mercoledì 27 aprile 2011

LA REPUBBLICA.IT

Un futuro di tagli, ecco le cifre

Giovedì si inizia a votare il documento di Economia e Finanza 2011: lì dentro c'è lo "spianamento" della scuola italiana. Si arriva a 22 miliardi di "risparmi" nei 5 anni di questo governo. Mentre l'Occidente ha affrontato la crisi senza toccare tre voci: scuola, università, ricerca


Nel mezzo delle feste di primavera, giovedì alla Camera, si inizia a votare il Documento di economia e Finanza del 2011. Lì dentro c'è lo spianamento della scuola pubblica italiana. Quattro miliardi e 561 milioni di tagli previsti ogni anno dal 2012 al 2014 (tabellone a pagina 37 del documento del Programma nazionale di riforme già approvato in Consiglio dei ministri). Tredici miliardi e 683 milioni succhiati via a un organismo in grave crisi di ossigeno a cui dal 2009 al 2011 ne sono stati portati via già otto miliardi e 13 milioni (con 87 mila cattedre annesse e 42 mila posti di personale amministrativo, tecnico, ausiliario). Tredici miliardi e 683 milioni più otto miliardi e 13: sono ventidue miliardi succhiati alla scuola pubblica italiana in una stagione di governo di centro-destra. Con numeri di questa entità si renderà così fragile e dissestata la nostra scuola pubblica da trasformarla in un istituto sostituibile. Con che cosa? Con la scuola privata italiana.



Il Def di Giulio Tremonti, diventato cosa nota a "Ballarò" grazie a un colpo di teatro di Enrico Letta (il ministro Gelmini necessitava di un suggeritore alle spalle per riuscire a dire che quei tagli, meglio, "minori spese", erano già previsti dal 2008), attinge ancora una volta dalla scuola perché sa che lì ci sono numeri grossi: se si taglia sulla scuola, è il ragionamento, vi è certezza di ritorno economico. Su 60 miliardi per il risanamento generale nei prossimi tre anni, tredici
e sette vengono da lì.
Tutti gli stati occidentali avanzati hanno affrontato la crisi economica mondiale non toccando tre strutture: la scuola, l'università, la ricerca. Barak Obama ha sottratto risorse, per dire, al ministero degli Interni americano, ma ha fatto crescere gli investimenti pubblici nei tre campi dei giovani e del futuro: scuola, università, ricerca. Da noi, si spiana. Altri documenti di governo che sottendono il Def tremontiano hanno detto qualcosa sul nostro futuro, qualcosa di angosciante: "Nei prossimi trent'anni ci sarà una riduzione strutturale della popolazione scolastica". Perché? Perché strutturale? Dobbiamo arrenderci al fatto che facciamo (e quindi faremo) meno figli? Ma non è forse che la gioventù strutturalmente precaria fa meno figli perché non ha idea di come potrebbe precariamente mantenerli? O forse la riduzione scolastica immaginata da Tremonti è figlia dell'idea che la gioventù precaria tornerà a fare lavori manuali, ben pagati peraltro, abbandonando un'utopia sessantottesca di accrescimento culturale e potenziamento della cittadinanza attraverso la scuola? Ancora, i migranti, che comunque hanno riportato la soglia della popolazione italiana intorno ai sessanta milioni, secondo questo governo non andranno nei prossimi trent'anni al liceo e all'università in Italia? Queste stime non tengono conto che negli ultimi anni la popolazione della scuola in verità è sempre cresciuta.

Riassumendo. La quota del Pil oggi impegnata nell'istruzione, il 4,2 per cento, secondo il nuovo Def calerà al 3,7 per cento nel 2015 e al 3,4 nel 2060. Ovviamente, per consentire questo non ci sarà contratto per i maestri e i prof fino al 2013 e il blocco degli scatti d'anzianità resterà tale: 320 milioni in meno a bilancio del Miur per i "prof" nel 2011, 640 in meno nel 2012 e 960 nel 2013. Prof più poveri per una scuola con meno alunni.
Ci scrive Enrico Letta, in un sms: "La cosa più pesante è che dalle tabelle del documento governativo emerge come la riduzione da un miliardo a 30 milioni della quota riservata per il diritto allo studio sia confermata anche per i prossimi tre anni". Le dichiarazioni a raffica del ministro Gelmini - al termine del primo triennio di sacrifici reinvestiremo in una scuola più snella e migliore con i risparmi realizzati - si sono rivelate bugie. Arrivano nuovi tagli, i più duri, perché portati su un organismo boccheggiante.
Scrive la Rete 29 aprile, i ricercatori universitari precari che alla precarietà non si arrendono: "Quattordici miliardi di euro, a valori correnti, è quanto il Piano Marshall diede all'Italia dal 1948 al 1952". Il Piano Tremonti, all'Italia e al suo futuro, li toglie.

domenica 24 aprile 2011

Pasta Nera. Log – line.



