domenica 30 dicembre 2012

iscrizione 2013/2014

Iscrizioni a.s. 2013/2014: le domande dal 21 gennaio

È stata pubblicata la Circolare ministeriale 96 del 18 dicembre 2012 sulle iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2013/2014.
Le domande si potranno presentare dal 21 gennaio al 28 febbraio 2013.

A partire da quest'anno le iscrizioni alle istituzioni scolastiche statali (è esclusa la scuola dell'infanzia e per le paritarie la procedura è facoltativa) avverranno esclusivamente on line.
Alle famiglie sprovviste di strumentazione informatica le scuole dovranno offrire un servizio di supporto ed è evidente che questo si tradurrà in un ulteriore aggravio per il lavoro delle segreterie.

Le domande in eccedenza rispetto alle disponibilità delle scuole scelte dalle famiglie dovranno essere gestite sulla base di criteri fissati dal Consiglio di Istituto prima del 21 gennaio.
La circolare presenta alcune criticità e punti di attenzione che pur essendo stati segnalati al MIUR dalla FLC non hanno trovato soluzione nel testo definitivo.

sentenza TAR sul sostegno

Importante e innovativa sentenza del TAR Sicilia sugli alunni diversamente abili

Amministrazione condannata anche al risarcimento del danno.

16/12/2012
 
A cura della FLC CGIL Agrigento
Con soddisfazione, pubblichiamo la sentenza n. 2594 del 5 dicembre 2012 del TAR Sicilia, patrocinata dai nostri legali di Agrigento, sulle ore da assegnare agli alunni diversamente abili da parte del MIUR.
Innovativa, a nostro parere, perché non solo condanna l'amministrazione al suo dovere di integrazione degli alunni, ma stabilisce anche che bisogna assegnare l'insegnante per tutte le ore di lezione, andando oltre al rapporto uno a uno.
Inoltre, la sentenza sancisce l'obbligo da parte dell'amministrazione al pagamento del danno derivato dalla mancata assegnazione del docente di sostegno, di € 1.000 per ogni mese che l'alunno non avrà avuto soddisfatto quanto sancito dalla legge 104/92

Natale triste, Natale armato

COMUNICATO DI ReteScuole ... e integrazione di Alex Zanotelli

Con l'intesa sottoscritta qualche giorno fa dai sindacati CISL,UIL, SNALS, GILDA si stabilisce che le scuole da quest'anno scolastico riceveranno centinaia di milioni di euro in meno per tutte le attività relative al Miglioramento dell'Offerta Formativa (MOF) : attività di programmazione per attuazione di progetti di scuola, attività sportive, riconoscimento per funzioni di vicario, riconoscimento per attività delle commissioni pof – continuità – ambiente – intercultura – glh (disabilità), riconoscimento per maggior carico di lavoro del personale ATA, attività per il recupero della dispersione scolastica e tanto altro ancora...

I fondi “sottratti" alle lavoratrici/ lavoratori della scuola serviranno per pagare alle lavoratrici/ lavoratori della scuola gli scatti stipendiali bloccati nel 2010 dal governo Berlusconi.

Dovremmo forse essere contente/i?

Dovremmo essere soddisfatte/i da questa azione furbetta dello Stato che dà con la mano destra, quello che toglie con la mano sinistra?

È umiliante!

Invece di cercare altrove i soldi per risarcire diritti negati (perché non rinunciare, ad esempio, all’acquisto di strumenti di morte come i cacciabombardieri F.35?), il governo stabilisce un giro di conto fra due capitoli dello stesso bilancio.

La scelta del governo e dei sindacati firmatari é ancor più grave se si pensa che il "risarcimento" avviene attraverso l'utilizzo di soldi che servono al funzionamento di TUTTA la scuola: sono soldi che hanno una ricaduta diretta sul collettivo, sulle attività di classe e di Istituto.

Una scelta scellerata che comporterà un'ulteriore riduzione dell' offerta formativa.

Non sono bastate le economie derivanti dal taglio di 8 miliardi di euro e 132.000 posti di lavoro ?

Cosa volete ancora dalla scuola pubblica statale?

La scuola sempre più povera.

Ancora una volta vogliono scaricare sui lavoratori e sulle lavoratrici della scuola (e sui nostri diritti lesi e offesi) le colpe di una scuola sempre più povera e dequalificata.

Dichiariamo con forza che i soldi per il nostro sacrosanto stipendio non li vogliamo ricevere in questo modo.

Non riconosciamo come nostra questa vergognosa intesa.

