lunedì 31 gennaio 2011

Estratto da: CENSIS -- 44° Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese



Processi formativi - (pp. 105 – 176 del volume)
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/documenti/censis.doc

L’importanza crescente del contributo finanziario

di famiglie e privati alle scuole italiane

I contributi volontari versati dalle famiglie sono un’entrata sempre più fondamentale per la gestione e la didattica delle scuole statali. In realtà, la richiesta del cosiddetto “contributo volontario” non riguarda la totalità degli istituti scolastici ed è condizionata, oltre che dalla necessità di integrare i fondi a disposizione, da fattori quali il livello scolastico, la collocazione geografica e lo status socio-economico dell’utenza. In base ai primi risultati di una indagine che il Censis sta conducendo al riguardo, da quanto dichiarato finora da un panel di 1.099 dirigenti scolastici, il 53,1% delle scuole statali di ogni ordine e grado, coinvolte nella rilevazione, ha richiesto quest’anno il contributo, ma nel restante 43,5% tale consuetudine non si è ancora diffusa.

La frequenza della richiesta del contributo volontario aumenta al crescere dei livelli scolastici: si va dal 34,7% di scuole dell’infanzia all’85,6% dei licei. Le somme richieste a livello prescolare o di scuola dell’obbligo sono in media di modesta entità (16,4 euro nella scuola dell’infanzia e 19,8 euro nella scuola secondaria di I grado). Nelle scuole di II grado, invece, il contributo medio supera, per tutti gli indirizzi, gli 80 euro pro-capite. Le oscillazioni intorno alla media sono però molto ampie e nelle scuole intervistate si raggiungono anche i 100 euro per scuole dell’infanzia e primarie e i 260 euro dei licei (tab. 5).

Il 25% degli istituti che già richiedono un contributo dichiara di averne dovuto aumentare l’importo rispetto allo scorso anno e solo il 20,6% di dirigenti scolastici ritiene di non aver bisogno di reiterare o introdurre tale modalità di finanziamento nel prossimo anno scolastico (tab. 6).
La risposta delle famiglie alle richieste economiche delle scuole sembra essere di diffusa collaborazione. Ricordando che si tratta di contributi volontari, emerge che aderisce mediamente alla richiesta di contributo l’82,7% dei genitori. L’ampiezza del livello di adesione appare dettato, non solo dalla consuetudine, ma anche da due crescenti esigenze di segno contrapposto: quella di tamponare le carenze di materiali e strumenti per il funzionamento ordinario dell’istituzione e quella di sostenere la qualità e varietà dell’offerta formativa. La destinazione d’uso dei contributi familiari si divide quasi equamente tra queste due esigenze, con una leggera prevalenza (54%) degli interventi a supporto dell’offerta formativa, che comunque riguardano soprattutto l’adeguamento della strumentazione e degli ambienti di studio. Infatti, tali interventi consistono soprattutto in acquisto di materiali didattici (77,2% delle scuole), miglioramento di dotazioni informatiche, laboratori, palestre (58,3%), ma rivestono un peso considerevole (43,1%) anche le finalità di supporto economico agli studenti più indigenti per assicurare la loro partecipazione alle attività didattico-formative.
Il quadro delle diverse tipologie di supporto economico straordinario alle scuole si completa con i finanziamenti provenienti, sotto varie forme, da soggetti privati esterni all’istituto scolastico. Tale fenomeno interessa il 36,4% delle scuole intervistate nel complesso, ma risulta molto più diffuso negli istituti dislocati nelle aree centro-settentrionali del Paese. Il principale canale di reperimento di risorse aggiuntive private è costituito dalle donazioni effettuate da una pluralità di soggetti (46,4% dei casi), cui si aggiungono le piccole donazioni che talvolta le scuole riescono ad ottenere dalle banche che fungono da tesoreria e presso le quali è aperto il conto della scuola. Un fenomeno in crescita è quello del reperimento di risorse grazie ai proventi dovuti all’installazione di macchine distributrici di bevande e alimenti (34,8%), e quello della individuazione di uno sponsor per talune attività o di concessione di spazi pubblicitari (31,8%).


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