giovedì 22 aprile 2010

contributo volontario dei genitori - strumenti di lavoro e riflessione - 1° parte

Mentre le famiglie si mettono in fila per iscrivere i figli a scuola sono sempre più numerose le segnalazioni di un uso improprio del contributo volontario dei genitori, usati prima per la tassa sui rifiuti, poi per le visite fiscali e i materiali di pulizia. Adesso ci si mette pure la circolare ministeriale n. 9537 del 14.12.2009 che dà indicazione alle scuole di utilizzare i finanziamenti non vincolati (fra i quali i più includono il contributo volontario dei genitori) per pagare gli stipendi dei docenti, il fondo incentivante per il personale e la ditta di pulizie.
“È un fatto che le scuole, di fronte a una spesa ingente imprevista, mettono mano ai fondi più accessibili, primo fra tutti il contributo volontario dei genitori – dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Associazione Genitori A.Ge. Toscana- I genitori debbono tutelare per primi i loro figli, mettendo ben chiaro nella causale che il loro versamento è ‘finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa’, così quei soldi entreranno vincolati in bilancio e potranno essere utilizzati esclusivamente a favore dei bambini e della didattica”.In questo modo il genitore ottiene anche il vantaggio di poter detrarre quella cifra dalla dichiarazione dei redditi. La legge 40/2007 stabilisce infatti che hanno diritto alla detrazione del 19 per cento "le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari (...) finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa". Ma se la scuola utilizza quei fondi per gli stipendi o per le spese di pulizia la detrazione non spetta più.“La nostra proposta come Associazione di genitori A.Ge. Toscana -prosegue Manzani Di Goro– è quella di versare sul conto delle scuole, vincolandoli, tutti i soldi che le famiglie spendono per le attività didattiche, abolendo così la cassa scolastica, che è un uso tollerato benché vietato dalle leggi di contabilità dello Stato”.“Abbiamo notizia di rappresentanti di classe che maneggiano parecchie centinaia di euro, assumendosene tutta le responsabilità. Chiediamo invece ai Consigli di Circolo e di Istituto di deliberare che i fondi dei genitori debbono essere vincolati per usi didattici e di vigilare affinché ciò avvenga, in modo che le famiglie possano investire con fiducia per migliorare la qualità dell’offerta formativa e lo spirito della legge 40/2007 sia rispettato”.Per ulteriori approfondimenti sul contributo volontario dei genitori e per conoscere le modalità di versamento per accedere alla detrazione del 19% si può consultare la rubrica “L’esperto risponde” sul sito dell'A.Ge. Toscana nelle pagine specificamente dedicate ad “Assicurazione, cassa scolastica, contributo dei genitori”.





Assicurazione, cassa scolastica, contributi dei genitori
Addetto Stampa

Vediamo insieme alcuni punti fra i più scottanti:
1) Chi paga l’assicurazione degli alunni? 2) Detrarre le spese scolastiche 3) PC in dono esentasse 4) Carta e sapone: chi paga? 5-6) Cassa Scolastica 1 e 2 7) Passaggio di consegne 8) Libri di testo gratuiti nella scuola primaria

