domenica 20 ottobre 2013

Pensieri di maestra, all'inizio dell'anno scolastico

fonte: retescuole
Stella , stellina, la notte si avvicina....mah ! Forse la notte nelle nostre scuole è arrivata già da un pezzo.

A settembre mi sono trasferita in una scuola primaria della periferia sud est di Milano; ho chiesto di trasferirmi qui perchè questa scuola è piuttosto vicina a casa mia e ha quella dimensione multietnica nella quale mi piace vivere e lavorare.

Provengo da una scuola della periferia sud , con caratteristiche simili, pensavo.
In parte è così ma la“mia” scuola attuale sta lentamente scivolando nella situazione di scuola-ghetto. La percentuale di alunni di provenienza straniera è altissima e varia : sudamericani, rumeni, albanesi, filippini, cinesi, egiziani, marocchini e ultimamente sta diventando consistente la presenza di bambine e bambini rom. Le famiglie italiane diminuiscono a vista d'occhio, spaventate dalle difficoltà.

Le difficoltà...certo che ci sono! A proposito di bisogni educativi, avremmo bisogno di ben altre risorse...e il taglio al Fondo d'Istituto ci penalizza molto.

La “mia” classe (sono maestra prevalente e non per scelta ) è composta da17 bambine e bambine teneri, un po' monelli, molto simpatici.
Reduce da una classe di 25 ho pensato: che meraviglia!
Poi ho capito che con quattro bambini “segnalati” in classe e la coesistenza di almeno cinque livelli nell'apprendimento della lingua italiana , forse proprio una meraviglia non è. Non avendo nessun'ora di compresenza, poche ore di supporto per gli alunni non italofoni e un orario “infelice”riuscirò ad essere incisiva nella mia azione educativa?

Mentre esploro gli armadi della classe alla ricerca di materiali, trovo uno scatolone. Incuriosita, lo apro. Sono le prove Invalsi. Subito mi chiedo come sia possibile proporre prove standard in situazioni così diversificate . E come avranno reagito queste bambine e questi bambini di fronte ad una proposta così ostile anche nella modalità di somministrazione ( si , somministrazione, come per una medicina, e amara per giunta!)
E a cosa diavolo saranno servite? Forse che le risorse economiche destinate alle prove non avrebbero potuto essere impiegate in modo più adeguato, sempre pensando ai bisogni educativi? La direttiva ministeriale sui BES, introduce una terza categoria, quella dello svantaggio (socio-economico e/o linguistico/culturale). Ma queste bambini e bambini non hanno bisogni educativi speciali, hanno, come tutti , bisogni educativi. Hanno bisogno di tempo, di cura, di pari opportunità!

In cerca di conforto, approfittando di un buco d'orario, decido di visitare una nota libreria specializzata di Milano. Ma vengo invece presa dallo sconforto : il materiale per la scuole è diminuito rispetto al passato. Nello scaffale dei libri per l'insegnamento della lingua2 poche proposte, tanti fascicoli per allenare alle prove sopracitate ed altri eserciziari sempre con riferimento a queste. Nello spazio per l'insegnamento della musica poco materiale e per giunta datato....Dunque anche le proposte editoriali esprimono ormai un'idea di scuola meritocratica e manageriale, lontana dalla psicologia del bambino.
Stella stellina...la notte è arrivata....ma dovrà pur passare questa nottata...

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