venerdì 15 giugno 2012

SCUOLA ED ADOZIONE/AFFIDO

FONTE: GENITORI SI DIVENTA
Una carta d'intenti per la scuola


Autore/i: Livia Botta
Data: 06-05-2012
Argomento: Scuola

Ha preso avvio un processo di riflessione e approfondi­mento sfociato in moltepli­ci e importanti iniziative: proposte formative rivolte agli insegnanti e agli ope­ratori dell'adozione, messa a punto di prassi condivise (linee guida, protocolli, va­demecum per insegnanti), sperimentazioni di buone pratiche didattiche e di ac­coglienza. Alcune questio­ni cruciali (dopo quanto tempo dall'arrivo inserire i bambini a scuola e in qua­le classe, come affrontare lo studio della storia perso­nale e la questione della diversità etnica) sono ogget­to di riflessione e dibattito in diverse sedi: dal gruppo di lavoro del MIUR recen­temente costituito alle as­sociazioni di genitori.

C'è da dire, tuttavia, che l'input per queste rifles­sioni è partito soprattutto dalle associazioni di geni­tori e che la scuola, salvo rare e lodevoli eccezioni, ri­sulta ancora impreparata e spesso scarsamente con­sapevole delle specificità e dei bisogni di cui gli alun­ni adottati sono portatori. Inoltre, mentre la rifles­sione sulla scuola dell'in­fanzia e primaria è ormai ricca, più carente è quella sui cicli scolastici successi­vi. Eppure il fatto che oggi tanti bambini arrivino in adozione già grandi, e che dunque vengano inseriti a scuola negli ultimi anni delle elementari o diretta­mente nella scuola media, insieme alla constatazio­ne che alcune comuni pro­blematiche adolescenziali possono presentarsi negli adottati con particolare virulenza, inducono a por­tare rapidamente al centro dell'attenzione anche la scolarizzazione seconda­ria.

E' a partire da questa ana­lisi che dal 2008 ha preso avvio all'interno del nucleo ligure dell'ANSAS (Agen­zia Nazionale di Sviluppo dell'Autonomia Scolastica, ente del Ministero dell'I­struzione che si occupa di ricerca e formazione de­gli insegnanti) il progetto "Adozione e Scuola", con la finalità di diffondere una cultura dell'adozione nelle istituzioni scolastiche del proprio territorio. Il grup­po di progetto iniziale, composto da insegnanti, si è in seguito arricchito con la partecipazione di geni­tori adottivi e operatori dell'adozione (psicologi, assistenti sociali). In que­sti anni ha promosso in­contri di sensibilizzazione e formazione rivolti a do­centi e dirigenti scolastici, iniziative di rete con gli al­tri soggetti che si occupano di adozione sul territorio, il sito Internet www.ado­zionescuola.it, la pubbli­cazione di un Vademecum per insegnanti.

L'ultima realizzazione è una Carta d'Intenti per la scuola elaborata dalle in­segnanti che partecipano al corso di formazione di quest'anno, con la collabo­razione di genitori adottivi e operatori dell'adozione. Si tratta di un documento in due versioni: una per la scuola dell'infanzia e pri­maria, l'altra per la scuola secondaria di 1° e 2° grado. Può essere consultato sul nostro sito.
La carta individua le "at­tenzioni" che le scuole sensibili alla realtà dell'a­dozione e dell'affido do­vrebbero mettere in atto nei confronti degli alunni e delle loro famiglie, sia sot­to l'aspetto organizzativo che per quanto riguarda la componente relazionale e didattica.

Un aspetto ritenuto prio­ritario è l'istituzione della figura di un docente re­ferente che possa fare da cerniera tra scuola, fami­glia e servizi e che, grazie alla competenza più appro­fondita sulle peculiarità dell'adozione, possa essere punto di riferimento per i colleghi che hanno alunni adottati nelle loro classi. Altri punti cardine riguar­dano i tempi e le modalità del primo inserimento sco­lastico dei bambini adotta­ti; l'opportunità di far rife­rimento, nello svolgimento delle normali attività di­dattiche, ai diversi modelli di famiglia presenti nella realtà odierna, e di presta­re particolare attenzione, nel momento della costru­zione dei primi concetti temporali, a proporre atti­vità che possano includere le storie personali di tutti gli alunni; la necessità di programmare percorsi di­dattici personalizzati se necessario.

