giovedì 20 dicembre 2012

Le linee guida elaborate dal Miur ed oggi presentate, sottolineano quanto la partecipazione ed il coinvolgimento dei genitori siano un elemento, un indicatore di qualità, fondamentale per il sistema di istruzione.
Ad oggi la partecipazione, però, un po’ come per la Costituzione italiana, è fondamentalmente “auspicata”e spesso, nonostante le migliori intenzioni/azioni del Miur, rimane una petizione di principio. Ancora una volta il legislatore sembra non registrare la realtà, ma prefigurarne una realizzabile in tempi assai futuribili.
Ahimè la democrazia non si esporta: si costruisce con azioni quotidiane e con profonda convinzione.
Anche la necessaria revisione degli Organi Collegiali vede il passare delle legislature come quello degli anni e delle stagioni.
Eppure la “crisi” ed i tagli operati sul versante dell’istruzione hanno in questi ultimi anni reso i genitori azionisti, loro malgrado, della scuola pubblica per il suo migliore funzionamento o solo per garantirne il funzionamento, in attesa di una normativa che ne ratifichi un loro reale e maggiore coinvolgimento.
Non è l’ora di estendere anche alla scuola come alla funzione pubblica il bilancio sociale partecipato?
A quando un cambio di rotta reale? Quando è ipotizzabile un quadro legislativo che porti a sintesi i cambiamenti intercorsi in questi anni?
A quando un investimento sulla formazione dei genitori perché anch’essi siano attori a pieno titolo del sistema scuola?
Perché perdere l’occasione dei TFA che delineeranno l’identikit dell’insegnante del futuro senza prevedere anche una sezione formativa dedicata alla relazione con i genitori’ Perché non ascoltare in tal senso le associazioni, stakeholders per eccellenza?
Dieci anni fa un decreto ha istituito il Fonags: a chi, come me, è stato testimone appassionato di questo decennio, piacerebbe che questo decennio di “passioni” democratiche lasciasse un segno incisivo per i genitori che verranno.

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