domenica 6 marzo 2011

FONTE: CGIL
Scuola e laicità dello Stato


18/02/2011 Negli anni precedenti in occasione del 17 febbraio, anniversario delle Lettere Patenti di Carlo Alberto che nel 1848 le promulgò riconoscendo i diritti civili ai Valdesi, passaggio determinante per giungere in seguito alla libertà religiosa, in CGIL con tutti i soggetti che operano per la Laicità dello Stato e della Scuola pubblica sono state organizzate iniziative tese a sostenere il lavoro culturale di coloro che quotidianamente vigilano affinché la Laicità dello Stato non sia calpestata.

La laicità nella scuola pubblica, infatti, ha subito negli ultimi anni numerosi attacchi: un Concordato già pasticciato e continui e subdoli interventi hanno rischiato di rendere la situazione di fatto ancora peggiore di quanto previsto dalla normativa, provocando grosse difficoltà per i genitori nel far valere le proprie scelte in una scuola messa nella condizione di non poter garantire i diritti di tutti, anche di chi non intende avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. In particolare ricordiamo anche il lavoro fatto dai ragazzi per richiamare l’attenzione sulla valutazione dei crediti per chi si avvale dell’insegnamento dell’IRC senza che vi fossero le condizioni per usufruire di attività alternative. In tanti, genitori, insegnanti, associazioni, si è cercato di non abbassare mai la guardia, di rispondere colpo su colpo, spesso ricorrendo alle vie legali, con ricorsi su ricorsi. Si chiedeva una cosa molto semplice: il rispetto della norma e, dunque, che ai bambini i cui genitori decidono di non avvalersi dell’insegnamento della Religione Cattolica fossero garantite le attività alternative.
Quest’anno fa piacere segnalare che, laddove si sono costituiti gruppi di lavoro per vigilare e rivendicare che nelle Scuole vi sia il rispetto almeno delle regole Stabilite dal Concordato, questa attenzione e questo impegno continuo a partire dal potenziamento dell’informazione cominciano a dare qualche frutto.
Finalmente qualcosa è cambiato. L’anno scolastico 2010/2011, caratterizzato da tanti problemi per la scuola pubblica, ha visto invece qualche spiraglio positivo almeno per quanto riguarda il problema delle attività alternative per chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica. Non solo a livello legislativo è stata sottolineata con chiarezza l’obbligatorietà per le scuole di organizzare le attività alternative, fosse anche per un solo studente, ma il Ministero dell’Istruzione ha chiarito che le scuole possono, debbono organizzare queste attività con spesa a carico del Ministero del Tesoro, e quindi senza gravare sui propri bilanci, messi a dura prova dai continui tagli alle spese per l’istruzione. E le scuole, dopo qualche incertezza iniziale, in molte realtà lo stanno facendo.
Un secondo risultato positivo è stato quello dei moduli per le iscrizioni che, dopo i pasticci dell’anno scorso e le relative proteste, anche dei ragazzi delle Scuole Superiori, sono finalmente corretti e contengono tutte le opzioni previste dalla normativa vigente.
A questo punto i diritti degli studenti e delle famiglie sono stati riconosciuti: adesso è compito di tutti contribuire a diffondere informazioni corrette e a vigilare perché non si verifichi più che bambini vengano trattati come pacchi da spostare in altre classi o da abbandonare nei corridoio che i genitori più deboli debbano fare scelte non dettate dalla propria coscienza, ma dalla necessità di non fare sentire 'diversi' i propri figli.
Ora è necessario continuare il lavoro di rete che ci siamo impegnati a fare con tutti i soggetti con i quali si è fatto questo impegnativo ma assolutamente utile percorso.

VADEMECUM PER L'ESERCIZIO DELLA SCELTA RELATIVA ALL'IRC E ALLE ATTIVITA' ALTERNATIVE

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