Dei bambini ci raccontano una storia. Tutti la stessa, è una cosa strana, sembra quasi non sia successa.

Ricordi che rievocano le terre ospitali e distese al sole della Pianura padana. Oggi questi bambini hanno settant’anni.A San Severo quando veniva sera s’andava a letto tutti zitti dopo aver mangiato un pezzettino di pane, diviso sette, quello doveva bastarci… una volta la miseria era tanta, era vera, per questo non ce l’ho fatta a tornare giù perché ho visto l’altra faccia della medaglia, anche se ero piccola ho capito che qui potevo stare meglio.” Erminia Tancredi ( 5 anni nel 1946).

“La prima notte che Franco ha dormito da noi, non riusciva a dormire, si agitava. Io gli ho chiesto – Franco, cos’hai – e lui – non ho sonno – . Il giorno dopo si guardava intorno sospettoso. – Che cosa cerchi? –e lui – niente, niente .- Solo a pranzo quando mangiò per la prima volta le tagliatelle si rilassò e disse – ci avevano detto che qui c’erano i comunisti affamati che mangiavano i bambini -” Giovanni Berardi (7 anni nel 1945).

1945. La guerra è finita e l’Italia è devastata, ma l’entusiasmo della nascente democrazia attraversa il Paese.
Nel clima di collaborazione delle forze anti-fasciste per ricostruire il paese devastato, affamato, profondamente ferito dalla guerra, migliaia di famiglie di lavoratori del centro nord aprirono le loro case a decine di migliaia di bambini provenienti dalle zone più colpite e di più antica miseria del Meridione, ma anche di altre zone martoriate del Paese.
L’iniziativa in poco tempo diventò un movimento nazionale proponendo una concezione della solidarietà e dell’assistenza che trovava le sue radici nei valori della Resistenza, indicando soluzioni concrete ai problemi più urgenti, supplendo all’assenza delle istituzioni. Su quelli che vennero chiamati “i treni della felicità” circa 70.000 bambini si lasciarono alle spalle povertà e macerie per vivere l’esperienza dell’ospitalità in un’altra famiglia.
I protagonisti di questa storia, ormai nonni, ricordano con i loro occhi bambini quest’incredibile esperienza creando un cortocircuito emozionale tra infanzia e anzianità. La memoria storica e un ricordo lucido di uno dei rari esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro Paese.
Uno dei centri propulsori di questa iniziativa fu l’Unione Donne Italiane che insieme ai comitati che si andarono organizzando in ogni città, riuscirono tra mille difficoltà a riportare quei bambini, partiti laceri e denutriti, nelle proprie case con nuove prospettive. Qualcuno però decise di rimanere.
“A Modena i bambini arrivarono dopo un viaggio faticoso ma accompagnato da continui atti di solidarietà festosa nei vari punti di sosta e senza alcun incidente. Ad attenderci c’era il sindaco con tutta la giunta e i rappresentanti dei partiti del Cln insieme a una folla plaudente. Nonostante le assicurazioni date alle madri non fu possibile distribuire gli indumenti durante il viaggio, sicché molti bambini avevano all’arrivo ancora dei pezzi di cartone ai piedi: affascinati, guardavano la neve cadere lentamente, tanto più che molti tra di loro non l’avevano mai vista. Non pensavano che avrebbero dovuto camminarci sopra per raggiungere i pullman che aspettavano fuori dalla stazione. Si vide allora uno spettacolo indimenticabile: gli uomini che erano in attesa sulla pensilina si precipitarono agli sportelli e portarono i bambini in braccio o sulle spalle fino alle corriere. Nessun bambino mise il piede in terra!”

Miriam Mafai storica, giornalista, organizzatrice UDI dei treni romani.
Pasta Nera. Scheda Tecnica.
Regia: Alessandro Piva - Regista Collaboratore: Andrea NobileConsulenza storica: Giovanni Rinaldi - Editing: Vania CauzilloFormato: 52'/25'Prodotto da: Seminal Film in collaborazione con Cinecittà Luce e il sostegno di Progetto Casa Di Vittorio (Regione Puglia-comune di Cerignola) e Materiale d'archivio: Archivio del Partito Comunista Italiano, Archivio centrale UDI, Cinecittà Luce, Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Privati.

giovedì 21 aprile 2011

"No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere".



