domenica 15 maggio 2011

Cari genitori,

un gruppo di editori ha redatto una “Lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo “, che reclama maggiore attenzione e sostegno per la scuola pubblica. La lettera è aperta alla sottoscrizione di tutti i cittadini.
La sottoscrizione può essere fatta anche sul sito della Laterza
http://www.laterza.it/ns-lettera.asp

La lettera la trovate qui
http://www.liceotasso.it/node/247
come pure un articolo di La Repubblica al riguardo.
E’ essenziale che la lettera raccolga un elevato numero di firme, quindi mobilitiamoci nel senso di firmare, ma anche nel senso di invitare i nostri amici, parenti, conoscenti a firmare.





Presidente Comitato Genitori Liceo Tasso Roma a.s. 2010-2011





PRENDIAMO SUL SERIO IL NOSTRO FUTURO



Lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Parlamento e al Governo



Promossa dagli Editori Marco Cassini e Daniele di Gennaro (minimum fax), Carmi
Donzelli, Federico Enriques (Zanichelli), Carlo Feltrinelli, Sandra Ozzola Ferri e
Sandro Ferri (E/O), Sergio Giunti e Bruno Mari (Giunti), Alessandro e Giuseppe
Laterza, Stefano Mauri (Gruppo Mauri Spagnol), Paolo Mieli (RCS), Antonio e Oliv
Sellerio.



La scuola è risorsa essenziale per il libero sviluppo delle persone e per la crescita sociale,
economica, culturale e civile di ogni Paese. In Italia lo è sempre stata: ha reso un insieme di
sudditi analfabeti degli antichi stati una comunità di cittadini italiani. Lo è ancora più oggi, in
un’epoca in cui il “capitale umano”, l’insieme delle conoscenze di cui disponiamo, è il fattore
decisivo per il successo degli individui e delle nazioni.
L’articolo 34 della Costituzione Italiana sancisce inequivocabilmente che “i capaci e meritevoli,
anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. In passato il
diritto dei più deboli nella società italiana è stato garantito soprattutto dall’estensione
dell’obbligo di frequenza della scuola pubblica (nella “scuola pubblica” la legge italiana
comprende anche le scuole paritarie a gestione privata), e dalla qualità del suo
insegnamento, che hanno riscattato dalla miseria milioni di cittadini.
In particolare, la scuola pubblica statale è luogo del pluralismo, affidato a docenti reclutati
in base alla propria professionalità e non alle convinzioni politiche, alle fedi religiose o
all’appartenenza a qualsiasi gruppo o associazione o categoria. Nel mondo globalizzato è
fondamentale conoscere chi è lontano da noi, per saperne cogliere i valori e le potenzialità, e
perché altri possano conoscere - a loro volta - i nostri valori e le nostre potenzialità.
La scuola pubblica statale è perciò anche luogo di integrazione tra individui provenienti da
diversi ambienti familiari, sociali, culturali. Nella scuola pubblica statale bambini e ragazzi di
diversa estrazione sociale imparano ad apprezzare la diversità. Nella scuola pubblica statale il
patrimonio culturale della famiglia entra in contatto in modo fertile con quello di altre
famiglie.
Questa è la missione della scuola pubblica statale diversa da ogni altra istituzione formativa,
che legittimamente si proponga altre finalità a partire da una visuale parziale della cultura,
della religione, della società, dell’economia. Se, infatti, è un diritto di ogni famiglia mandare i
propri figli a scuola solo insieme a chi condivide la stessa visione del mondo (la libertà di
insegnamento è infatti riconosciuta dall’articolo 33 della Costituzione), per il benessere della
società nel suo insieme è conveniente e auspicabile che la grande maggioranza dei cittadini
abbia una formazione comune ispirata ai valori del pluralismo e della Costituzione.
Per rendere effettivo questo principio lo Stato deve investire più risorse nell’istruzione
pubblica statale, consentendo alle istituzioni scolastiche autonome di dotarsi di strumenti
adeguati a svolgere la propria missione. Occorrono docenti qualificati e ben retribuiti. Ma
occorrono anche edifici ben tenuti, aule attrezzate, laboratori moderni, biblioteche aggiornate.
Purtroppo l’investimento nella scuola pubblica statale è stato inadeguato - ben al di sotto dei
livelli medi dei Paesi UE - per gran parte della storia unitaria italiana, al punto che oggi spesso
non è in grado di garantire neppure i servizi minimi. Di questa situazione ognuno di noi deve
preoccuparsi, perché essa è anche frutto dell’indifferenza.
Dobbiamo tutti fare qualcosa per la scuola di tutti. Non dobbiamo lasciarla sola a chiedere
attenzione. Se è vero - come sentiamo continuamente ripetere - che nella scuola si
costruisce il futuro dei nostri figli e, quindi, del nostro Paese, nessuno può guardare alla
questione “dall’esterno”. Chi ricopre cariche istituzionali e politiche deve avvertire la forza
dell’opinione pubblica. Chi ha più responsabilità e potere nella società, nell’economia e nella
cultura deve essere il primo a impegnarsi.
Facciamo dell’istruzione un tema centrale di discussione tra i cittadini, nelle scuole e in ogni
altro luogo di incontro, con la competenza e l’urgenza che la materia necessita.



Firmiamo questa lettera aperta in ogni luogo a partire dalle stesse scuole pubbliche statali.

Prendiamo sul serio il nostro futuro.

Per la sottoscrizione on-line
http://www.laterza.it/ns-lettera.asp

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