mercoledì 19 ottobre 2011

FONTE: L'ESPRESSO

Dimezzate, quando va bene, le ore di sostegno per i ragazzi con problemi anche gravi. Dal nord al sud, i racconti sono sempre quelli. E alla fine  l'unica risorsa è sempre e solo la famiglia

Una lotta solitaria per il diritto allo studio del proprio figlio disabile. L'anno scolastico per Margherita Basso è cominciato così. Il piccolo G. ha otto anni, è affetto da una grave paralisi cerebrale, soffre di epilessia, non parla e mangia a fatica. La scuola italiana gli assegna un'insegnante di sostegno per 11 ore alla settimana.




Margherita non ci sta: «Non lascio il mio bambino a scuola da solo, rimango con lui. Non potrei, è vero, ma finché le cose non cambieranno continuerò a farlo». L'anno scorso G. era seguito, per 22 ore settimanali, da un'insegnante a tempo determinato con nomina annuale. Da settembre oltre al dimezzamento delle ore c'è stato il cambio della cattedra. Siamo a Palermo, nel quartiere Montepellegrino. «Tre insegnanti di sostegno non bastano per un istituto che conta cinque disabili gravi – aggiunge Margherita – speriamo in nuove nomine del Provveditorato ma intanto io e un'altra mamma ci stiamo muovendo per fare ricorso al TAR».



Allontanare il mostro della solitudine non è facile («Non mi sono mai iscritta a un'associazione, qui le cose vanno a rilento»), ma su Facebook la giovane donna si avvicina a realtà che sono distanti dalla sua soltanto per la posizione sulla cartina geografica.

Nella ricca Lombardia le cose infatti non vanno diversamente: lo scorso novembre, assistite da "Avvocati per niente" e appoggiate da Ledha, 17 famiglie di Milano hanno avviato e vinto la prima causa antidiscriminatoria collettiva in Italia. «La sentenza esecutiva era stata pronunciata in gennaio – racconta un genitore – ma il MIUR ha fatto ricorso sostenendo che i nostri figli non fossero stati discriminati. Quel ricorso il ministero l'ha perso ma le cattedre sono state attivate ad aprile, quando l'anno scolastico era ormai quasi finito. E il mio bambino, così come altri, quest'anno avrà ancora un'insegnante diversa».

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