venerdì 31 gennaio 2014

adozione INTERNAZIONALE e scuola: IN CLASSE UN ANNO DOPO SE SI è APPENA ARRIVATI IN ITALIA

fonte: AIBI

In classe un anno dopo se si è appena arrivati in Italia

SCUOLAFavorire l’inserimento scolastico dei bambini adottati, tenendo conto del vissuto e delle specificità di questi soggetti. Sarà questo lo scopo della circolare ministeriale attesa in tempi brevi, come annunciato nel corso del convegno sul rapporto tra adozione e scuola che si è tenuto il 23 gennaio a Firenze. “La circolare – ha detto il neo direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Toscana Giovanni Bodaconsentirà di fornire uno strumento normativo necessario a rispondere a un nodo cruciale riguardante l’inserimento scolastico di questi alunni”: la permanenza per almeno un anno nella scuola dell’infanzia anche nei casi in cui il bambino adottato arrivi in Italia avendo già compiuto i 6 anni.
La necessità di un tale provvedimento nasce dalla consapevolezza delle difficoltà che un minore appena giunto nel nostro Paese e con un passato spesso traumatico fatto di miseria e di abbandono può incontrare al momento dell’ingresso nel mondo della scuola. I dati forniti dalla Commissione per le adozioni internazionali, aggiornati al 21 gennaio, evidenziano tra l’altro come gran parte degli arrivi di bambini adottati avvenga ad anno scolastico iniziato o a iscrizioni chiuse. Relativamente al 2013 i mesi con il maggior numero di ingressi sono stati quelli di dicembre (299) e marzo (258), ma anche gennaio ha visto un notevole incremento di arrivi (+16% rispetto allo stesso mese del 2012). Anche l’età media dei piccoli adottati è molto vicina a quella dell’inserimento scolastico: tra i 2.835 bambini adottati in Italia nel 2013 l’età media è stata di 5,5 anni e nel 2012 fu di 5,9.
Tutti elementi di criticità che si aggiungono  a quelli già derivanti dal vissuto personale di ogni singolo adottato. “Dovrebbe essere prevista la possibilità di ritardare l’ingresso in primaria – ha spiegato il Coordinamento delle associazioni familiari adottive e affidatariein modo da permettere al bambino di recuperare ritardi psicomotori e cognitivi conseguenti alla sua storia pregressa”. Attualmente la normativa vigente prevede invece che i bambini arrivati in Italia a 6 anni vengano introdotti subito alla frequenza del primo anno di scuola primaria, mentre quelli giunti a 5 anni vadano in prima già dall’anno scolastico successivo, che per molti vuol dire pochi mesi dopo il loro arrivo.
Tuttavia, come ricorda il Care, nel 2013 il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, riferendosi a un caso specifico di un bambino di Treviso, ha ammesso che “in casi eccezionali e debitamente documentati” ci possa essere una deroga di un anno all’iscrizione “alla classe di scuola primaria, al fine di consentire la piena inclusione scolastica del minore”.
In attesa della circolare, il Miur ha predisposto un comitato tecnico scientifico chiamato a elaborare le linee guida nazionali con le soluzioni organizzative e amministrative per l’accoglienza e la piena integrazione socioculturale degli studenti adottati.

Fonte: Italia Oggi (28/01/2014, pag. 35)

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