Giacomo Ulivi



Buon 25 APRILE a tutte/i.
fonte: lavoce.info

SULLE SPALLE DELLA FAMIGLIA


di Chiara Saraceno 20.04.2011

Il governo sostiene di aver rafforzato il ruolo della famiglia. E infatti ricadono sulle famiglie italiane tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora. Le timide proposte innovative del Piano nazionale per la famiglia sono rimaste lettera morta. Senza contare che una disoccupazione giovanile vicina al 30 per cento impedisce ai giovani di crearsi una propria famiglia. Le dimissioni delle lavoratrici madri.



Non ha torto Silvio Berlusconi ad affermare che il suo governo ha rafforzato il ruolo della famiglia. Basta intendersi su che cosa significa “rafforzare”.



LE FAMIGLIE E IL WELFARE



Il ruolo della solidarietà famigliare, sempre importantissimo nel nostro welfare debole e squilibrato, è uscito indubbiamente rafforzato dalla riduzione dei trasferimenti agli enti locali (a partire dall’abolizione dell’Ici), quindi delle risorse per i servizi alla persona, così come dalla riduzione dell’offerta educativa della scuola pubblica in termini di contenuti e di tempo.Èstato rafforzato anche dal mancato adeguamento del sistema di protezione sociale a un mercato del lavoro flessibile, dove la precarietà e la disoccupazione colpiscono soprattutto i giovani.

Questa modalità di rafforzamento è stata teorizzata esplicitamente nei due più importanti documenti del governo sul welfare: il Libro bianco sul futuro del welfare e il documento Italia 2020 sull’occupazione femminile e i problemi di conciliazione. (1) Entrambi i documenti indicano appunto nella solidarietà famigliare la principale risorsa su cui contare per far fronte a tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico in larga misura lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora.

Le timide proposte innovative indicate con grande enfasi nel novembre scorso dal Piano nazionale per la famiglia, e commentate su questo sito, sono rimaste lettera morta. (2)

Sulla base dell'obiettivo di rafforzamento del ruolo delle famiglie, si è proceduto a tagli indiscriminati, salvo che sui sussidi alla scuola privata, e si è di fatto vanificato il fondo per il sostegno all’affitto. Ma non solo: si è anche ripetutamente sottovalutata la drammaticità di una disoccupazione giovanile che tocca il 30 per cento.

Peccato che non tutti abbiano alle spalle una famiglia che può provvedere in caso di necessità. E peccato che proprio la dipendenza dalla solidarietà famigliare, oltre a sovraccaricare le famiglie e a sottoporre a tensione bilanci spesso modesti, renda più difficile per i giovani costituire una propria famiglia, se lo desiderano. Rende anche difficile alle mamme conciliare famiglia e lavoro, se non hanno un reddito sufficiente a pagare un servizio privato, o una mamma o una suocera disponibili e in grado di condividere le responsabilità di cura.



LE NORME PER LE LAVORATRICI MAMME



Alle mamme, poi, il governo Berlusconi ha fatto un brutto scherzo fin dall’avvio del governo. Nel giugno 2008, in nome della semplificazione, il ministro Sacconi ha infatti ha abrogato la norma che imponeva la procedura telematica per le dimissioni volontarie. Era stata approvata a largissima maggioranza bipartisan dal parlamento pochi mesi prima, durante il governo Prodi, per cercare di contrastare l’abitudine di far firmare in bianco una lettera di dimissioni all’atto dell’assunzione – un’abitudine molto diffusa soprattutto nelle aziende del Nord e molto utilizzata soprattutto contro le lavoratrici che rimangono incinte. La consigliera di parità nazionale che, facendo il proprio mestiere, osò protestare per il danno che ne sarebbe seguito per coloro che volevano avere un figlio, si vide revocata la nomina. Solo un anno dopo è stata introdotta una nuova norma, di fatto più complessa, che richiede che un genitore che si dimette “volontariamente” durante il periodo protetto dalla legge sui congedi confermi la propria volontà davanti a un funzionario della direzione provinciale del lavoro (nota prot. 25/II/2840 del 26 febbraio 2009). La nuova norma, tuttavia, riduce la protezione al solo periodo coperto dalla legge sulla maternità e paternità. Non protegge affatto da dimissioni forzate al termine di quel periodo, quando la lavoratrice dovrebbe tornare al lavoro.