Ma con quale scopo è sta­ta realizzata questa carta d'intenti? La finalità del gruppo che l'ha prodotta è farne un'occasione di sensi­bilizzazione del personale scolastico alle problemati­che adottive. L'intenzione è di presentarla alle scuole del territorio, per verificare quante e quali la sentano a tal punto in sintonia con la propria cultura educativa da farla propria, quante ne colgano anche solo al­cune parti per assumerle nel loro progetto di scuola. Ogni istituzione scolastica elabora un proprio Piano dell'Offerta Formativa nel quale illustra il proprio progetto didattico, di cui i contenuti della carta d'in­tenti potrebbero entrare a far parte.

Conoscere a priori in che misura una scuola sia con­sapevole delle specificità e criticità dell'adozione e che attenzione sia pronta a prestare al percorso scola­stico di bambini e ragazzi adottati potrebbe rappre­sentare per i genitori un ancoraggio importante, sia nel primo contatto con la scuola dei loro figli che nel prosieguo del loro percorso scolastico.

CARTA D'INTENTI
PER SCUOLE DELL'INFANZIA E PRIMARIE
La scuola xxx, consapevole che la presenza di alunni adottati o in affido familiare è un dato struttu­rale che riguarda l'intero sistema scolastico, s'impegna a:

•Curare la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell'a­dozione e dell'affido familiare, promuovendo appositi momenti formativi e/o segnalando le pro­poste provenienti da agenzie esterne;
_ Istituire la figura di un docente referente (o componente di una commissione specifica: acco­glienza, integrazione, ecc.), con competenze sulle problematiche dell'adozione, che si faccia carico di:
•Promuovere e facilitare i contat­ti scuola-famiglia, offrendo nella fase di prima accoglienza un ser­vizio informativo completo sulla scuola (POF, struttura scolastica, conoscenza di alcuni docenti e del mediatore linguistico-intercul­turale);
•Organizzare e gestire, al momen­to dell'iscrizione, un colloquio conoscitivo con i genitori, senza forzature, riguardante paese di provenienza del bambino, percor­so scolastico pregresso, livello di conoscenza della lingua italiana, caratteristiche della personalità e predisposizioni;
•Supportare i docenti della classe nella realizzazione di eventuali percorsi didattici personalizzati;
•Essere interlocutore nel rapporto con i soggetti (servizi, enti, asso­ciazioni) che si occupano di ado­zione e affido sul territorio;
•Monitorare l'andamento dell'inse­rimento e del percorso formativo durante l'anno;
•Curare il passaggio d'informazio­ni sull'alunno tra i diversi gradi di scuola;
•Avere una chiara conoscenza di chi e quanti sono gli alunni adot­tati o in affido presenti a scuola.
I docenti, consapevoli che le dif­ferenze sono una risorsa e che l'inclusione va sostenuta, s'impe­gnano a:
•Proporre attività per sensibilizzare le classi all'accoglienza e alla va­lorizzazione di ogni individualità;
•Facilitare la comunicazione con un ascolto attivo e creare un buon clima di classe in cui ciascun bam­bino possa sentirsi a proprio agio;
•Ampliare in entrambi gli ordini di scuola l'area del gioco e dell'e­spressione corporea per favorire processi di socializzazione ed espressività;
•Fare attenzione nella scelta dei libri di testo e delle letture (narra­tiva, fiabe tradizionali e moderne, ecc.) al modello di famiglia veico­lato e al linguaggio utilizzato;
•Creare occasioni, alla portata dei piccoli discenti e con le opportune mediazioni didattiche, per parlare delle diverse tipologie di famiglia esistenti nella società odierna, ri­ferendosi a un concetto di famiglia come legame affettivo e relaziona­le;
•Favorire la partecipazione a labo­ratori a classi aperte, con regole "morbide" e uso flessibile degli spazi.

