fonte: comuneinfo
Alunni disertori
Uno studente di diciassette anni si
presenta a scuola con la mimetica, un fucile con il colpo in canna e
trenta munizioni. E’ accaduto qualche giorno fa a Desenzano, provincia
di Brescia. Del resto, la «cultura» militare invade la scuola pubblica
con sempre più frequenza. I militari si presentano per invitare studenti
e studentesse ad entrare nell’esercito. C’è anche chi coinvolge i
ragazzi nella guida dei caccia, portandoli direttamente sugli aerei
della morte, come a Cameri (Novara), per far un simpatico «volo
dimostrativo». L’associazione Pax Christi, tra gli altri, ora dice basta
e promuove la campagna Scuole smilitarizzate
di Renato Sacco*
Uno
studente di diciassette anni si presenta a scuola con la mimetica, un
fucile con il colpo in canna nella custodia della chitarra e trenta
munizioni. E’ accaduto qualche giorno fa a Desenzano, provincia di
Brescia. Non sono mancati, giustamente, i commenti di condanna del
gesto, di preoccupazione, di paura per quel che poteva succedere. E così
via. Certo un episodio isolato ma inquietante, e per fortuna finito
bene, senza morti o feriti. Sì, perché a scuola non si va con le armi.Ma, c’è un «ma». Perchè la scuola italiana è sempre più militarizzata? Nel senso che «attraverso molteplici iniziative inserite nei percorsi formativi, apre spesso le porte ad attività presentate, come ‘orientamento scolastico’, direttamente dalle Forze armate, da tempo impegnate a raggiungere capillarmente il mondo giovanile»
Quante volte abbiamo visto generali e militari di ordine grado entrare nelle scuole per presentare ai giovani la possibilità di entrare nell’esercito, di guidare un caccia, portando direttamente gli studenti, ad esempio sull’aereo a Cameri (Novara) per far un volo ‘dimostrativo’!
E’ vero, non entrano con le armi a scuola. Men che meno entrano a scuola con l’intenzione di sparare. Ma tutta l’operazione è per educare all’uso delle armi, alla guerra. Basti pensare all’iniziativa «Allenati per la vita» con corsi per l’uso delle armi e con gare pratiche «tra pattuglie di studenti».
«Quando
nella realtà formativa dei ragazzi entrano le attività promozionali
dell’Esercito italiano, della Marina militare e dell’Aeronautica
militare, si promuove un militarismo che educa all’arte della guerra
piuttosto che alla costruzione della pace con mezzi pacifici e
attraverso il rispetto per l’altro». E’ quanto si legge nella
presentazione della campagna Scuole smilitarizzate promossa da Pax
Christi, in particolare dai giovani di Pax Christi che «ritengono sia
urgente riaffermare che la scuola deve educare alla nonviolenza e alla
pace», non alla guerra.C’è un sito che presenta la campagna, con tutto il materiale necessario scaricabile qui
In questi giorni le scuole chiudono, iniziano le vacanze. L’episodio di Desenzano potrebbe farci riflettere e prepararci a riaprire le scuole all’educazione alla pace, alla nonviolenza.
Le armi e l’esercito, per favore, lasciamoli fuori.
Renato Sacco, sacerdote, è coordinatore nazionale Pax Christi Italia.
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