(1) Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Libro bianco sul futuro del welfare. La vita buona nella società attiva, Roma, maggio 2009; ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ministero per le Pari opportunità, Italia 2020. Programa di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, Roma, dicembre 2009.

(2)Verso un piano nazionale per la famiglia, novembre 2010. Per un commento su questo sito si veda Daniela Del Boca e Chiara Saraceno, “Una tradizionale famiglia italiana”, 9.11.2010

lunedì 18 aprile 2011

E la scuola va in tribunale. Tutte le cause e i ricorsi al ministero dell’Istruzione



Bidelli, precari, professori a contratto, aule-pollaio, ore di sostegno: l'elenco dei contenziosi legali che coinvolgono il ministro Gelmini cresce ogni giorno

Insomma: il diritto si configura come baluardo di civiltà in un Paese in cui non è ancora possibile costruire, con concordi azioni unitarie, opposizione costante ed intransigente ai tagli che il governo camuffa con una sigla buona per ogni stagione: “riforma”. Che i tribunali arrivino là dove la mancata coesione tra forze democratiche non contrasta in maniera adeguata una politica dissennata che ha individuato nella scuola una fonte di profitto, anziché di investimento, è triste ed evidente. Altrettanto evidente è che la scuola delle molte T ci rimanda alla formula della Moratti, riveduta e corretta: I come inadempienza, improvvisazione, inanità. Dilettanti allo sbaraglio, che imperversano aggiungendo una quarta e più grave I: illegittimità.

"il fatto quotidiano"

domenica 17 aprile 2011

FONTE: FUORIREGISTRO

Dubidoo.it


Alberto Pellini - 16-04-2011
Cos'è? E' il primo quotidiano on line italiano dedicato ai ragazzi. La rete di internet, strumento innovativo ma allo stesso tempo consolidato nella vita di tutti, ormai è utilizzata quotidianamente dai giovani.
Ma siamo veramente sicuri di offrire loro proposte adeguate alla loro crescita formativa? Dubidoo.it nasce proprio per questo.
E' un quotidiano on line che offre ai ragazzi le notizie dei grandi (e non solo). Le racconta come i giovani vorrebbero: in maniera semplice e con una formula nuova. Non esistono solo gli ipertesti che caratterizzano l'informazione on line.
Le parole difficili vengono spiegate - se straniere, tradotte - e c'è la possibilità di andare in particolari pagine per ricerche e approfondimenti.

Non mancano, poi, gli spazi dedicati alle curiosità che stuzzicano l'interesse dei giovani. Storia, geografia, filosofia, lingue: ogni articolo è un'occasione, uno spunto in più, per riflettere e crescere.
E' una rete di informazione perché le notizie di Dubidoo.it sono collegate alla rete di internet e ai social network.
E' uno strumento didattico: parallelamente alle attività del quotidiano on line un forte ruolo lo ha la didattica.
Alcuni docenti sono a disposizione dei ragazzi per rispondere ai loro quesiti. Gli insegnanti si trasformano in giornalisti e raccontano le lingue, la storia, la filosofia, la matematica, le scienze, la musica, l'arte, in un modo semplice e accessibile.
E' un canale di comunicazione giovane: ha un linguaggio immediato e veloce. Ama concentrarsi sui fatti della vita quotidiana.
Dubidoo.it non ama i giri di parole. Regala ai giovani la possibilità di interpretare la realtà.
Rispetta i ragazzi e la loro crescita. Nel pieno rispetto dei criteri deontologici dei giornalisti, su Dubidoo.it si offre una informazione rispettosa nei confronti dei ragazzi. L'isola di Dubidoo.it è un sicuro approdo per i giovani e per i loro genitori.
Un progetto comune e aperto.Dubidoo.it parla ai navigatori di internet. E' un progetto aperto: si avvale della collaborazione di diverse esperienze per condividere un percorso comune. E' questa la forza di un quotidiano on line che vede docenti, giornalisti ed esperti lavorare insieme per offrire un prodotto dai molteplici contributi.

mercoledì 13 aprile 2011

Scrivevamo nel 2002 il seguente comunicato stampa come risposta a disegni di legge che di fronte alla “faziosità” dei libri di testo di storia adottati nelle scuole italiane, invocavano la compilazione di un testo unico…..


