servizi socioeducativi per la prima infanzia
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Dati ISTAT al 31 dicembre 2008 sui servizi socio educativi per la prima infanzia Grazie al supporto del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Dipartimento per le politiche di sviluppo del Ministero dello Sviluppo economico sono disponibili con notevole anticipo i dati ISTAT sui servizi socio educativi per la prima infanzia aggiornati al 31 dicembre 2008. L'Istat rileva dal 2003, nell'ambito della Indagine sugli interventi e servizi sociali dei comuni singoli o associati, gli utenti dei servizi per l'infanzia, distinguendo tra asili nido e servizi integrativi, con riferimento ai servizi pubblici ed ai servizi privati convenzionati (per i quali il comune paga una retta), mentre rimangono esclusi dalla rilevazione gli utenti dei servizi privati non convenzionati, dato quest'ultimo che concorre al raggiungimento dell'obiettivo di Lisbona del 33%. L'Istat rileva anche il numero di comuni coperti dal servizio e dati relativi alla spesa. Entrambi questi indicatori, ovvero la presa in carico degli utenti presso i servizi e la diffusione territoriale dei servizi sono considerati ai fini del raggiungimento della premialità per le otto regioni del sud che partecipano al meccanismo degli obiettivi di servizio. A novembre era stato diffuso il dato riferito alle sole otto regioni del mezzogiorno mentre ora è disponibile anche il centro nord e dunque è completato il quadro nazionale. Entro la fine del mese verranno pubblicati sul sito dell'ISTAT i dati completi. I dati rilevano che il numero di bambini tra zero e tre anni che hanno usufruito dei servizi per la prima infanzia al 31 dicembre 2008 è pari a 215.063 unità, di cui 177.263 presso gli asili nido e 37.800 presso i servizi integrativi (che comprendono micronidi, nidi famiglia e altri servizi integrativi). Rispetto al totale della popolazione in età 0-3 anni risultano presi in carico dai servizi a livello nazionale il 12,7% dei bambini, considerando sia i nidi che i servizi integrativi. L'indicatore di presa in carico ha una variabilità molto elevata tra le regioni. Nel Centro Nord la percentuale di bambini accolti nei servizi raggiunge livelli molto alti, anche superiori al 20%: il valore più alto lo presenta la Regione Valle d'Aosta con il 27,9%, seguita dalla Emilia Romagna (27,7%), dall'Umbria (23,1%) e dalla Toscana (21,3%). Tutte le Regioni del Centro Nord superano la percentuale del 11,5%. Invece tra le Regioni del Sud i valori della presa in carico scendono sotto il 10%: le punte più basse sono rappresentate dalla Calabria (2,7%) e dalla Regione Campania (2,8%), mentre la Sardegna e l'Abruzzo rilevano valori superiori al 9%. Se confrontiamo questi dati con la situazione di partenza al momento dell'avvio del Piano con l'Intesa del 2007, emergono i primi effetti positivi che possono essere riferiti all'insieme delle sinergie che si sono create in questi primi anni a partire dal Piano. Al 31 dicembre 2008 solo in minima parte erano state utilizzate dalle regioni e provincie autonome le risorse del Piano, che sono state erogate a partire dai primi mesi del 2008, pertanto i risultati del Piano potranno essere misurati complessivamente nei prossimi anni, quando con le risorse erogate saranno stati realizzati tutti i posti che il Piano prevedeva di realizzare, ovvero almeno 40.000. Il dato che si rileva, rappresentato dall'incremento di circa 30.000 utenti dei servizi negli ultimi quattro anni, è un risultato molto incoraggiante. L'intervento straordinario ha creato fin da subito un effetto moltiplicatore, rispetto anche alle risorse regionali, ed ha avviato un processo di sviluppo netto e costante che già in alcune zone porta ad un significativo avvicinamento agli obiettivi di Lisbona. I dati completi della rilevazione saranno diffusi entro la fine del mese sul sito dell'ISTAT.
Roma, 20 maggio 2010
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