E lasciateci aggiungere che, in un momento in cui c'é gente che fa pagare alla collettività l'acquisto di cartucce per fucili, videogiochi, creme di bellezza e aperitivi , chi lavora nella scuola utilizza il proprio stipendio per comperarsi computer, stampante, cartucce ( quelle inoffensive!) , scanner, libri , carta, cartoncini, colori e a volte pure i gessetti!

I soldi ci sono, basta decidere come usarli!

ReteScuole

RIFORMA DELLA DIFESA
UN NATALE ‘ARMATO’ di Alex Zanottelli.

Il 10 dicembre eravamo a Roma davanti al Parlamento per protestare contro la Riforma delle Forze Armate voluta dal Ministro della Difesa, l’ammiraglio Di Paola. I rappresentanti dei movimenti per la pace erano stretti attorno a una gigantesca bandiera della pace che occupava la larghezza dell’anti-piazza davanti al Parlamento. Eravamo lì per chiedere ai Parlamentari di non votare la Riforma delle Forze Armate. Tutto inutile! Quel pomeriggio il Parlamento ha definitivamente approvato il disegno di legge delega. La Destra ha votato compatta a favore, nonostante avesse appena sfiduciato il governo. Il PD, nonostante alcune voci contrarie, ha pure votato a favore. Unico partito contrario:IDV. Un amaro regalo di Natale questo che il governo Monti ci lascia prima di dimettersi. Un regalo alla casta dei militari, alla lobby dei mercanti di morte. La riforma infatti ci costerà nei prossimi dieci anni, l’astonomica cifra di 230 miliardi di euro!

La Legge autorizza le Forze Armate a riorganizzarsi in proprio in dodici mesi con una delega, per ora in bianco. Inoltre questa Legge prevede un taglio di 43 mila addetti sia militari come civili nei prossimi dieci anni.

La cosa però che sorprende è che i soldi risparmiati rimangono al Ministero della Difesa per l‘ammodernamento ‘ dell’esercito. Mentre per la Spending Rewiew di Monti, i soldi risparmiati avrebbero dovuto rientrare nel Bilancio dello Stato. Ed invece saranno usati per comperare i nuovi sistemi d’arma.

In poche parole il Ministro della Difesa avrà un miliardo di euro in più all’anno da spendere in nuove armi! Inoltre la nuova legge prevede che gli enti locali dovranno rimborsare il Ministero della Difesa per gli interventi di soccorso e prima emergenza come terremoti e alluvioni.

Tutto questo avviene mentre la crisi economica lascia senza lavoro centinaia di migliaia di lavoratori e non ci sono soldi per il welfare, per la sanità, per la scuola , per il terzo settore.

Assistiamo attoniti al tradimento del governo Monti e dei partiti.

E mentre è passata in tutta fretta la Riforma della Difesa(se ne parlava da vent’anni!), non si è fatto nulla per la Riforma della Cooperazione, che è l’altra faccia della medaglia! E questo nonostante che ci sia un ministro cattolico,A. Riccardi, alla Cooperazione Internazionale.(E’ da vent’anni che girano in Parlamento proposte di riforma della Cooperazione internazionale che è ormai ridotta ai minimi termini!). Nel 2000 l’Italia aveva promesso all’ONU che avrebbe versato lo 0,7% del suo PIL per sconfiggere la povertà. L’Italia , all’ultimo posto nella graduatoria, ha disonorato in questi dodici anni gli impegni presi arrivando allo 0,2% del PIL mentre spende il 2% del PIL in armi.

Siamo giunti così alla follia di spendere, lo scorso anno ,26 miliardi
di euro (dati SIPRI) a cui bisogna aggiungere 15 miliardi di euro per gli F-35. Si tratta di 41 miliardi di euro: una vera e propria manovra! Nessun taglio alle armi, anzi la Difesa avrà un miliardo in
più da spendere nell’acquisto di sofisticati strumenti di morte.
Mentre il governo Monti ha tagliato fondi alla scuola, alla sanità, al terzo settore.

Mi amareggia il silenzio della Conferenza Episcopale Italiana. Altro che ‘pace in terra agli uomini di buona volontà’ che è il cuore del messaggio natalizio.

Il nostro paese sceglie ancora una volta la via della morte invece della vita.

E’ un Natale amaro, un Natale ‘armato’.