1) CHI PAGA l’ASSICURAZIONE DEGLI ALUNNI?
L'assicurazione degli alunni al limite non sarebbe obbligatoria (ed è per questo forse che non ha trovato riscontri normativi) a patto però che questi non si muovessero mai dal banco, perché qualsiasi attività extra potrebbe configurare responsabilità sia a carico della scuola (culpa in vigilando) che dei genitori (culpa in educando) tali da sconsigliare una simile omissione.E' da sempre consuetudine che il contratto sia stipulato dalla scuola e pagato dai genitori (un tempo era lo stesso Ministero a indicare la società assicuratrice), e si tratta per questo di un contratto improprio, mai messo però in discussione in quanto non gioverebbe a nessuno: né ai genitori che singolarmente pagherebbero moltissimo di più, né alle società assicuratrici che perderebbero clienti, né alle scuole che resterebbero esposte ad onerose azioni giudiziarie.Un buon contratto di assicurazione prevede sia infortuni che responsabilità civile a carico degli alunni per tutte le attività previste dal POF (anche esterne alla scuola); contempla altresì rimborsi per tutte le spese sostenute a un costo medio che si aggira intorno ai 7-8 euro annui. Da tenere presente che è espressamente vietato che venga posto a carico dei genitori il premio di assicurazione per la responsabilità civile della scuola e del suo personale.Come Associazione riteniamo che la quota assicurativa sia un investimento ben speso, che tutela soprattutto gli alunni e le loro famiglie nel momento in cui sono esposti a particolari difficoltà. Né ci sembra in alcun modo preferibile che ciascuno debba provvedere in proprio, con costi enormemente più alti per le famiglie.E' suo diritto ottenere una copia del contratto di assicurazione e chiedere ai genitori eletti in Consiglio di Istituto di adeguare se necessario le clausole di tutela. A volte basta qualche decina di centesimi in più per avere la certezza di essere assistiti e rimborsati in toto in caso di bisogno.

2) DETRARRE LE SPESE SCOLASTICHE È vero che è possibile detrarre le spese scolastiche dalle tasse? A partire dal 2007 è possibile detrarre alcune spese, in particolare quelle per l’attuazione del Piano dell’offerta formativa (e qui possono rientrare gite, contributi genitori ecc.) a patto che siano debitamente documentate. Ecco cosa dice l’Agenzia per le Entrate: “A partire dal 2007 sono detraibili dall’imposta sul reddito, nella misura del 19%, le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa. La detrazione spetta a condizione che il versamento di tali erogazioni sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero mediante carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari ovvero mediante altri sistemi di pagamento. Coloro che hanno effettuato le donazioni di cui sopra non possono far parte del consiglio di istituto e della giunta esecutiva delle istituzioni scolastiche. Sono esclusi dal divieto coloro che hanno effettuato una donazione per un valore non superiore a 2.000 euro in ciascun anno scolastico. Per le imprese, sempre a decorrere dal periodo d’imposta 2007, è prevista la possibilità di dedurre le predette erogazioni, nel rispetto delle condizioni sopra indicate, fino al 2% del reddito d’impresa dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui”.

3) PC IN DONO ESENTASSE La Ditta in cui lavoro ha sostituito tutti i computer e io vorrei farli donare alla scuola di mio figlio. Cosa occorre fare? In primo luogo conviene parlare con il Dirigente scolastico o con qualche insegnante per verificare che la scuola sia interessata e per concordare tempi e modi di consegna. Occorre una lettera della Ditta in cui si dichiara la volontà di effettuare la donazione, che poi sarà accettata formalmente dal Consiglio d’Istituto. La Ditta non solo riceve i ringraziamenti della scuola, ma può anche detrarre il valore dichiarato dei beni dal reddito d’impresa. “Per i titolari di reddito di impresa (o di lavoro autonomo) non si considerano destinate a finalità estranee all’esercizio dell’attività e, pertanto, non concorrono a formare il reddito come ricavi o plusvalenze patrimoniali, le cessioni gratuite di dotazioni informatiche e di prodotti editoriali non più commercializzati o non idonei alla commercializzazione a favore di: - enti locali - istituti di prevenzione e pena - istituzioni scolastiche - orfanotrofi - enti religiosi. Si considerano non più commercializzati o non idonei alla commercializzazione quei beni che: - non sono più in distribuzione - presentano difetti e vizi di produzione tali da renderli non idonei all'immissione sul mercato - per la loro obsolescenza tecnologica, non risultano più adeguati alle esigenze del cedente. Sono i prodotti realizzati su carta (compresi i libri) o su supporto informatico, destinati alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione d'informazioni presso il pubblico con ogni mezzo. Sono esclusi i prodotti discografici o cinematografici.

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