vista la
distruzione di quelle in cui abitavano.
3.
Il 12-09-2013, primo giorno di scuola, le due famiglie vedono ripetersi
un altro sgombero, avvenuto sempre senza preavviso e in assenza degli
interessati. Nelle ore e nei giorni successivi, non potendo tollerare
che esseri umani rimanessero privi delle più elementari tutele per la
sopravvivenza, ci siamo visti costretti a ripetere l’intervento
umanitario messo in atto pochi giorni prima.
4.
Il giorno 16-09-2013: lo sgombero si ripete per la terza volta in dieci
giorni. Anche questa volta agli interessati viene impedito di prendere
ciò che appartiene loro, e tutti i beni, benché di loro proprietà,
vengono nuovamente distrutti (tutti i vestiti, il materiale scolastico).
Le due famiglie dormono ora all’addiaccio sotto un ponte, nonostante la
temperatura si sia notevolmente abbassata. Nel frattempo siamo molto
preoccupati per la frequenza scolastica della bambina, non essendo
possibile presentarsi a scuola in condizioni igieniche adeguate e dopo
aver trascorso notti a stomaco quasi vuoto e non potendo dormire per il
freddo. Questo nonostante il diritto allo studio debba essere garantito.
Considerato
quanto sopra, chiediamo al Comune di Segrate come intende tutelare il
percorso scolastico e la salute psico-fisica di una bambina di 7 anni
abitante nel suo territorio.
Auspichiamo
che il Comune di Segrate operi nel rispetto delle leggi, evitando le
modalità di sgombero attuate nelle scorse settimane. Inoltre, si
sottolinea che, oltre a violare le normative internazionali, gli
sgomberi senza soluzioni alternative non risolvono il problema della
presenza di famiglie indigenti sul territorio del Comune, ma lo spostano
semplicemente in un'area vicina, aggravando le condizioni di vita
specialmente dei minori.
Disponibili a fornire ulteriori informazioni, si inviano distinti saluti.
Flaviana Robbiati, Assunta Vincenti - "mamme e maestre di Rubattino"
Comunità di Sant'Egidio
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