Alex Zanotelli

Napoli,21 dicembre 2012

lunedì 24 dicembre 2012

il percorso scolastico dei bambini stranieri adottati

fonte: genitori si diventa
Il percorso scolastico dei bambini stranieri adottati
Autore/i: Adriana Molin e Silvia Andrich

Data: 15-12-2012
Argomento: Scuola

Il percorso scolastico dei bambini stranieri adottati
di Adriana Molin e Silvia Andrich
Non è una novità che i bambini stranieri adottati presentano in misura maggiore degli altri difficoltà di apprendimento, talvolta così marcate e severe da rientrare nel Disturbo Specifico di Apprendimento. La storia personale dei bambini adottati, le loro caratteristiche e l'appartenenza a culture diverse, spesso lontane da quella di accoglienza, contribuiscono a generare una condizione di vulnerabilità di cui tenere conto nel percorso scolastico, condizione di vulnerabilità che si complica quando l'adozione è tardiva.
Mentre è intuitivo comprendere quanto può incidere nello sviluppo del bambino la sua storia personale di sofferenza, più sfuggente è la comprensione che l'appartenenza contemporanea a due culture richiede una rielaborazione profonda della propria identità: italiana per cognome e talvolta nome, straniera per lingua nativa, tratti somatici. E' già stato ricordato in altri lavori che Cecilia Edelstein (2010) parla di "migrazione invisibile" per i bambini adottati-stranieri che, di fatto, hanno un'identità mista in quanto non sono italiani, ma neppure stranieri. I bambini adottati-stranieri, infatti, portano nella nuova famiglia un mondo culturale destinato a celarsi per aprirsi su quello della famiglia adottante, che diventa così una famiglia multiculturale, nella quale a volte prevale una gerarchia etnica senza averne però piena consapevolezza. Ciò accade soprattutto nelle adozioni tardive, mentre in quelle precoci spesso sono gli stessi bambini che sentono il bisogno di dimenticare il passato e la lingua nativa per meglio assimilarsi alla nuova famiglia e al contesto scolastico, nonostante lineamenti e tratti somatici differenti rammentino la lontana provenienza. Senza dubbio oggi ci sono maggiore sensibilità e rispetto per le culture di cui sono portatori i bambini adottati. Stanno comparendo pratiche sociali nelle famiglie adottive che dimostrano questa dimensione e che introducono nella vita quotidiana aspetti della cultura di origine dei figli adottati (es. frequenza di corsi della lingua nativa del bambino, cucina, arte, ecc.). Questa tendenza rappresenta, secondo Jacobson (2008) che l'ha studiata negli USA, il nuovo standard delle adozioni internazionali che si fondano, appunto, sul principio della continuità tra il pre e post adozione, recuperando quindi passato e cultura di provenienza per riallacciarli al presente e al futuro.
Per intuire il peso che il parlare una lingua diversa e l'appartenere a culture con visioni del mondo diverse possono avere sulla scolarizzazione, ricordiamo brevemente che anche il solo fatto di essere bambini stranieri aumenta le probabilità di incontrare difficoltà di apprendimento a scuola. Molti sono gli studi che esaminando il rendimento scolastico dei bambini figli di immigrati (anche di seconda generazione) rilevano nello svantaggio linguistico la causa principale delle loro difficoltà. Tali difficoltà solitamente non si manifestano a livello di lettura strumentale o matematica, ma prevalentemente a livello di comprensione del testo scritto, quando i bambini devono confrontarsi con testi di tipo informativo-disciplinare complessi a tutti i livelli, da quello lessicale a quello sintattico e argomentativo. Il quadro è complesso e non omogeneo, naturalmente, ma evidenzia ancora una volta la situazione di particolare vulnerabilità dei bambini stranieri adottati, fragilità riscontrata in molti studi anche a livello internazionale. Da una ricerca italiana, condotta dall'Università di Padova (2009), è emerso che i bambini adottati stranieri mostravano in misura maggiore di altri gruppi fin dalla classe prima primaria difficoltà nell'apprendimento e problemi di autoregolazione, difficoltà diffuse che si mantenevano anche a livello di scuola secondaria di primo grado.
In generale molta letteratura, sia nazionale che internazionale, conferma che sono più probabili le difficoltà scolastiche, a volte diffuse a più aree di apprendimento, i problemi di motivazione allo studio e di comportamento a fronte di uno sviluppo cognitivo nella norma. E' come se, nonostante gli sforzi profusi, fosse faticoso cogliere in questi bambini/ragazzi le loro potenzialità, la creatività che si esplica talvolta al di fuori dalla scuola. E' una costante questa discrepanza tra potenzialità cognitive e risultati scolastici nei bambini stranieri adottati, come è una costante la rilevazione che, nonostante le difficoltà, l'adattamento sociale è soddisfacente.

