fonte: coord. genitori democratici
Sul decreto scuola del 9 settembre di Paolo Fasce
C'è senz'altro un significativo cambio di vocabolario nel Governo Letta/Carrozza rispetto a quello di Berlusconi/Gelmini. Trovo particolarmente gradevole la rinnovata attenzione al mondo della scuola che è passata dall'essere uno “stipendificio” ad un luogo nel quale investire pur collocandosi nel quadro in cui “Le risorse sono limitate per cui abbiamo dovuto fare i salti mortali”. È vero che, dopo anni di vacche assai magre, “Le attese sono moltissime da parte del mondo della scuola”, come ha proseguito il Presidente del Consiglio nella sua introduzione in conferenza stampa. Piace anche l'accenno alla Costituzione Italiana nella quale quella che si occupa del diritto allo studio è “una delle parti più belle”.
Tutto
questo consente di guardare ai singoli provvedimenti in un clima
emotivo senz'altro sereno perché il Governo si è collocato in un quadro
di rispetto dei propri interlocutori, siano essi i lavoratori della
scuola, che gli studenti e i genitori e le loro legittime aspettative.
Naturalmente,
almeno per quel che ho ascoltato in conferenza stampa, siamo nel quadro
dell'ipervalutazione del proprio operato (oste, è buono il tuo vino?)
perché i nodi essenziali della scuola sono solo lambiti, ma non si
poteva pretendere di più in questo clima di instabilità e di avvio dei
lavori parlamentari e del Governo che ha un solo elemento di continuità
nella parte che ci compete in Marco Rossi Doria.
Bene
gli investimenti sul tema del WiFi nelle scuole. Andrebbe accompagnato
con vademecum formativi per dirigenti scolastici, insegnanti e
genitori/alunni giacché è quasi certo che qualcuno protesterà contro le
emissioni elettromagnetiche. I router wifi costano poche decine di euro,
quindi una spesa affrontabile anche dalla scuola più scancagnata, ma
quando mi sono proposto di installarli nella mia, il dirigente di turno
ha posto il tema della sicurezza. Forse occorrerebbe chiedere ai
dirigenti che non hanno ancora installato questa tecnologia, di
relazionare sulle motivazioni di questa scelta e di provvedere quanto
prima.
Se
è vero che le ambulanze, le forze dell'ordine, i disabili e altre
categorie godono legittimamente della facilitazione, non del privilegio,
di circolare entro le corsie protette degli autobus, finalmente si
riconosce agli insegnanti l'ingresso gratuito ai musei, come già succede
in Francia, come piccolo tassello della formazione e aggiornamento. En
passant, segnalo il fatto che il Comune di Genova da anni rilascia una
card per il circuito museale cittadino, mentre quello di Firenze
vergognosamente discrimina gli insegnanti precari facendo loro pagare il
biglietto (“cornuti” per lo Stato, “e mazziati” dal Comune di Firenze;
sarà una frecciata di Letta a Renzi?!).
Dei
100.000 contratti a tempo determinato per supplenze annuali, 38.000
sono di insegnanti di sostegno. Logico, pertanto, che emerga un piano di
aggiornamento dell'organico di diritto, come segnalato in questa
rubrica. Non è logico che vengano trattati diversamente gli insegnanti
della scuola dell'infanzia e della scuola primaria, perché anche per
loro poteva essere adeguato il numero dell'organico di diritto e
l'assunzione al 100% su di esso non genererà mai sofferenza in quanto
ogni eventuale soprannumerario potrebbe essere riassorbito dall'organico
di fatto. Con maggiori accortezze (ma qui occorrono analisi matematico
statistiche sui flussi demografici e pensionistici che latitano tra i
giuristi che lavorano al MIUR) si può ottenere la stessa cosa nella
scuola secondaria di primo grado, mentre resta difficile battere questa
strada nella secondaria di secondo grado a meno di non introdurre
l'organico funzionale.
Resta
evidente il fatto che il piano di assunzione triennale, al netto
dell'assunzione degli insegnanti di sostegno resa possibile dalla
modifica del numero dell'organico di diritto, resta quella che si viene a
determinare dal turnover, assai limitato per la questione dell'aumento
dell'età della pensione.
Letta
ha affermato che si vede l'inizio della soluzione del problema
dell'assunzione degli ATA precari, bloccati dagli inidonei (che dovendo
essere riconvertiti in quella funzione secondo quanto imposto da
Brunetta, occupavano formalmente quella casella). Sembra un pannicello
caldo, dovremo leggere il dettaglio!
Frequentando
il mondo del precariato e le sue richieste, non vedo alcun riferimento
al ritiro dei tagli, eredità della finanziaria Brunetta del 2012, ma
apprendo della reintroduzione della geografia generale ed economica. Non
ho mai visto manifestare questi colleghi, ma devono essere stati molto
efficaci perché quelli di seconda lingua che chiedono l'abolizione
dell'inglese potenziato, entro un quadro normativo europeo che richiede
ai cittadini del vecchio continente di conoscere tre lingue, pur essendo
molto attivi, non hanno ancora visto riconosciute le loro richieste.
Non
vedo l'ora di leggere attentamente la normativa relativa al comodato
d'uso di testi scolastici da attivarsi tramite reti di scuole.
Attendiamo le contromisure delle case editrici.
Apprezzabile
lo sforzo nella direzione della riduzione della dispersione scolastica
che raccorda gli sforzi del MIUR con i Ministeri dello Sport e
dell'Integrazione. Trovo eccellente che si sia anche affrontato il tema
dell'orientamento degli studenti, coinvolgendo quelli del penultimo anno
dell'ultimo ciclo. Giacché la Ministra ha parlato anche di estendere il
Piano Fioroni, d'intesa col Ministero del Lavoro, mi preoccupo. Stiamo
forse parlando della possibilità di assolvere il diritto all'istruzione a
bottega?
Sul
tema degli incentivi fiscali per donazioni a scuole, prevedo una nuova
ondata di richieste di finanziamento tramite i contributi volontari, a
meno che i dirigenti scolastici non vengano sapientamente e rapidamente
edotti su efficaci tecniche di fundraising.
Finalmente
il MIUR accetta le sue sconfitte giuridiche, ed ecco che il
dimensionamento degli istituti scolastici verrà affrontato nella
conferenza unificata, con il significativo coinvolgimento delle Regioni.
Grave
che non si sia parlato dei neo abilitati tramite il TFA ordinario.
Almeno non è stato un punto affrontato in conferenza stampa mentre sono
testimone oculare dell'affermazione della Ministra che a Genova, la
settimana scorsa, in un convegno organizzato dall'Università, aveva
rassicurato sul tema un educatissimo neo abilitato che aveva posto la
questione, ottenendo rassicurazioni.
La
Ministra Carrozza (perché Letta si ostina a chiamarla “Ministro”?) ha
parlato di una formazione dei docenti diffusa, in particolare
finalizzata al tema dell'alternanza scuola/lavoro, del potenziamento
nelle aree a rischio socio educativo, e dell'aggiornamento per le
tecnologie digitali. Che Dio ce la mandi buona. Sono due anni che
propongo corsi di aggiornamento nella mia scuola, quando vengo pagato
profumatamente per farli fuori dalla mia scuola, inascoltato. Uno
spreco.
Nessun commento:
Posta un commento