domenica 24 aprile 2011

Pasta Nera. Log – line.



Dei bambini ci raccontano una storia. Tutti la stessa, è una cosa strana, sembra quasi non sia successa.

Ricordi che rievocano le terre ospitali e distese al sole della Pianura padana. Oggi questi bambini hanno settant’anni.A San Severo quando veniva sera s’andava a letto tutti zitti dopo aver mangiato un pezzettino di pane, diviso sette, quello doveva bastarci… una volta la miseria era tanta, era vera, per questo non ce l’ho fatta a tornare giù perché ho visto l’altra faccia della medaglia, anche se ero piccola ho capito che qui potevo stare meglio.” Erminia Tancredi ( 5 anni nel 1946).

“La prima notte che Franco ha dormito da noi, non riusciva a dormire, si agitava. Io gli ho chiesto – Franco, cos’hai – e lui – non ho sonno – . Il giorno dopo si guardava intorno sospettoso. – Che cosa cerchi? –e lui – niente, niente .- Solo a pranzo quando mangiò per la prima volta le tagliatelle si rilassò e disse – ci avevano detto che qui c’erano i comunisti affamati che mangiavano i bambini -” Giovanni Berardi (7 anni nel 1945).

1945. La guerra è finita e l’Italia è devastata, ma l’entusiasmo della nascente democrazia attraversa il Paese.
Nel clima di collaborazione delle forze anti-fasciste per ricostruire il paese devastato, affamato, profondamente ferito dalla guerra, migliaia di famiglie di lavoratori del centro nord aprirono le loro case a decine di migliaia di bambini provenienti dalle zone più colpite e di più antica miseria del Meridione, ma anche di altre zone martoriate del Paese.
L’iniziativa in poco tempo diventò un movimento nazionale proponendo una concezione della solidarietà e dell’assistenza che trovava le sue radici nei valori della Resistenza, indicando soluzioni concrete ai problemi più urgenti, supplendo all’assenza delle istituzioni. Su quelli che vennero chiamati “i treni della felicità” circa 70.000 bambini si lasciarono alle spalle povertà e macerie per vivere l’esperienza dell’ospitalità in un’altra famiglia.
I protagonisti di questa storia, ormai nonni, ricordano con i loro occhi bambini quest’incredibile esperienza creando un cortocircuito emozionale tra infanzia e anzianità. La memoria storica e un ricordo lucido di uno dei rari esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro Paese.
Uno dei centri propulsori di questa iniziativa fu l’Unione Donne Italiane che insieme ai comitati che si andarono organizzando in ogni città, riuscirono tra mille difficoltà a riportare quei bambini, partiti laceri e denutriti, nelle proprie case con nuove prospettive. Qualcuno però decise di rimanere.
“A Modena i bambini arrivarono dopo un viaggio faticoso ma accompagnato da continui atti di solidarietà festosa nei vari punti di sosta e senza alcun incidente. Ad attenderci c’era il sindaco con tutta la giunta e i rappresentanti dei partiti del Cln insieme a una folla plaudente. Nonostante le assicurazioni date alle madri non fu possibile distribuire gli indumenti durante il viaggio, sicché molti bambini avevano all’arrivo ancora dei pezzi di cartone ai piedi: affascinati, guardavano la neve cadere lentamente, tanto più che molti tra di loro non l’avevano mai vista. Non pensavano che avrebbero dovuto camminarci sopra per raggiungere i pullman che aspettavano fuori dalla stazione. Si vide allora uno spettacolo indimenticabile: gli uomini che erano in attesa sulla pensilina si precipitarono agli sportelli e portarono i bambini in braccio o sulle spalle fino alle corriere. Nessun bambino mise il piede in terra!”

Miriam Mafai storica, giornalista, organizzatrice UDI dei treni romani.
Pasta Nera. Scheda Tecnica.
Regia: Alessandro Piva - Regista Collaboratore: Andrea NobileConsulenza storica: Giovanni Rinaldi - Editing: Vania CauzilloFormato: 52'/25'Prodotto da: Seminal Film in collaborazione con Cinecittà Luce e il sostegno di Progetto Casa Di Vittorio (Regione Puglia-comune di Cerignola) e Materiale d'archivio: Archivio del Partito Comunista Italiano, Archivio centrale UDI, Cinecittà Luce, Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Privati.

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