SCUOLA E RESISTENZA


BUON NATALE!


giovedì 20 dicembre 2012

BAMBINI NEL SUD ITALIA

FONTE: REPUBBLICA
Bambini, nel Sud d'Italia 417mila in povertà assoluta

Tra 2010 e 2011 famiglie povere con minori aumentate del 2%. Dispersione scolastica al 20%. In tutto il paese sono 720.000. E proprio nelle regioni più in difficoltà la spesa sociale è ai minimi livelli

di VALERIA PINI

 

REGIONE MARCHE: EDUCAZIONE FINANZIARIA E CITTADINANZA ECONOMICA

Le scuole e l’educazione alla cittadinanza economica

di Stefania Farsagliricercatore Fondazione Rosselli

Dal 2010 la Fondazione Rosselli conduce, in collaborazione con il Consorzio PattiChiari, un’indagine annuale sul tema dell'educazione alla cittadinanza economica.
L’educazione alla cittadinanza economica, come sappiamo, contribuisce non solo al benessere individuale, ma anche a quello sociale di un paese e consente all’individuo di divenire agente consapevole nell’arco della propria vita economica e sociale.
Fondazione Rosselli e Consorzio PattiChiari, Le esperienze di educazione finanziaria. Indagine sulla realtà italiana nel contesto internazionale, 2010 - Link al rapporto

RECANATI: NATALE IN BIBLIOTECA. rassegna stampa


Le linee guida elaborate dal Miur ed oggi presentate, sottolineano quanto la partecipazione ed il coinvolgimento dei genitori siano un elemento, un indicatore di qualità, fondamentale per il sistema di istruzione.
Ad oggi la partecipazione, però, un po’ come per la Costituzione italiana, è fondamentalmente “auspicata”e spesso, nonostante le migliori intenzioni/azioni del Miur, rimane una petizione di principio. Ancora una volta il legislatore sembra non registrare la realtà, ma prefigurarne una realizzabile in tempi assai futuribili.
Ahimè la democrazia non si esporta: si costruisce con azioni quotidiane e con profonda convinzione.
Anche la necessaria revisione degli Organi Collegiali vede il passare delle legislature come quello degli anni e delle stagioni.
Eppure la “crisi” ed i tagli operati sul versante dell’istruzione hanno in questi ultimi anni reso i genitori azionisti, loro malgrado, della scuola pubblica per il suo migliore funzionamento o solo per garantirne il funzionamento, in attesa di una normativa che ne ratifichi un loro reale e maggiore coinvolgimento.
Non è l’ora di estendere anche alla scuola come alla funzione pubblica il bilancio sociale partecipato?
A quando un cambio di rotta reale? Quando è ipotizzabile un quadro legislativo che porti a sintesi i cambiamenti intercorsi in questi anni?
A quando un investimento sulla formazione dei genitori perché anch’essi siano attori a pieno titolo del sistema scuola?
Perché perdere l’occasione dei TFA che delineeranno l’identikit dell’insegnante del futuro senza prevedere anche una sezione formativa dedicata alla relazione con i genitori’ Perché non ascoltare in tal senso le associazioni, stakeholders per eccellenza?
Dieci anni fa un decreto ha istituito il Fonags: a chi, come me, è stato testimone appassionato di questo decennio, piacerebbe che questo decennio di “passioni” democratiche lasciasse un segno incisivo per i genitori che verranno.

Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa

 
 
fonte : TECNICA DELLA SCUOLA
di L.L.
20/12/2012
Emanate le Linee di indirizzo per promuovere e riaffermare il ruolo delle famiglie nella formulazione di proposte, nelle scelte di alcune attività formative e dei percorsi educativi
Con la Nota prot.n. 3214 del 11 novembre 2012 il Miur ha trasmesso le LINEE DI INDIRIZZO per la partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa.
Si tratta di un documento redatto sulla base di indicazioni e suggerimenti forniti dal FONAGS (Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori e della Scuola), con l’obiettivo di riconoscere il ruolo svolto dalle famiglie e l’importanza di una partnership educativa tra scuola e genitori fondata sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione nel reciproco rispetto delle rispettive competenze.
La sfida da rilanciare consiste, per un verso, nel favorire la partecipazione dei genitori alla vita scolastica attraverso i comitati, le associazioni, le iniziative locali di formazione, il dialogo nel colloquio individuale e nelle assemblee e, dall’altro, nel sostenere la rappresentanza e incrementare l’attività nei FORAGS (Forum Regionali dei Genitori della Scuola) e nel FONAGS (Forum Nazionale dei Genitori della Scuola).
In questa prospettiva culturale, è auspicabile la valorizzazione di tutti gli organi collegiali della scuola rappresentativi delle diverse componenti scolastiche, interne ed esterne, così come delineate all’interno del Decreto Legislativo 297/1994, assicurando il sostegno a forme di rappresentanza facoltative, come il comitato dei genitori, costituito dai rappresentanti di classe e del consiglio di istituto.

domenica 9 dicembre 2012

inclusione scolastica dei disabili

fonte: coord. IC don orione

il manifesto inclusivo del gruppo sostegnonotagli



Il gruppo SostegnoNoTagli, in occasione della Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità (3 dicembre 2012), ha pubblicato un Manifesto che invita a riflettere sul valore dell'inclusione scolastica degli alunni con bisogni speciali.
Il documento rappresenta inoltre un valido supporto per tutti gli operatori coinvolti affinché usufruiscano al meglio degli strumenti normativi che la nostra legislazione prevede.

