martedì 27 maggio 2014

sull'anticipo scolastico

FONTE: comune.info

Che i bambini restino bambini


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di Rosaria Gasparro*
Lasciamo che i bambini restino bambini, senza accelerare la vita, senza forzarla. Ogni anticipo è un distacco da una situazione naturale di bellezza e di gioia. Perché questo è il gioco, il modo più felice di stare al mondo. Di assicurarsi benessere e salute. Di costruire relazioni, di organizzare il tempo e lo spazio. Di “regolarsi” insieme agli altri. Ogni strappo al tempo opportuno è un rata che pagheremo caro e con sufficiente anticipo.
Ci bruciamo l’infanzia per andare dove? In analisi precoce, in trattamento riabilitativo di uno dei tanti disturbi codificati? Basterebbe un solo ormone di ansia in un bambino “precocizzato”a farci dire di no all’anticipo scolastico.
Non si tratta d’imparare l’alfabeto. Lo si può fare anche prima dei cinque anni. Si tratta della capacità di ascolto e di attenzione, in una situazione strutturata da tempi e da regole, da una campanella che suona per tutti, e continuerà così per tutta la vita.
Si tratta di interagire con adulti e coetanei diversi, quando ancora ci si ritiene al centro del mondo.
Si tratta dell’abitudine alla fatica, perché il compito è a tutti gli effetti un lavoro vero e proprio, un impegno che richiede diverse abilità.
Se ci arriviamo con i tempi giusti, saremo meglio attrezzati per affrontarne le difficoltà. Per avere una percezione positiva di ciò che siamo e sentirci motivati e mossi dal desiderio.
Per evitare fallimenti, disagi e abbandoni, serve un’altra idea di tempo e di persona. Serve un altro coraggio: quello che, per essere felici, a scuola bisogna iniziare un anno dopo. Con tutta la fiducia di base di cui riusciremo a far provvista nei primi sette anni di vita, si rallenta e si allunga anche l’esistenza, e forse sapremo gustarla e affrontarla meglio. Senza l’ansia e il mito tossico del “prima”: come partenza e come arrivo. E allora ci potremo godere finalmente il paesaggio del “durante”.

* Maestra di una scuola pubblica. Altri suoi articoli sono qui.



Meglio la Scuola dell’Infanzia obbligatoria piuttosto che l’anticipo scolastico

23 maggio 2014 alle ore 13.02

Ogni 10 anni ritorna il fantasma dell’anticipo scolastico a 5 anni obbligatorio. Purtroppo la nuova Ministra dell’Istruzione Stefania Giannini non si è sottratta alla regola, nonostante che la stessa sia sempre stata bocciata sia per motivi organizzativi sindacali, sia per motivi “con più ragioni” di natura psicoevolutiva. Torno pertanto a ribadire ciò che ebbi a scrivere tanti anni fa.
L’idea giusta sarebbe rendere obbligatoria la Scuola dell’Infanzia piuttosto che abolirne un anno in funzione della Scuola Primaria.
I tre anni di Scuola dell’infanzia rappresentano un momento fondamentale nella crescita dei bambini e delle bambine dove trasformano la loro sensorialità in una capacità specifica di apprendimento e dove strutturano quell’attaccamento sociale che permette loro di vivere con gli altri nella reciprocità e nella creatività.
Va poi sottolineato che i bambini a 5 anni non hanno ancora sviluppato quel tipo di pensiero, che Jean Piaget definirebbe operatorio concreto, che consente di attivare tutte le competenze necessarie al leggere, allo scrivere, e alle operazioni matematiche. Si finirebbe con l’aumentare ulteriormente l’abbandono scolastico che ci vede ai primi posti nell’area OXE, in quanto i ritardi accumulati nel primo anno della primaria anticipata sarebbero ben difficili da recuperare.
Si tratta pertanto di un inutile stress per i bambini catapultati precocemente nel mondo delle verifiche e dei voti di cui francamente non si sente alcuna necessità.


Daniele Novara, pedagogista


daniele.novara@cppp.it

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