Stella
, stellina, la notte si avvicina....mah ! Forse la notte nelle nostre
scuole è arrivata già da un pezzo.
A
settembre mi sono trasferita in una scuola primaria della periferia
sud est di Milano; ho chiesto di trasferirmi qui perchè questa
scuola è piuttosto vicina a casa mia e ha quella dimensione
multietnica nella quale mi piace vivere e lavorare.
Provengo
da una scuola della periferia sud , con caratteristiche simili,
pensavo.
In
parte è così ma la“mia” scuola attuale sta lentamente
scivolando nella situazione di scuola-ghetto. La percentuale di
alunni di provenienza straniera è altissima e varia : sudamericani,
rumeni, albanesi, filippini, cinesi, egiziani, marocchini e
ultimamente sta diventando consistente la presenza di bambine e
bambini rom. Le famiglie italiane diminuiscono a vista d'occhio,
spaventate dalle difficoltà.
Le
difficoltà...certo che ci sono! A proposito di bisogni educativi,
avremmo bisogno di ben altre risorse...e il taglio al Fondo
d'Istituto ci penalizza molto.
La
“mia” classe (sono maestra prevalente e non per scelta ) è
composta da17 bambine e bambine teneri, un po' monelli, molto
simpatici.
Reduce
da una classe di 25 ho pensato: che meraviglia!
Poi
ho capito che con quattro bambini “segnalati” in classe e la
coesistenza di almeno cinque livelli nell'apprendimento della lingua
italiana , forse proprio una meraviglia non è. Non avendo nessun'ora
di compresenza, poche ore di supporto per gli alunni non italofoni e
un orario “infelice”riuscirò ad essere incisiva nella mia azione
educativa?
Mentre
esploro gli armadi della classe alla ricerca di materiali, trovo uno
scatolone. Incuriosita, lo apro. Sono le prove Invalsi. Subito mi
chiedo come sia possibile proporre prove standard in situazioni così
diversificate . E come avranno reagito queste bambine e questi
bambini di fronte ad una proposta così ostile anche nella modalità
di somministrazione ( si , somministrazione, come per una medicina, e
amara per giunta!)
E a
cosa diavolo saranno servite? Forse che le risorse economiche
destinate alle prove non avrebbero potuto essere impiegate in modo
più adeguato, sempre pensando ai bisogni educativi? La direttiva
ministeriale sui BES, introduce
una terza categoria, quella dello svantaggio
(socio-economico e/o linguistico/culturale).
Ma queste bambini e bambini non hanno bisogni educativi
speciali, hanno, come tutti , bisogni educativi. Hanno bisogno di
tempo, di cura, di pari opportunità!
In cerca di conforto,
approfittando di un buco d'orario, decido di visitare una nota
libreria specializzata di Milano. Ma vengo invece presa dallo
sconforto : il materiale per la scuole è diminuito rispetto al
passato. Nello scaffale dei libri per l'insegnamento della lingua2
poche proposte, tanti fascicoli per allenare alle prove sopracitate
ed altri eserciziari sempre con riferimento a queste. Nello spazio
per l'insegnamento della musica poco materiale e per giunta
datato....Dunque anche le proposte editoriali esprimono ormai un'idea
di scuola meritocratica e manageriale, lontana dalla psicologia del
bambino.
Stella
stellina...la notte è arrivata....ma dovrà pur passare questa
nottata...
Nessun commento:
Posta un commento