Nei confronti degli alunni adottati o in affido presenti in classe, gli insegnanti s'impegnano a:
•Iniziare da subito la collaborazio­ne con la famiglia, mantenendola nel tempo e mostrando disponibi­lità per colloqui non rigidamente cadenzati dal calendario scolasti­co, per conoscere a fondo la situa­zione del bambino, senza forzatu­re e atteggiamenti invadenti e, in itinere, per definire e aggiustare il percorso formativo;
•Mantenere in classe un atteggia­mento equilibrato, evitando sia di sovraesporre gli alunni adottati o in affido (con attenzioni eccessive, richieste dirette di parlare della loro storia, ecc.), sia di dimenti­carne la specificità (proponendo attività e argomenti che implicita­mente li escludano);
•Creare occasioni in cui gli alunni adottati o in affido si sentano in­clusi e, se lo desiderano, possano parlare di sé e della propria cul­tura d'origine o rappresentare la propria storia attraverso il disegno o altre attività espressive, anche con l'aiuto dei mediatori linguisti­co-interculturali e/o dei genitori;

•Affrontare in modo diverso dal consueto la prima costruzione dei concetti temporali, evitando di pro­porre attività quali la prima foto, il certificato di nascita, l'albero ge­nealogico, da sostituire con pro­poste che raggiungano gli stessi obiettivi rispettando e valorizzan­do la storia personale di ciascuno;

•Se necessario, predisporre per­corsi didattici personalizzati ca­librati sulle esigenze di appren­dimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa.

Per il primo inserimento e l'acco­glienza nella scuola dell'infanzia e primaria di bambini/e adottati/e internazionalmente, la scuola s'impegna a:
•Valutare attentamente il percorso scolastico pregresso e le informa­zioni fornite dai genitori per indivi­duare la classe di frequenza ap­propriata, prendendo a riferimento le indicazioni della cm 24/06;

•Prestare attenzione, nella scelta della classe, a evitare la concen­trazione di specificità diverse e particolarmente problematiche;

•Consentire inserimenti non im­mediati e/o una riduzione iniziale dell'orario scolastico per privile­giare il consolidamento dei legami familiari;

•Dare al bambino la possibilità di familiarizzare con il nuovo am­biente tramite visite alla scuola e incontri con compagni e insegnan­ti in momenti preliminari all'effetti­va frequenza;

•Ricorrere ai mediatori linguistico-interculturali per conoscere il con­testo linguistico, culturale, scola­stico, i modelli educativi, le moda­lità di comportamento e relazionali del paese d'origine del bambino, le criticità che potrebbero presen­tarsi nel nuovo contesto, oltre che per facilitare linguisticamente l'in­serimento se necessario;

•Predisporre percorsi didattici per­sonalizzati calibrati sulle esigenze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla nor­mativa (dpr 275/99, dl 59/04, cm 24/06);

•Garantire azioni di insegnamento intensivo utili a promuovere una buona competenza dell'italiano come lingua di studio;

•Monitorare, riconoscere esplici­tamente e gratificare i progressi nell'apprendimento e le compe­tenze possedute o acquisite;

•Collaborare con i servizi che se­guono la famiglia nel post-ado­zione (legge 476/98), in particolar modo nei casi più complessi.

CARTA D'INTENTI
PER SCUOLE SECONDARIE DI I° E II° GRADO
La scuola xxx, consapevole che la presenza di alunni adottati o in affido familiare è un dato struttu­rale che riguarda l'intero sistema scolastico, s'impegna a:

•Curare la sensibilizzazione dei docenti alle problematiche dell'a­dozione e dell'affido familiare, promuovendo appositi momenti formativi e/o segnalando tem­pestivamente le proposte prove­nienti da agenzie esterne;

•Istituire la figura di un docente re­ferente, che:

•Abbia conoscenza di chi e quanti sono gli alunni adottati o in affido presenti a scuola;

•Conosca e tenga i contatti con i soggetti (istituzioni, servizi socio-sanitari, agenzie educative, me­diatori linguistici-interculturali, ecc.) che a diverso titolo si occu­pano di adozione e affido sul ter­ritorio;

•Faccia da tramite se necessario tra famiglie e consigli di classe;

•Supporti i docenti che hanno alunni adottati o in affido nelle loro classi segnalando le risor­se disponibili (materiali didattici, opportunità di formazione e/o di consulenza, ecc.);

•Curi il passaggio d'informazioni sull'alunno tra i diversi gradi di scuola.

