Le linee guida elaborate dal Miur ed oggi presentate,
sottolineano quanto la partecipazione ed il coinvolgimento dei genitori siano
un elemento, un indicatore di qualità, fondamentale per il sistema di
istruzione.
Ad oggi la partecipazione, però, un po’ come per la
Costituzione italiana, è fondamentalmente “auspicata”e spesso, nonostante le
migliori intenzioni/azioni del Miur, rimane una petizione di principio. Ancora
una volta il legislatore sembra non registrare la realtà, ma prefigurarne una
realizzabile in tempi assai futuribili.
Ahimè la democrazia non si esporta: si costruisce con azioni quotidiane e con profonda convinzione.
Ahimè la democrazia non si esporta: si costruisce con azioni quotidiane e con profonda convinzione.
Anche la necessaria revisione degli Organi Collegiali vede
il passare delle legislature come quello degli anni e delle stagioni.
Eppure la “crisi” ed i tagli operati sul versante
dell’istruzione hanno in questi ultimi anni reso i genitori azionisti, loro
malgrado, della scuola pubblica per il suo migliore funzionamento o solo per
garantirne il funzionamento, in attesa di una normativa che ne ratifichi un
loro reale e maggiore coinvolgimento.
Non è l’ora di estendere anche alla scuola come alla
funzione pubblica il bilancio sociale partecipato?
A quando un cambio di rotta reale? Quando è ipotizzabile
un quadro legislativo che porti a sintesi i cambiamenti intercorsi in questi
anni?
A quando un investimento sulla formazione dei genitori
perché anch’essi siano attori a pieno titolo del sistema scuola?
Perché perdere l’occasione dei TFA che delineeranno
l’identikit dell’insegnante del futuro senza prevedere anche una sezione
formativa dedicata alla relazione con i genitori’ Perché non ascoltare in tal
senso le associazioni, stakeholders per eccellenza?
Dieci anni fa un decreto ha istituito il Fonags: a chi,
come me, è stato testimone appassionato di questo decennio, piacerebbe che
questo decennio di “passioni” democratiche lasciasse un segno incisivo per i
genitori che verranno.
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