Spesso nelle scuole gli strumenti volti all'inclusione (il GLHI-Gruppo Lavoro Handicap d'Istituto, il GLHO-Gruppo Lavoro Handicap Operativo, il PEI Piano Educativo Individualizzato) vengono poco considerati o addirittura non utilizzati, nonostante siano previsti per legge.

Il Manifesto si prefigge di evidenziare l'importanza di questi strumenti in un'ottica che consenta di uscire dalla burocrazia, di cui sono stati spesso velati, per riportare alla luce i contenuti per i quali sono stati pensati ed il valore di cui dispongono.
SostegnoNOtagli è un gruppo di oltre 190 persone fra genitori, docenti ed educatori nato per mantenere i contatti tra tutti quanti operano nella scuola per l'integrazione degli alunni con bisogni speciali di Milano e Provincia, a seguito della crescente impossibilità di garantire una efficace ed effettiva inclusione scolastica.


- Il testo del Manifesto inclusivo del gruppo SostegnoNoTagli [CLICCA QUI]

- La circolare del Miur “Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità” del 4 agosto 2009 [clicca qui]
- Il testo delle linee guida [clicca qui]

S. Ginesio: l'orto giardino dei segreti. omaggio alla pedagogia della lumaca


RECANATI: A NATALE PIOVONO LIBRI (iniziativa della scuola)








venerdì 7 dicembre 2012

i costi pubblici della scuola di tutti e quelli della scuola privata

vi proponiamo un interessante articolo sui costi delle scuole private.
E' interessante, al di la' delle opinioni personale, perche' fornisce dati concreti sui reali costi per lo stato italiano delle scuole paritarie.
in un momento come questo, dove si abbandona nell'emergenza LA SCUOLA PUBBLICA, dovrebbe indurre quantomeno a delle doverose riflessioni di priorità.

fonte: UAAR

I costi pubblici della scuola di tutti e quelli della scuola privata

Sono pas­sa­ti dodici anni dalla legge 62/2000, voluta dal­l’al­lo­ra pre­mier Mas­si­mo D’A­le­ma e dal mi­ni­stro del­l’i­stru­zio­ne Luigi Ber­lin­guer. Con quel prov­ve­di­men­to cle­ri­ca­le, le scuole pri­va­te – a mag­gio­ran­za cat­to­li­che – ot­ten­ne­ro la parità sco­la­sti­ca ed en­tra­ro­no a far parte di un unico si­ste­ma di “scuola pub­bli­ca”. E co­min­cia­ro­no im­me­dia­ta­men­te a spac­ciar­si per “scuola pub­bli­ca”, mi­ni­miz­zan­do il fatto che chi si iscri­ve deve ade­ri­re al loro “pro­get­to edu­ca­ti­vo” (quasi sempre cat­to­li­ci­sta) e oc­cul­tan­do pres­so­ché com­ple­ta­men­te la pro­pria natura pri­va­ta.
Di pub­bli­co, nella loro at­ti­vi­tà, ci sono quasi sol­tan­to i co­spi­cui con­tri­bu­ti che ri­ce­vo­no. Con­tri­bu­ti che gra­va­no su tutta la co­mu­ni­tà, ma che sono de­sti­na­ti a fi­nan­zia­re pro­get­ti di parte. Cio­no­no­stan­te, con sempre mag­gior fre­quen­za i so­ste­ni­to­ri delle scuole pri­va­te si la­men­ta­no che tali fondi non ba­sta­no, e che bi­so­gna au­men­tar­li. L’au­men­to che chie­do­no deve per di più essere con­si­sten­te, perché l’am­mi­ni­stra­zio­ne pub­bli­ca “ha tanto da ri­spar­mia­re, fi­nan­zian­do le scuole cat­to­li­che”. E dif­fon­do­no in­chie­ste che so­ster­reb­be­ro tale tesi.
Ma è tutto oro quello che luc­ci­ca?

Finanziare la scuola privata è un risparmio per l’amministrazione pubblica?