I docenti, indipendentemente dalla presenza o meno di alunni adottati o in affido nelle loro clas­si, s'impegnano a:
•Fare attenzione, nella scelta dei libri di testo, ai modelli di famiglia presentati e al linguaggio utilizza­to, scegliendo i testi più aperti ai diversi modi di "fare famiglia" e al pluralismo culturale di oggi;

•Prestare attenzione, nella scelta delle letture e degli argomenti di studio, alle situazioni familiari de­gli alunni, evitando proposte che potrebbero mettere a disagio o escludere implicitamente qualcu­no;

•Proporre attività per sensibilizza­re le classi all'accoglienza, alla valorizzazione delle diversità, all'inclusione;

•Proporre argomenti di studio (a carattere linguistico, storico, so­ciale, geografico, giuridico, eco­nomico) che facciano riferimento ai diversi modelli familiari presenti nella società odierna, alle forme d'interdipendenza e mobilità delle persone a livello mondiale, alla convivenza e ibridazione delle culture.

Nei confronti degli alunni adottati o in affido presenti in classe, gli insegnanti s'impegnano a:

•Mantenere un atteggiamento equilibrato, evitando sia di sovra­esporli (con attenzioni eccessive, richieste dirette di parlare della loro storia, ecc.), sia di dimentica­re la loro specificità (proponendo attività e argomenti che implicita­mente li escludano);

•Creare occasioni in cui si sentano inclusi e, se lo desiderano, pos­sano parlare di sé (ad es. riferen­dosi al concetto di famiglia come legame affettivo e relazionale; stimolando la scrittura autobio­grafica; sottolineando le pluriap­partenenze culturali che caratte­rizzano la nostra società, ecc.), anche con l'aiuto dei mediatori linguistici-interculturali e con pro­getti mirati;

•Sostenere il loro senso di appar­tenenza alla classe e lo sviluppo dell'autostima, utilizzando rinforzi positivi;

•Mantenere una stretta collabora­zione con la famiglia per la defi­nizione e il monitoraggio del per­corso formativo;

•Se necessario, introdurre ele­menti di flessibilità e personaliz­zazione nel piano educativo, nei limiti di quanto consentito dalla normativa vigente e curando la trasmissione delle informazioni al ciclo di studi successivo.

Nel caso di primo inserimento nella scuola secondaria di ragaz­zi adottati internazionalmente, la scuola s'impegna a:



•Preparare l'inserimento tramite contatti preventivi con la famiglia, per raccogliere informazioni sulla scolarità pregressa e sugli aspetti personali che i genitori ritengono utili a una comprensione dei com­portamenti del figlio e al buon in­serimento scolastico;

•Ricorrere ai mediatori linguistici-interculturali per conoscere il contesto linguistico, culturale, scolastico, i modelli educativi, le modalità di comportamento e relazionali del paese d'origine dell'alunno, le criticità che po­trebbero presentarsi nel nuovo contesto, oltre che per facilitare linguisticamente l'inserimento se necessario;

•Valutare attentamente il percorso scolastico pregresso e le informa­zioni fornite dai genitori per indivi­duare la classe di frequenza ap­propriata, prendendo a riferimen­to le indicazioni della cm 24/06;

•Prestare attenzione, nella scelta della classe, a evitare la concen­trazione di specificità diverse e particolarmente problematiche;

•Consentire inserimenti non im­mediati e/o una riduzione iniziale dell'orario scolastico per privile­giare il consolidamento dei lega­mi familiari;

•Dare all'alunno la possibilità di fa­miliarizzare con il nuovo ambien­te tramite visite alla scuola e in­contri con compagni e insegnanti in momenti preliminari all'effettiva frequenza;

•Garantire azioni d'insegnamento intensivo utili a promuovere una buona competenza dell'italiano come lingua di studio;

•Nel caso di alunni con una ca­rente scolarizzazione pregressa, predisporre un contratto di corre­sponsabilità tra famiglia, alunno e scuola, da verificare periodi­camente, per guidare il graduale processo di adeguamento alle routines scolastiche;

•Predisporre percorsi didattici per­sonalizzati calibrati sulle esigen­ze di apprendimento degli alunni, nei limiti di quanto previsto dalla normativa vigente (dpr 275/99, dl 59/04, cm 24/06);

•Monitorare, riconoscere esplici­tamente e gratificare i progressi nell'apprendimento e le compe­tenze possedute o acquisite;

•Collaborare con i servizi che se­guono la famiglia nel post-ado­zione (legge 476/98), in particolar modo nei casi più complessi.

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