Comunicato Stampa

Il Coordinamento Genitori democratici esprime tutta la sua preoccupazione per la risoluzione di Forza Italia che impegna il Governo a vigilare sull'oggettività dell'insegnamento della storia.

La scuola pubblica è pluralista; le procedure di adozione dei libri di testo sono democratiche e trasparenti e soprattutto rispettose della libertà d'insegnamento, diritto a tutt'oggi ancora riconosciuto dalla nostra Costituzione.

La scuola pubblica è il luogo del pluralismo e del confronto, unici valori attraverso cui è dato crescere a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi non all'insegna dell'omologazione delle coscienze, alla luce di inquietanti testi unici portatori della verità.

Saremo a fianco degli insegnanti in tutte le iniziative che si intraprenderanno per difendere attraverso la loro libertà, il diritto dei nostri figli ad un'informazione plurale e critica

Coordinamento Genitori Democratici Nazionale.

Roma 12 dicembre 2002

Di fronte alla nuova offensiva del D.L. Carlucci non possiamo che ripetere anche noi, resistendo da ostinati difensori della Costituzione Italiana, gli stessi principi e concludere con le parole di Gianni Rodari…………

LA TESTA PER PENSARE

La testa del chiodo


La palma della mano


i datteri non fa,


sulla pianta del piede


chi si arrampicherà?


Non porta scarpe il tavolo


Su quattro piedi sta;


il treno non scodinzola


ma la coda ce l’ha.


Anche il chiodo ha una testa,


però non ci ragiona:


la stessa cosa càpita


a più di una persona

venerdì 8 aprile 2011

AI COMPONENTI DEL COMITATO PER LA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA,


AI GENITORI, AI CITTADINI E
A TUTTI COLORO CHE VOGLIONO DARE UNA MANO CONTRO I TAGLI
PREVISTI PER IL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO



Sono state già raccolte 2000 FIRME in 4 Istituti Comprensivi della nostra provincia contro i tagli che la Legge 133, nota come Legge Gelmini, prevede anche per il prossimo anno scolastico.
LE CONSEGUENZE DEI PROSSIMI TAGLI SARANNO DEVASTANTI: MOLTE CLASSI A TEMPO PIENO CHIUSE O NON DATE, CLASSI SEMPRE PIU’ NUMEROSE, TAGLIATI GLI SPECIALISTI DI LINGUA INGLESE, SEZIONI DI SCUOLA DELL’INFANZIA ANTIMERIDIANE SEMPRE PIU’ NUMEROSE….

Vorremmo valorizzare le firme raccolte (costate tempo, fatica e impegno) e lanciare una nuova campagna per raccoglierne altre in tutte le scuole del nostro territorio.
Vorremmo anche ORGANIZZARE: una conferenza stampa, un incontro con i politici locali a cui affidare le firme, un’iniziativa per promuovere la scuola pubblica!
Per fare bene tutto ciò occorre poter contare su un gruppo consistente e ben determinato di persone che operi affinché il lavoro svolto finora non vada perso; solo così le numerose adesioni che genitori e cittadini ci hanno dato andranno a buon fine e potremo dire di “aver fatto qualcosa” ed “esserci impegnati in prima persona.
INCONTRIAMOCI ALLE ORE 18 DEL 13 APRILE p. v.
PRESSO LA SEDE DELLA CGIL
VIA I° MAGGIO Zona Baraccola - Ancona



NON MANCARE, ASSICURA LA TUA PRESENZA, DENUNCIAMO CHE I TAGLI TAGLIANO LA QUALITA’ E NON IL SUPERFLUO, COME AFFERMA LA GELMINI!!!

Comitato genitori, docenti e personale della scuola per la promozione e la difesa della scuola pubblica - Ancona

martedì 5 aprile 2011

Osservatorio Scolastico sull’integrazione: schede normative
a cura dell'associazione italiana persone down

normativa sul contributo volontario DEI GENITORI
Il Club delle Mamme di Macerata e provincia, in collaborazione con l’ associazione culturale oze l’agenzia di consulenze editoriali Scriptorama, invita tutti, bambini e mamme, alla presentazione del libro




Un cuore arcobaleno, di Enrico Santori

che si terrà venerdì 29 aprile presso i lcentro di aggregazione per bambini ‘Il Regno dei Balocchi’, a Macerata, in via Giovanni Falcone 8/F, alle ore 17.30.



INGRESSO LIBERO